Post di servizio sull’orribile software della Sogei.

Rinnovo ambiente di sicurezza senza lettore floppy: la procedura (fatta per la prima volta questa mattina) è esattamente uguale a quella con lettore floppy, l’unica accortezza è quella di svuotare la cartella con le vecchie chiavi prima di procedere con la generazione dell’ambiente (in caso contrario il software si lamenta che il dispositivo “non è vuoto”). Viene chiesta anche una seconda cartella dove inserire una copia delle chiavi (l’equivalente del secondo floppy).

Crash dell’applicazione: le ultime versioni del software sono afflitte da un fastidioso bug, basta un clic con il tasto destro in una qualsiasi finestra di esplora risorse (ad es. nella finestra per selezionare il file da controllare/autenticare) per far chiudere l’applicazione. Per poter riavviare il software è necessario eliminare il file lock in \entratel\prog (operazione che i vecchi utenti Entratel ricorderanno fin troppo bene).


Considerazioni post keynote

15 Ottobre 2008

Considerazioni in ordine sparso sul keynote Apple di ieri sera, cercando di non frantumar le gonadi con l’elenco delle novità e specifiche tecniche (potete trovarle su altri n-mila blog questa mattina).

Core business

Il fatto che in un solo keynote – e in un’atmosfera piuttosto spartana – sia stata rinnovata praticamente tutta la gamma di notebook e display fa pensare. Nello stesso evento hanno aggiornato completamente tre linee di notebook (air, macbook, macbook pro) e aggiunto un display LED (i tre display ADC risultano ancora in vendita su AppleStore), non ricordo un keynote con così tante novità.

Rumors

Il sig. Jobs non è più bravo come una volta a segar le gambe ai “rumoristi”: gli ultimi due keynote hanno presentato delle non novità (nel senso che erano nuove una settimana prima). Infiltrati più affidabili oppure volontà precisa di Apple?

Sub Notebook

Manca un netbook: personalmente ritengo che Apple non sia interessata a un mercato dove i guadagni si fanno sulla quantità (il margine su un netbook non è certamente paragonabile a quello di un MBPro da 2000€).

Manca un notebook con display inferiore ai 13″: peccato, conosco molti utenti Mac che si fionderebbero su un modello del genere.

Varie ed eventuali

Non condivido la scelta di avere solo display glossy sui notebook professionali, il tempo (e le recensioni) ci diranno se i professionisti della grafica (e del colore) apprezzeranno.

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Da qualche ora è disponibile per il download la versione beta 1 di Firefox 3.1, come sempre riservata a tester e sviluppatori.

Nuova anche la pagina “first run”, con robot in stile Transformers.

Nei giorni scorsi è uscito anche Thunderbird 3 alpha 3.

Tra le poche novità visibili, almeno al momento, spicca la nuova modalità di visualizzazione dell’header del messaggio (notare le stelline accanto ai contatti in stile preferiti di Firefox 3). Bisogna ancora attendere per la visualizzazione a schede.

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Autumn

Canon EOS 40D, Sigma 150mm ƒ2.8, treppiede


Il lavoratore autonomo

11 Ottobre 2008

In clamoroso ritardo – guarda caso per colpa di ritmi di lavoro allucinanti, giusto oggi pomeriggio mi sono imposto di prendere una pausa – mi collego al post di Federico sulla situazione (e la disorganizzazione) del lavoro autonomo in Italia. Lo spunto è interessante, e mi piacerebbe davvero che ne uscisse qualcosa di utile (e sarei grato a tutti, commentatori compresi, se non la si buttasse in politica con simpatie e antipatie varie).

Cosa faccio per vivere

Mi presento: mi chiamo Francesco e sono un alcolista lavoratore autonomo.

Ho iniziato a lavorare nel 1999 tenendo corsi di informatica all’interno di aziende. Negli anni sono passato attraverso le figure di co.co.co. (collaboratore coordinato e continuativo), dipendente con contratto a tempo indeterminato, di nuovo collaboratore e infine ditta individuale (da luglio 2004).

