Eos 350D, Sigma 150mm ƒ2.8 + tele 1.4x, cavalletto

Piccola rosa


Canon 17-40mm ƒ/4L USM

28 Luglio 2007

Con questo nuovo acquisto direi che il corredo fotografico è praticamente completo (manca forse un moltiplicatore 1.4x per il 70-200mm, ma a guardare il prezzo del Canon mi passa la voglia).

Canon 17-40mm ƒ/4 Unboxing

Canon 17-40mm ƒ/4L USM con paraluce EW-83E e custodia morbida, garanzia italiana.

Premesso che non ci guadagno nulla, ne approfitto per fare i complimenti a Digitalfoto:

  • ho inviato l’ordine mercoledì sera (25 luglio) alle 20.30 scegliendo come pagamento il bonifico bancario anticipato (si risparmia il 2%)
  • giovedì mattina ho ricevuto la conferma della disponibilità, fatto il bonifico con valuta 28 luglio (con Fineco ci sono almeno due giorni di valuta obbligatori) e spedita via e-mail la distinta con numero di CRO
  • venerdì mattina (27 luglio) alle 10 avevo già in mano l’obiettivo nuovo

Alle spalle avevo un solo ordine di 30€, quindi non avevo uno storico che giustificasse tale rapidità.

Non rappresentato in foto, da un altro fornitore ho acquistato anche un filtro polarizzatore circolare HOYA Pro1 Digital da 77mm.

In attesa di dedicarmi ai panorami, per il momento ho provato un paio di inquadrature buffe 😛

Homer: test 17-40mm


Il futuro di Thunderbird

27 Luglio 2007

thunderbird_grippe.jpg

Che Thunderbird sia meno considerato di Firefox in casa Mozilla è una cosa che vado ripetendo da anni (di solito lo chiamo “il figlio della serva”). Detto questo non si capisce perché stracciarsi le vesti dopo la proposta di Mitchell Baker: Thunderbird avrebbe solo da guadagnare da una gestione autonoma, meglio se supportata dal punto di vista finanziario dalla fondazione Mozilla.

Se poi mi ritrovo a leggere ‘ste cose con titolo ad effetto, per di più scritte da una persona che stimo e apprezzo, mi viene il dubbio che sia il caldo a stimolare l’inconsapevole voglia di troll

Il client di posta nato come alternativa ad Outlook Express non è attualmente nelle priorità della fondazione, attualmente focalizzata nel solo browser, cosa che ormai tutti hanno notato vista le poche novità (ma soprattutto la poca stabilità) della versione 2.0.

Fullo, giusto per curiosita: lo stai usando Thunderbird? Se c’è una cosa che non è mai andata in crash sui miei pc (e sui miei Mac) è proprio Thunderbird, peraltro con un profilo principale (qualche GB di posta sul groppone) che sopravvive dalla versione 0.5 ed è passato attraverso Linux e due versioni di Windows.

Poi dovremmo discutere anche sull’etichetta “nato come alternativa ad Outlook Express” affibbiata ad un prodotto multipiattaforma (Linux, Mac, Windows) fin dalla versione 0.1

Resta il fatto che Mozilla sta perdendo sempre più estimatori nel mondo OSS, tant’è che i progetti per passare da Gecko a WebKit sono sempre di più…

Vero: Gecko è brutto e cattivo, consuma RAM e CPU peggio di una tenia digitale, non si lava ed è pure antipatico.

Non so, ho l’impressione che il mondo Open Source sia ogni giorno più predisposto all’autoerotismo cerebrale.

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Emanuele ha rilasciato una nuova versione del plugin per visualizzare nella sidebar del vostro blog WordPress la posizione aggiornata nella classifica di BlogBabel: BlogBabel Rank Plus.

Piccolo problema: il plugin non funziona su DreamHost (o quantomeno non funziona su questo blog).

