Gran Paradiso alpha4

4 Maggio 2007

Oggi ho finalmente avuto il tempo di dare una rapida occhiata al nuovo Gran Paradiso alpha4 (Firefox 3).

La novità più apprezzabile è quella relativa alla finestra Informazioni sulla pagina (come anticipato da Prometeo): ora è organizzata in pannelli sul modello delle opzioni/preferenze e particolarmente interessanti sono le schede Permessi e Sicurezza.

permessi.png

Come si può vedere dall’immagine è possibile impostare al volo i permessi per il sito che si sta visitando: possibilità di caricare le immagini, aprire finestre pop-up, impostare cookie (e con quale durata), installare componenti aggiuntivi.

Per compiere le stesse operazioni in Firefox 2 (e precedenti) è necessario utilizzare diverse finestre all’interno delle opzioni o, in alternativa, ricorrere ad estensioni.

Utilizzando il pannello Sicurezza è possibile visualizzare le impostazioni relative alla privacy per il sito visualizzato (sezione Privacy & History) e visualizzare al volo cookie e password memorizzate.

sicurezzasmall.png

Altra novità “non visibile” è l’implementazione della libreria JavaScript FUEL (Firefox User Extension Library) dedicata agli sviluppatori di estensioni.

Naturalmente Gran Paradiso alpha4 utilizza la nuova versione del motore di rendering Gecko (1.9): una delle novità che ho notato riguarda il rendering dei pulsanti nel pannello di amministrazione di WordPress (in pratica Gran Paradiso sembrerebbe ignorare il border-style: double, non resta che creare un test-case e capire se si tratti di un bug).

FIREFOX 2

pulsantiff2.png

GRAN PARADISO ALPHA4

pulsantiff3.png

 

Tag Technorati:

Wide.it

3 Maggio 2007

Se state cercando un hosting, lasciate perdere Wide.it (volutamente senza link). Tanto vale investire il vostro tempo libero nel Texas Hold’em su Partypoker.

Per evitare che un malaugurato incidente tecnico rimuova l’ultimo messaggio di Casper, lo riporto in toto su questo blog.

Benvenuto.

Caro visitatore, prima di passare oltre, potrebbero interessarti un paio di cosette stuzzicanti che stanno accadendo su questo dominio.

Devi sapere che il 25 Aprile scorso, del tutto casualmente il giorno della Liberazione, ho chiesto all’attuale provider Wide.it di rimuovere il Registrar Lock in vista di un trasloco di Casperize.com sui server di Aruba. Mi dirai, niente di più facile.

Sbagliato.

Wide ha rimosso il Registrar Lock, ma c’è un ma: questo di per sè non è sufficiente. Il contatto email registrato nel Whois Record deve poi rispondere ad una email standard del nuovo maintainer, confermando in questo modo il trasferimento. Se questo contatto email è un indirizzo del provider attuale, come si da il caso che sia, il successo dell’intera procedura dipende dall’onestà e trasparenza di gente che sa di essere sul punto di perdere un cliente. Se per puro caso le istruzioni contenute nel messagio del nuovo provider vengono ignorate, dopo alcuni giorni di attesa il trasferimento fallisce.

E naturalmente è fallito.

Il 29 Aprile ho richiesto la rimozione del Registrar Lock anche per le estensioni .net e .org di questo dominio, disponendo nel contempo il trasferimento anche dell’estensione .it: insomma, una transumanza totale. Indovina il risultato: richiesta ignorata, silenzio di tomba.

A questo punto, le opzioni possibili sono sostanzialmente quattro: 1) fare buon viso a cattivo gioco e rinunciare al trasferimento; 2) continuare a scrivere a Wide per chiedere che rispettino le procedure internazionali senza fare i furbi; 3) dare retta a ICANN e chiedere l’assistenza del nuovo provider affinchè risolva l’impasse; 4) incazzarsi come una iena, far visita alla Guardia di Finanza e sporgere denuncia.