Quando mi chiedono “Che lavoro fai?” ho sempre qualche problema a rispondere, per cui taglio corto dicendo “il consulente”. Il mio lavoro principale consiste nel fare installazione e assistenza hardware e software, ma questo non toglie che occasionalmente mi occupi di sviluppo (piccole applicazioni in ambiente Windows) e siti web. Se proprio dovessi sintetizzare, vendo competenze più che beni materiali.

Ho la fortuna di avere un committente che mi garantisce un discreto numero di ore settimanali e allo stesso tempo mi offre flessibilità sufficiente per seguire i miei clienti: grazie a questo lavoro passo buona parte del tempo a stretto contatto con commercialisti e ragionieri, per cui posso anche sentire diverse campane sulle questioni fiscali.

Detto questo, non ho competenze in materia fiscale e non ho mai fatto un’ora di ragioneria nella mia vita, quindi i commenti sono a disposizione (con un ringraziamento anticipato) per correggere tutte le castronerie che avrò scritto da qui alla fine del post 😉

La giungla

Se hai deciso di metterti in proprio, preparati al caos: consulta 10 consulenti diversi, probabilmente otterrai 11 risposte diverse alla stessa domanda (perché almeno uno dei consulenti vorrà fornirti un’alternativa). Il problema non è la scarsa preparazione dei consulenti, quanto l’arretratezza di un sistema che si rifiuta di riconoscere (e inquadrare) professioni atipiche come quelle legate al mondo dell’informatica.

Verrai messo di fronte a scelte che non comprendi a fondo (quale codice attività usare, ditta artigiana oppure no, ecc. ecc.), per cui devi necessariamente rivolgerti ad un consulente di fiducia. Io ne ho scelto uno giovane, che mi desse la sensazione di essere costantemente aggiornato e che, soprattutto, non reagisse come la mucca che guarda passare il treno quando gli parlavo di siti web, e-mail e compagnia bella.

Preparati a pagare, tanto e spesso. Nel mio caso si comincia a pagare a febbraio (fissi dell’INPS e INAIL) e si finisce a dicembre con l’acconto dell’IVA: in totale ho contato 16 deleghe F24 per il 2007.

Non ho potuto aderire a regimi agevolati, per cui sono in contabilità semplificata. Incredibile ma vero, la contabilità me la tengo da solo: per un maniaco dell’ordine e della precisione come il sottoscritto, è fondamentale avere tutto sempre sotto controllo. Questo significa che non reagisco come il sopracitato bovino quando il commercialista mi parla di liquidazioni IVA o percentuali di ammortamento, e soprattutto non scopro all’ultimo minuto quanto devo pagare.

Vi assicuro che tenere una contabilità semplificata è operazione alla portata di tutti (con un inquadramento iniziale da parte del consulente), soprattutto per dei privilegiati come noi che non hanno bisogno di un consulente per gestirsi il computer. Per una ditta individuale le operazioni si riducono a poche tipologie: le fatture di vendita sono tutte identiche (meglio dettagliare in modo adeguato i conti di ricavo, per evitare di riprendere in mano tutto per gli studi di settore), per le fatture di acquisto è sufficiente stare attenti all’IVA e alla deducibilità di alcune operazioni (sostanzialmente spese auto e telefoniche), per i beni strumentali basta un minimo di manualità con Excel. Poi arriva la fattura intracomunitaria, e in quel caso il diritto alla bestemmia è sancito dalla costituzione.

Gli studi di settore

Quello che penso degli studi di settore l’ho già scritto più volte su questo blog, per cui non mi dilungo. SI tratta di un modello teorico che stabilisce, in base a parametri fuori dal mondo, quanto dovresti dichiarare. Una scatola nera che, dati in ingresso i dati della tua attività, non si limita a dirti “Sei un imprenditore di merda, datti all’ippica”, piuttosto spara sentenze del tipo “Avresti dovuto guadagnare Xmila euro in più quest’anno, se non l’hai fatto è perché stai imbrogliando quindi ti faccio pagare le tasse anche su quello che non hai dichiarato”. Non fa una piega.