Questo è il codice originale del plugin utilizzato per leggere la posizione

function bbrp_getRank($blog) {
	$host = BB_API_URL.$blog.';f=txt';
	$contents = file_get_contents($host);
	if($contents != "") {
		$rankx = explode("rank: ",$contents);
		$ranky = explode("\n",$rankx[1]);
		$trend = explode(" ",$ranky[1]);
	}
	return array("$ranky[0]","$trend[1]");
}

La funzione file_get_contents con URL è disabilitata su DreamHost per motivi di sicurezza, per cui bisogna modificare il codice in questo modo:

  • utilizzare CURL al posto di file_get_contents
  • aggiungere il carattere / al termine dell’URL (variabile $host): in caso contrario non viene restituito alcun risultato

Per comodità ho scelto di creare una funzione file_get_contents_DreamHost e modificare solo la chiamata a file_get_contents nella funzione originale bbrp_getRank:

function file_get_contents_DreamHost ($host) {
	$ch = curl_init();
	$timeout = 5;
	curl_setopt ($ch, CURLOPT_URL, $host.'/');
	curl_setopt ($ch, CURLOPT_RETURNTRANSFER, 1);
	curl_setopt ($ch, CURLOPT_CONNECTTIMEOUT, $timeout);
	$file_contents = curl_exe_c($ch);
	curl_close($ch);
	return $file_contents;
}

function bbrp_getRank($blog) {
	$host = BB_API_URL.$blog.';f=txt';
	$contents = file_get_contents_DreamHost($host);
	if($contents != "") {
		$rankx = explode("rank: ",$contents);
		$ranky = explode("\n",$rankx[1]);
		$trend = explode(" ",$ranky[1]);
	}
	return array("$ranky[0]","$trend[1]");
}

Nota importante: nella prima funzione, c’è scritto curl_exe_c. Il secondo “_” va cancellato (questa è la funzione in questione): evidentemente su DreamHost ci sono delle protezioni che impediscono il salvataggio di un post contenente quella stringa (cercando di salvare si ottiene una pagina di errore 503).


Ieri pomeriggio si è verificato un piccolo terremoto nella classifica di BlogBabel: la spiegazione dei sobbalzi è in questa discussione su Google Groups (entrambe le citazioni sono di Ludo, via Elena):

Che finalmente si è accesa una lampadina, e abbiamo capito che potevamo
escludere i link interni ai network di nanopublishing dal calcolo dei
punteggi.
E abbiamo abbassato il valore di Google Blog Search, che da un mesetto
circa restituisce risultati poco attendibili.

In realtà Google Blog Search e Yahoo sono proprio spariti dai criteri:

Si, li abbiamo tolti. GBS è diventato totalmente inaffidabile, per vari
motivi. E Yahoo! lo è sempre stato. Abbiamo deciso che privilegiavano
troppo i blog commerciali, in maniera anomala, a discapito di tutti gli
altri.

Peraltro sull’affidabilità di Google Blog Search avevo già espresso i miei dubbi in tempi non sospetti 😛

Detto questo, stavo pensando: perché non modificare il valore relativo a FeedBurner e utilizzare, ad esempio, la media in sostituzione del numero giornaliero di lettori?

Da una rapidissima occhiata alle API di FeedBurner mi è parso di capire che la media dei lettori non sia un dato rilevabile. Ammesso che sia così (l’occhiata è stata mooolto rapida), è troppo complesso pensare di calcolare questo valore direttamente su BlogBabel? Invece di aggiornare il numero dei lettori con quello rilevato ogni giorno, in fase di update basterebbe fare la media tra il valore già presente e quello appena recuperato da FeedBurner (senza la necessità di memorizzare ulteriori dati): in questo modo il valore visualizzato in classifica sarebbe meno soggetto a fluttuazioni.
Ad esempio il numero di lettori cala sensibilmente durante il fine settimana e il valore domenicale viene rilevato sulla classifica del lunedì: utilizzando la media dei lettori si riuscirebbe a diminuire l’effetto sulla classifica di questi sbalzi, che nel caso di questo blog sono di circa il 20%.