Considerato che Casperize.com sarebbe un blog, ho deciso di fare di necessità virtù e di provare a seguire passo-passo tutte le procedure previste, alla lettera, documentandole per i posteri. L’opzione scelta è quindi la terza: obbedire a ICANN, morsicarsi la lingua e invocare l’intervento del nuovo provider. Già, perchè la prassi di “assistenza” di Wide non prevede nè comunicazioni email nè numeri di telefono da contattare per risolvere i problemi: si compila un modulo online e si aspetta. Se risulta una richiesta senza risposta, semplicemente non è permesso inoltrare ulteriori solleciti. Come dicevo, si aspetta. Che cosa, non è dato sapere: probabilmente, nient’altro che i loro comodi.

E dunque sediamo sulla riva del fiume e aspettiamo, finchè la procedura non sarà completa, allorchè passeremo puntualmente dall’ICANN alle materne mani della Procura della Repubblica.

Sempre che questa pagina non sparisca improvvisamente per qualche malaugurato incidente tecnico, caro visitatore, ti terrò puntualmente informato del calvario. Quando Casperize.com tornerà finalmente online sui server di Aruba (e tornerà online, puoi giocarci le tue mutande migliori), queste righe diventeranno un post che sarà un piacere e un onore tenere in massima evidenza per fare un po di pubblicità gratuita a Wide, che se la merita senza riserve. Nel frattempo, se per tua disgrazia sei cliente di questa gente, fossi in te comincerei a preoccuparmi. Se stavi considerando la possibilità di sottoscrivere uno qualsiasi dei loro “servizi”, fossi in te ci ripenserei.

Benvenuto in Italia, la più evoluta colonia dell’Africa Nera. Terra di santi, navigatori, eroi, dottori, commendatori, mafiosi, buffoni, cacciaballe e professionisti della domenica. Là dove tutti fanno ciò che cazzo vogliono, che tanto la si passa liscia alla grande. Torna a trovarmi, che c’è da divertirsi.

E se magari sei anche un blogger, hai un vuoto di creatività e ti manca lo spunto per il post del giorno, che ne diresti di due righe di incoraggiamento in pubblico per gli amici di Wide e il loro eccellente servizio? Quel genere di pubblicità che toglie la pelle di dosso, per intenderci. Quella che si riserva solo ai migliori. Sono certo che la apprezzeranno.

Se vuoi contattarmi, non fare complimenti

Aggiornamenti:

3 Maggio – Richiesto intervento del nuovo provider come previsto dalla policy ICANN

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TheMacPack

1 Maggio 2007

Vi segnalo un’interessante iniziativa per gli utenti Mac: TheMacPack.

Da pochi minuti è possibile fare l’acquisto del TheMacPack e il meccanismo è semplice:

  • viene venduto al prezzo iniziale di 30$ un pacchetto di 10 giochi e applicazioni (full version), per un valore complessivo di $288,86
  • non è possibile sapere quali sono le applicazioni in vendita: il nome di ogni applicazione contenuta nel pacchetto verrà reso noto a distanza di qualche giorno l’uno dall’altro
  • come prima applicazione è possibile scegliere tra due giochi Pangea Software: Pangea Arcade e Otto Matic
  • ogni volta che viene rivelato il nome di un’applicazione, il prezzo sale di 5$
  • i software verranno resi disponibili dal 1° giugno (parlano di “bundle item delivery”, quindi non capisco se i pacchetti vengano consegnati fisicamente), i numeri di serie verranno inviati tramite e-mail
  • il pagamento avviene tramite PayPal
  • è possibile seguire gli aggiornamenti anche tramite l’apposito account Twitter
  • è possibile avere un’undicesima applicazione, XSlimmer, convincendo un amico a partecipare

    We’ve got a great deal to offer you an 11th app in your 10 app bundle, XSlimmer, just by referring a friend. We’ll email you details of that offer separately, in a couple of days time.

