Scrivevo giusto ieri

Vivaldi è un progetto interessante e coraggioso, per cui sono davvero curioso di vedere se avrà successo, al contrario di Brave (per quanto rispetto abbia per Brendan): non credo che il loro modello di business – sostituire pubblicità brutte, sporche e cattive con le proprie – sia eticamente apprezzabile. Personalmente ho anche qualche dubbio sulla legalità dell’approccio – la tua pubblicità viene visualizzata tra i contenuti del mio sito, e non è la pubblicità che io ho scelto di mostrare, mi stai privando di un ritorno economico e stai guadagnando in qualche modo dalla visualizzazione dei miei contenuti  – ma visto che nessuno ha ancora fatto causa ad AdBlock Plus, immagino non sia un problema così facile da definire.

E leggo oggi:

A group of the biggest US newspaper publishers — including Dow Jones, The Washington Post, and The New York Times Co. — have cosigned a cease and desist letter (read it in full below) sent to the former Mozilla CEO’s new browser company.

Mi chiedo che bisogno ci fosse di buttare in mezzo Mozilla nel titolo, ma tant’è.


4 commenti/trackback a “Brave (il browser), editori e pubblicità”

  1. gialloporpora scrive:

    Anche io trovo interessante Vivaldi, Brave non l’ho provato ancora.
    Effettivamente la sostituzione della pubblicità è un comportamento un po’ discutibile, praticamente il browser non diventa solo il visualizzatore dei contenuti, ma li modifica e guadagna su contenuti che non gli appartengono.
    Adblock qualche causa l’ha vinta, almeno in Germania, sarà interessante vedere il responso di un tribunale statunitense a riguardo:
    http://www.theguardian.com/media/2016/mar/30/adblock-plus-publishers-suddeutsche-zeitung-adblocking

    Io non sono contrario a priori alla pubblicità sui siti, anzi, però davvero ci sono delle esagerazioni e c’è davvero poco controllo sui contenuti pubblicitari che molte volte veicolano solo malware.

  2. Emanuele scrive:

    Non ha alcun senso… Secondo questo principio potrei fare causa a Stylish perchè permette la modifica della grafica del mio sito, a n-mila estensioni per aggiungere/modificare/togliere funzionalità, e così via… (no, il fatto che Brave sembra ci guadagni è ininfluente dal punto di vista legale)

    Che poi sarebbe questo browser o adblock responsabile legalmente di un eventuale (dove sono i termini di contratto con la loro firma?…) effrazione? E se l’attenzione si sposta sull’utente, ancora una volta, dove sta il contratto accettato da ambo le parti per cui questo non può bloccare la pubblicità o sostituirla?

    Ci sono così tante cose sbagliate in una sola mossa che enumerarle tutte richiederebbe giorni

    Se vogliono fare qualcosa dovrebbero piuttosto ripensare il loro business in funzione della realtà in cui viviamo.

  3. flod scrive:

    E se l’attenzione si sposta sull’utente, ancora una volta, dove sta il contratto accettato da ambo le parti per cui questo non può bloccare la pubblicità o sostituirla?

    Tu (utente) sei libero di fare un po’ quello che vuoi: puoi non caricare le immagini, puoi visitare il sito con un browser testuale, puoi disattivare JavaScript, puoi usare estensioni per bloccare pubblicità. Dall’altro lato il fornitore di contenuti è libero di non accettare questo comportamento. A quel punto tocca a te (utente) decidere se a) accettare il ricatto, b) dimenticarti di quel sito, c) cercare di aggirare il blocco.

    L’opzione c) è eticamente corretta? Non credo, fa molto comodo pensarlo. E lo dice uno che ha usato AdBlock per anni.
    È legalmente accettabile? Non ne ho idea. Di sicuro nessuno andrà a perseguire i singoli utenti, ma i sistemi che lo permettono (e cercano di guadagnarci nel mentre) sì, sono bersagli molto più facili.

  4. Emanuele scrive:

    Attenzione che non parlo di etica 😉

    Quello che voglio dire è che, legalmente parlando, è stupido pensare di agire per quelle vie. Le opzioni sono altre, come il fornire l’accesso solo a utenti paganti, studiare un eventuale anti-adblock, sensibilizzare il tuo pubblico (e fornire al contempo un’esperienza non frustrante) ecc…

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