I pagamenti e le delusioni

Fastidi e delusioni del lavoro autonomo:

  • mediamente il cliente paga a 30 giorni fine mese (per chi non è pratico: fatturo oggi, il cliente dovrebbe pagare il 30 novembre), nel caso di lavori più grandi anche a 30/60/90. La forma di pagamento più comune è il bonifico bancario, visto che la ricevuta bancaria non è una strada praticabile per la maggior parte delle piccole aziende;
  • se non hai massa critica sufficiente, il fornitore pretende pagamento cash al ritiro oppure anticipato. Se sei fortunato puoi pagare con carta di credito, almeno sposti l’incasso al mese successivo;
  • vieni trattato come un paria dal sistema bancario e finanziario. Per il finanziamento sull’acquisto dell’auto (la rata corrisponde a un decimo del mio fatturato mensile), hanno chiesto la firma di mio padre (pensionato) come garanzia. Mi è stato rifiutato un leasing per l’acquisto di un computer perché una ditta individuale non fornisce le stesse garanzie di una società: avrei potuto richiedere una valutazione fornendo dichiarazione dei redditi e compagnia bella, ma visto l’importo ho preferito evitare ulteriori perdite di tempo;
  • il sistema fiscale italiano non prevede la presunzione d’innocenza, casomai il contrario;
  • l’IVA viene pagata mensilmente o trimestralmente (pagandoci sopra degli interessi), quindi spesso ti ritrovi a pagare l’IVA per importi che non hai ancora incassato (e che potresti non incassare per mesi);
  • l’INPS prevede dei fissi belli sostanziosi, ossia quote che paghi a prescindere dal fatto di aver guadagnato qualcosa durante l’anno.

Ironia della sorte, giusto in questo periodo devo cercare di recuperare un cliente che pare sparito dalla faccia dalla terra (cellulare e linee staccate, non risponde alle e-mail, la sede è troppo lontana per andare a cercarlo armato di randello nodoso): alla fine, recuperare quei soldi mi costerà più di quello che avevo fatturato.

Conclusione

Non rimpiango la scelta di lavorare in proprio, fosse solo per la libertà di azione che mi garantisce. Se fosse solo una questione economica probabilmente non converrebbe: a parità di ore lavorate i guadagni non sono superiori a quelli di un lavoro dipendente, anzi, e le garanzie sono inesistenti.

Detto questo, mi piacerebbe avere un minimo di tutela in più da parte di uno stato che mi considera solo come un salvadanaio senza fondo.

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Sono passate circa tre settimane da quando ho ricevuto il cellulare LG Secret e, in questo periodo, l’ho affiancato al mio Nokia E90 come cellulare secondario in sostituzione di un Motorola SLVR L7.

In realtà questo post costituisce una recensione ancora parziale, visto che la scarsità di tempo mi ha impedito di sperimentare in modo adeguato nella sezione fotografia e video – cosa che conto di fare non appena il lavoro mi lascerà un po’ di respiro.

Il telefono

I materiali e le finiture sono di prima qualità, il telefono offre una sensazione di solidità che difficilmente ho trovato in altri cellulari con tastiera slide (la sensazione che ho sempre avuto, per qualità delle plastiche e peso, è quella di avere in mano il telefono della barbie™).

Anche il vetro temprato ha mantenuto le promesse: pur rimanendo nella stessa tracolla insieme ad un altro “cellulare di peso” e, ogni tanto, in compagnia delle chiavi di casa e auto, ad oggi il vetro e il cellulare non presentano il minimo graffio. Ovviamente, come tutti i dispositivi touch, nel giro di 10 minuti il vetro si riduce come una scena del crimine di CSI, ma questo è un altro discorso…

La durata della batteria, quantomeno per l’uso che faccio del cellulare, è più che ragionevole: senza abusare di musica e radio, bastano un paio di ricariche a settimana. Ottime le cuffie in-ear, soprattutto considerando la qualità media degli auricolari forniti con i telefoni cellulari (compreso il blasonato iCoso).