Vale la pena tentare la fortuna? Io, complici 25$ stagnanti da mesi sul mio account PayPal, ho deciso di provarci 😛

Tag Technorati:

Rispondo al MEME di Bayle spiegando che fondamentalmente i punti di ispirazione per questo blog sono due: i feed che seguo e la vita di tutti i giorni.

Il feedreader

Per quanto riguarda i post legati a software e tecnologia solitamente capita di leggere spunti interessanti su siti stranieri (principalmente Engadget, The Inquirer, SlashDot, Digg); a questo punto cerco di riproporre la notizia e “allargarla” cercando spunti, immagini e collegamenti e, soprattutto, aggiungendo opinioni.
Non mi piace riproporre una notizia nuda e cruda, lo ritengo un modo un po’ inutile di colmare spazi vuoti sul blog (piuttosto ora lo faccio usando il mio tumblr).

A volte mi capita di leggere post interessanti su altri blog e capire da subito che lo spazio di un commento non sarà sufficiente per scrivere tutto quello che penso (vedi ad esempio questo): questi sono quelli che definisco post di reazione o post newtoniani 😛

First life

Molti dei miei post sono legati all’attività lavorativa: descrivo la soluzione di problemi che ho incontrato sperando di aiutare lettori o altri colleghi (esempio), parlo dei software che uso, della mia attività legata a Mozilla (non mi pagano ma è praticamente un secondo lavoro 😛 ), delle situazioni assurde che incontro (a proposito, la mia ADSL viaggia ancora a 200Kbit in download, maledetta Telecom).

Rientrano nella categoria first life anche i post musicali, spesso prodotti in giornate da umor nero.

Come al solito non ho intenzione di assillare altri blogger: se qualche volontario vuole rispondere è libero di farlo e considerarsi cooptato dal sottoscritto 😉


Prendo spunto da un post di Antonio Sofi per fare qualche riflessione sull’argomento.

1. Scritte glitterate enormi con l’url del blog da appiccicarsi da qualche parte, magari sulla schiena

Pienamente d’accordo: anche a pranzo si scherzava sul posizionamento strategico delle spille e dei badge ai BarCamp, piazzati in modo da obbligarti a fissare zone dei corpi altrui in perfetto stile maniaco. In realtà a pranzo la discussione aveva preso un’altra piega, ma è meglio soprassedere per non compromettere fior di professionisti 😛

Detto questo, resta il problema di trovare una soluzione ragionevole, un compromesso tra visibilità e dimensione, senza tralasciare la presenza di URL di lunghezza spropositata: scartata l’ipotesi fascia da sindaco, si potrebbe optare per un badge gigante 10×15 da appendere al collo (ma non con quel materiale segacollo dei porta badge classici), introducendo colorazioni o simboli per distinguere al volo alcune macro-categorie (stile BlogBabel).

La posizione dorsale la vedo un po’ complicata: “Scusa, ti puoi girare un secondo che controllo il tuo URL?” 😉

2. Al fine di scongiurare il pericolo del 20/80 o del 1/9/90 (più o meno, e chi deve capire capisce) e “costringere” tutti a presentare e/o conversare, slot da 20 minuti – a metà ci si ferma e si discute. Il rispetto del minutaggio dev’essere assoluto

Costringere è una brutta idea, si rischia che le persone non vengano per paura di dover presentare qualcosa a tutti i costi.

Perfettamente d’accordo sul discorso minutaggio: ad Ancona questo è stato fatto ed è stato visto male da alcuni dei presenti. In compenso sabato ho assistito ad una scena abbastanza fastidiosa: qualcuno ha fatto presente al relatore che stava sforando, lui si è giustificato spiegando che aveva iniziato in ritardo perché le persone erano ancora a pranzo, con fare simpatico ha richiesto altri 10 minuti che poi sono diventati molti di più. Capisco che la discussione fosse interessante e coinvolgesse i presenti, ma nessuno vieta in un BarCamp di alzarsi e continuare a discutere da un’altra parte 😉

Concludendo: qualcuno dello staff (ben riconoscibile) che tenga rigorosamente il minutaggio e niente facce lunghe per le interruzioni.