Come sempre non bisogna essere avari di complimenti verso tutto lo staff di BlogBabel, che si smazza un lavoro mica da ridere 😉

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Il mio WaveCamp

22 Luglio 2007

Eccomi qua, in accappatoio, nel naso l’odore psichedelico del cloro, PowerBook sul tavolo senza la copertura Wi-Fi di quel cacchio di router 3Com (urge una soluzione! Qualcuno mi invii un promo code foneroso 😛 ), a sfruttare l’ombra del gazebo in giardino per raccontarvi l’ennesimo incontro dell’italica blogopalla: il WaveCamp.

Venerdì pomeriggio partenza da casa alle 15.15 per andare al recupero di Mescaline, rinchiusa in un monastero del ‘500 con una folla di sconosciuti che avanzano pretese di parentela (il fatto che il monastero adesso sia un ristorante è un dettaglio insignificante). Già me la immagino in stile Duke Nukem 3D, con tutti gli invitati distesi a terra in un lago di sangue, un fucile nella mano destra e la testa della sposa che dondola nella sinistra.

Arrivo in questo luogo dimenticato da Dio e decido di aspettare 5 minuti prima di allertarla via SMS: passa 1 minuto e vedo un gruppetto di donne arrancare sulla salita del ristorante (l’avevo detto che il ristorante, da bravo ex-monastero, è in culo ai lupi arroccato su una collina?), in pieno sole, circa 37°. Sono nella pausa tra il “primo primo” e il “secondo primo”: praticamente una maratona culinaria che si protrarrà fino alle 20! Quasi quasi mi dispiace di averla sottratta a questo martirio e al suo tavolo “Gazzetta dello sport” 😛

Incrocio la signora mamma di Mescaline, che mi scruta e si convince parzialmente di non avere di fronte un maniaco pronto a rapirle la progenie. Nel frattempo M. si cambia come una novella Wonder Woman (o Clark Kent, ma non c’era la cabina telefonica) e si parte sulla pseudo-macchina: 37.5° sull’indicatore del cruscotto, aria condizionata piazzata in automatico sui 24°.

Ecco, della signorina M. bisognerebbe parlare per almeno un paio d’ore, ma ne uscirebbe una specie di santino, una gigantesca icona russa, per cui è meglio sorvolare. Potrei parlarvi della borsa, che i pantaloncini di Eta Beta gli fanno un baffo, oppure della quantità di cose viola che vivono e si riproducono nella succitata borsa.
Difficile trovare le parole per descrivere una gentile signorina che sente partire “Fear of the Dark” live dall’autoradio e dice “Andiamo sul classico!”, avendo capito immediatamente: a) Chi suona b) Quando è stata registrata c) Qual è il DVD da cui è presa d) Come era vestito Bruce Dickinson quel giorno 😀
A proposito: il film spazzatura con Ben Affleck e Uma Thurman era PayCheck 😉

Durante il viaggio, scrutando le prealpi gardesane avvolte dalla cappa di calore, M. pronuncia una frase che poi si rivelerà profetica: “Ma come fate ad orientarvi senza il mare?” Ecco, i genovesi senza il mare hanno il senso dell’orientamento di un pipistrello col casco.

Ci abbiamo messo quasi 4 ore per arrivare all’uscita di Sesto Fiorentino, complice coda lacustre in zona Desenzano e una barca in mezzo all’A1 (lo so, sembra la pubblicità della Q8, che ci posso fare?). Arrivati a Sesto Fiorentino è servita un’ora per riuscire a rintracciare i 4 soci genovesi, apparentemente non a proprio agio nell’individuare punti di riferimento umani e univocamente riconoscibili 😛

Lascio una sfiancata M. tra le braccia dei suoi soci (stava iniziando a parlare in terza persona alla Twitter) e mi avvio verso la casa di Iacopo, dove un Gioxx particolarmente affamato cercava di placare i morsi della fame addentando il mobilio. Si va a mangiare una pizza di dimensioni imbarazzanti, gelato e poi a casa per il giusto riposo del viaggiatore (siamo circa all’1.30 del mattino).

Giusto riposo ‘na sega: mi sono addormentato alle 2.30, coccolato da tempeste tropicali provocate da Air Gioxx™ (come spiegato a qualcuno la mattina successiva non avevamo l’aria condizionata ma l’aria gioxxata, e vorrei far presente che venerdì sera non ero biondo come lo sono ora), caldo torrido e zanzare talmente grosse da richiedere l’autorizzazione alla torre di controllo prima di entrare in camera.