Gli auricolari, il cavo dati USB e l’alimentatore si collegano al cellulare attraverso un unico connettore proprietario situato sul lato sinistro del cellulare. Mi chiedo quando i produttori si decideranno ad unificare i connettori 🙁

Software e usabilità

La gestione dei menu avviene usando una sorta di touchpad nella parte inferiore del telefono: ci sono quattro “pulsanti” di direzione, un pulsante centrale per selezionare (nella foto non si vede in quanto non illuminato) e la classica coppia di pulsanti sotto lo schermo.

Il problema di questo touchpad non è tanto la sensibilità – ci si fa l’abitudine – quanto forma e posizione del pulsante centrale: a differenza degli altri sei pulsanti “virtuali”, questo è un tasto vero e proprio che sporge leggermente dalla superficie. Qual è il problema? Semplice: chi come il sottoscritto è provvisto di dita di dimensioni “generose”, difficilmente riesce a premere il pulsante senza sfiorare (e attivare) i pulsanti “alto” e “basso”. Il risultato è spesso la scelta di un menu sbagliato. Per fortuna buona parte dei comandi è accessibile anche usando la tastiera (ad es. 1 per sì, 2 per no).

A mio modo di vedere è discutibile la scelta di avere un touch “a metà”: le funzionalità touch si attivano usando un pulsante laterale e consentono l’accesso a un menu “Touch media” limitato (musica, foto, m-toy, documento, radio fm). Sarebbe stato interessante poter usare il touch per comandare, ad esempio, il menu principale, vista la dimensione generosa delle icone.

In generale il software mi è sembrato abbastanza intuitivo, anche se soffre di una certa lentezza in alcune operazioni più complesse (ad esempio per aprire la galleria multimediale, oppure attivare la sezione video).

Sincronizzazione

Veniamo all’unico punto veramente negativo di questo cellulare: non c’è verso di sincronizzarlo con un Mac (o quantomeno io non sono stato in grado di farlo), il massimo che si riesce a fare è il pairing via bluetooth per il trasferimento di file.

Un sospetto l’avevo avuto nel momento in cui ho visto il minicd in dotazione – i Mac normalmente hanno lettori slot-in e non gradiscono i mini supporti –, il timore si è concretizzato nelle ultime due settimane di ricerca su Google.

Non esistono plugin per iSync, e mi pare di capire che non ne esisteranno nemmeno in futuro:

For some (crazy) reason, LG uses it’s own proprietary and (mostly) incompatible communications protocols (all those prefixed with “LG” are their custom versions) and LG don’t bother to make any Mac software either.

It’s the same with syncing. LG don’t use the industry standard OMA SyncML protocol like most other big name manufacturers do – Sony Ericsson, Nokia, Motorola, and even Samsung now.

Esiste un software Open Source, BitPim, che permette la sincronizzazione con alcuni modelli LG ma non supporta il KF-750 (aka LG Secret). Nemmeno OnSync, a pagamento, supporta questo modello di LG.

Sinceramente sarei felice di essere smentito in proposito da qualcuno di LG. Certo è assurdo che un cellulare di questo tipo, così curato dal punto di vista del design, finisca per tagliare fuori una categoria di utenti tipicamente attenta a questo fattore (sicuramente più dell’utente business medio).

Conclusioni

Si tratta di un buon telefono consumer (in attesa di valutare la sezione video&foto), con un occhio particolare all’eleganza e alla cura del design. Se siete utenti business, o se semplicemente avete intenzione di sincronizzarlo con un Mac, probabilmente conviene valutare altri modelli 😉

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