3. Stanze il più possibile destrutturate: puff, tavolini da bar, poltrone, tappeti, panchine, tavole rotonde, strapuntini scomodi.

Forse su questo non sono del tutto d’accordo: alcune presentazioni attirano più pubblico di altre (vedi sabato quella di BlogBabel oppure quella di Luca Sartoni), la situazione diventa ingestibile in una stanza “destrutturata”. Come fai a mettere 40 persone attorno ad un tizio e sperare che riescano a sentire e capire qualcosa?

Piuttosto sarebbe utile creare queste stanze a margine delle sale ufficiali: finisci la tua presentazione e il tuo tempo, chi vuole proseguire può farlo seduto comodamente su un puff; naturalmente nulla vieta che una discussione nasca e muoia direttamente in queste zone di interstizio. Alla fine non è il luogo che crea la discussione ma le persone: bastava contare i capannelli di gente in piedi che si sono formati post-pranzo.

Allo stesso tempo queste zone non devono “disturbare” l’attività delle altre presentazioni: l’unico “problema” dello ZenaCamp era proprio legato ad una delle sale collegata alla zona accoglienza (purtroppo c’era poco da fare, la struttura del palazzo era quella) dove molti blogger si fermavano a chiacchierare e si trovava la postazione di lavoro di Robin Good.

Seguire le presentazioni in questa sala era particolarmente difficile, farle probabilmente era snervante.

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Oggi pomeriggio riflettevo su quanto è difficile scrivere un post sullo ZenaCamp quando tante persone hanno già pubblicato il post perfetto, quello che avresti voluto scrivere tu (un esempio su tutti).

Potrei parlarvi dell’organizzazione perfetta, fare degli enormi complimenti ai ragazzi che hanno curato l’aspetto tecnico e organizzativo, descrivervi la splendida location, parlarvi della quantità di gadget che ci siamo portati a casa, ma non lo farò: vi parlerò del mio ZenaCamp, a costo di rompervi gli zebedei, scrivendo un non post sullo ZenaCamp 😉

Venerdì sera decido che è il caso di andare a letto presto, in realtà mi addormento verso mezzanotte e mi risveglio alle 2.59 del sabato: mi alzo, tanto so già che non riuscirò a riaddormentarmi, scendo a far colazione e comunico la lieta novella agli amici twitteri (sono ancora indeciso se chiamarli twitteri, che mi ricorda un po’ i quaccheri, oppure twittereuse, che però mi ricorda delle cinguettatrici d’alto bordo).

Sempre su Twitter scopro di essere stato ampiamente battuto da Giovy, il quale è salito su un treno mentre io ancora dormivo. Alle 4.15 faccio la mia partenza intelligente e mi dirigo verso Genova: A4, A21, A7, sembra una battaglia navale. Incontro l’alba verso le 5.45 nel pavese, un’alba bellissima, ti viene quasi voglia di accostare e fare una foto, ma non hai il cavalletto, ci sono i camion che corrono e sfuma ogni velleità artistica.

Sono le 7.00 e arrivo in quel di Genova: seguendo i consigli di Tambu punto verso il parcheggio di Piazza Vittoria. Faccio un giro, un salto al bar per il secondo caffè della giornata e poi salgo verso il Palazzo Ducale: qui incrocio uno strano individuo che gira per la piazza con un MacBook e una iSight.