Ore 5.30 sveglia, orologio biologico della cippa! Mi alzo, recupero Gandalf (il PowerBook) e me ne esco sul balcone a godermi i 20° del mattino. Alle 6, dopo aver controllato posta e feed, inizio e finisco “Grazie!” di Daniel Pennac.

Alle 7 siamo praticamente tutti svegli, ciononostante non riusciamo a muoverci da casa prima delle 8.30: Gioxx prima cazzeggia con Last.fm, poi passa al trucco lo stesso tempo di Valeria Marini. Piccola fermata in pasticceria per la colazione, poi un’altra ora di auto in direzione WaveCamp.

A questo punto vorrei spezzare una lancia nel fondoschiena dell’organizzazione di Italia Wave: le indicazioni per raggiungere il Wave sono le peggiori che io abbia mai incrociato! Si capisce dove sono i parcheggi, ma non si capisce dove razzo si trovi l’area dei concerti. Fatto sta che abbiamo lasciato le macchine ad un paio di chilometri dall’area in cui svolgeva il WaveCamp, un paio di chilometri da farsi sotto il sole cocente, accanto alla strada e in mezzo a terra sabbiosa che ti si infila in ogni dove.

Arriviamo e passiamo i tornelli dell’ingresso: un simpatico omino dotato di giubbetto catarifrangente ci arriva alle spalle e ci avvisa “Le borse!” Risposta sussurrata del conte™: “Col cazzo!” Poi si scopre che voleva guardare dentro alle borse, non tenersele come souvenir. Non soddisfatto produce un paio di battute sul fatto di tenersi le borse (dopo averne visto il contenuto), al che io fantastico sulla possibilità di fargli una rettoscopia con il 70-200mm+paraluce (e chi l’ha visto dal vivo capisce cosa significa).

Dopo avere attraversato il deserto del Gobi che si stende davanti al palco principale, si entra nell’area in cui si terrà il WaveCamp: sono quasi le 11 e non c’è molta vitalità, in sottofondo il sound-check di Vinicio Capossela che durerà per circa 4 ore. Si incontrano Dema, i genovesi redivivi (che a quanto pare hanno recuperato il senso dell’orientamento 😛 ), DelyMyth e socio, Stefano Vitta, Antonio Sofi che cerca di convincermi che l’etica del fotografo impone di non fotografare un collega, Elena con piccolo russo al seguito, una quantità di altre persone tale da saturare le sinapsi dei miei poveri neuroni.

I talk slittano alle 13.00: questo WaveCamp sarà all’insegna della qualità dei contenuti, non della quantità. Mi perdo il primo talk, troppo intento a sciogliermi con i 43° di quel Dolce forno Harbert che è il tendone in cui ci troviamo: le fonere vanno in shock termico, la lobby genovese torna in albergo per una pausa rigenerante, Gioxx regala ignoranza gratuita (ed è per questo che gli vogliamo bene).

Riesco a seguire l’interessantissimo talk di Stefano Quintarelli (a proposito, le slide ci sono da qualche parte?), quello dell’instancabile Luca Mascaro e quello dell’uomo Siae (Manlio Mallia, un nome perfetto per uno dei trentatre trentini). Eventuali riflessioni sugli argomenti trattati le riservo per la fase post-bollitura del mio cervello. Nel pomeriggio arrivano anche Alessio Jacona, cotto a puntino dal viaggio in moto e dagli addetti al parcheggio del Wave, Feba e Nicola Mattina.

Ore 18 e qualcosa, si decide di tornarsene a casa saltando la cena (l’ho detto che, a parte un calippo e 3 litri di acqua calda, ero a digiuno dalla brioche del mattino?). Peccato che il viaggio di ritorno sia stato molto più noioso di quello di andata.

Dimenticavo: in un solo giorno sono riuscito a compromettere la mia fama di asociale, garantendo la mia presenza al RomagnaCamp e al LostCamp di settembre.

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