Dopo aver dato un’occhiata agli splendidi palazzi e alla varia umanità presente nelle due piazze (ho contato due macchine della polizia e una dei carabinieri), decido di fare un salto in edicola e leggere il giornale: mentre esco dall’edicola vedo qualcuno che assomiglia ad Andrea Beggi aggirarsi per la piazza, ma non ho la certezza che sia lui. Leggo il mio giornale immerso nel sole della piazza e poi salgo le scale a chiocciola che portano allo ZenaCamp: qui incontro Tambu e Andrea Beggi (era lui), quest ultimo stava già pregando per la stabilità della rete wireless (alla fine ha retto alla grande, nonostante i dubbi di Andrea che nel pomeriggio si aggirava tra i portatili chiedendo “Ma come fa a reggere con tutta ‘sta roba??”).

Appunti frammentari di una giornata troppo piena per essere descritta a pieno in un post:

  • scopro che il simpatico eio esiste e che imita l’accento delle persone quando è al telefono
  • scopro, se ce ne fosse bisogno, che non devi metterti un cartello con scritto “Brescia” sulla fronte, tanto si capisce appena apri bocca
  • scopro che JTheo ha la faccia simpatica (e non solo la faccia) ed è decisamente più magro di quanto non sembri in fotografia (e di quanto se ne lamenti lui stesso): arriva armato di spillette personalizzate per ogni blogger (splendide), il casino è riuscire a metterle in ordine e distribuirle 😛
  • scopro che Giovy ha perso la coincidenza ma ha trovato un passaggio in auto tramite Twitter: questo sarebbe da dedicare a tutti coloro che pensano che Twitter sia solo fuffa
  • incontro Luca Sartoni (che negli ultimi 4 anni, tra Linux Day a Ravenna e barcamp, ho incontrato più spesso di alcuni parenti), Tommaso Sorchiotti (che non linko perché non ha un blog 😛 ) e DelyMyth, reduci da una nottata in ostello (quest’ultima arriva con l’allarme sul MacBook Pro, come se ci fosse bisogno di aggiungere una punta di geekness alla ragazza…)
  • assegno una faccia e un corpo a Davide Salerno, BluSfumato e Alessio Jacona
  • quando parlo di “PseudoTecnico” non mi guardano come se fossi uno psicopatico: resta da capire se quelle persone sanno effettivamente chi sono oppure non vogliono deludermi
  • mi fermo a parlare cinque minuti con Stefano Epifani, disponibile e simpatico, delle sue trasferte in quel di Brescia
  • seguo la presentazione di Palmasco e i suoi litigi con il proiettore (per farci capire spesso prendeva in mano il MacBook Pro e lo mostrava al pubblico)
  • incontro il simpatico Maurizio Pelizzone: te lo immagini come una specie di Andrea Beggi piemontese e scopri che ha un paio d’anni di più di te ma ne dimostra almeno 10 di meno 😛
  • a pranzo con Maurizio si parla con quelli del tavolo accanto di un BarCamp monotematico sul porno, c’è chi è disposto a sacrificarsi offrendo la propria casa come location
  • nell’interstizio post-pranzo mi ritrovo a parlare di data-center dismessi e cazzabubbole con il girovago Miki Fossati, Davide Salerno, Maurizio e con il Folletto che ho colpevolmente riconosciuto solo dopo 5 minuti (e dopo avergli palesemente chiesto il nome del suo blog)
  • mi perdo la presentazione di Luca sugli informatici (la stanza era stracolma) e anche quelle di Stefano Epifani e di BlogBabel (l’ho scoperto tramite Twitter, avvisato da eio), in compenso riesco a seguire con calma quella di Maurizio sui temi di WordPress

Partenza alle 18.15 da Genova e arrivo a casa alle 20.50: oggi ho impiegato solo mezz’ora per ripulire la parte frontale della macchina, sommersa da moschini e insetti da mezzo chilo, roba da chiamare il National Geographic per un documentario sui campioni raccolti sulla Torino-Piacenza.

Questa è solo la minima parte di quello che è successo in 8 ore scarse di BarCamp: purtroppo non è possibile trasmettere l’atmosfera del BarCamp, per questo prima o poi vi toccherà andarci direttamente (sperando che sia organizzato bene come quello di Genova).

Arrivederci al prossimo BarCamp 😉

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