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Come previsto tutti i miei buoni propositi sono saltati miseramente: l’idea iniziale era quella di aspettare il modello successivo dell’Asus Eee Pc ma non ce l’ho fatta, complici anche le numerose recensioni positive della blogopalla.

Nell’ultima settimana mi sono maledetto almeno 5 volte per aver lasciato a casa il notebook e mi sono ritrovato a pensare «Ah, se avessi l’Eee adesso sì che farebbe comodo!».
Il Dell Latitude al momento contiene tutti i software per la localizzazione di Firefox (e mi viene male al solo pensiero di reinstallare e riconfigurare tutto su un’altra macchina) e ha un valore economico tale per cui non me la sento di abbandonarlo in auto alla mercé dei ladri. In questo modo quando mi muovo col notebook assomiglio a un venditore ambulante 2.0: zaino con ferri e cd, borsa del portatile, borsello con chiavi-portafoglio-cellulare.

Visto che ultimamente non ho buoni rapporti con i corrieri italici, ho ordinato l’Eee PC su ePrice (dicono disponibile dal 9 febbraio, su MediaWorld parlano del 3 marzo) e potrò pagarlo e ritirarlo personalmente dal Pick&Pay di Brescia. Nel frattempo ho già ordinato un modulo di memoria Kingston da 2GB (meno di 40€, o tempora o mores!).

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Eco-contributo RAEE

21 Gennaio 2008

RAEE è l’acronimo di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche:

Come previsto dalla nuova Legge appena entrata in vigore (Decreto 151 del 2005), una volta ritirati i tecno-rifiuti dai centri di raccolta (piazzole ecologiche), le aziende produttrici sono responsabili del loro corretto trattamento e smaltimento. A questo proposito, i Produttori nazionali e internazionali presenti in Italia hanno costituito degli appositi Sistemi Collettivi cui affidare il processo di recupero e riciclo.

In sostanza il produttore impone un contributo – non tassa, visto che lo stato non riceve nulla – di smaltimento per gli AEE e si impegna, attraverso appositi consorzi, alla gestione del rifiuto con modalità idonee.
Tale contributo può essere esposto separatamente (visible fee) oppure compreso nel prezzo finale: trascorso un primo periodo transitorio (2011 o 2013 a seconda della tipologia di AEE), l’Eco-contributo RAE verrà incluso nel prezzo.

Nota per i distributori e i rivenditori:

  • se il produttore opta per la visibilità dell’eco-contributo, questo dovrà essere visibile per tutta la filiera distributiva;
  • in caso contrario dovrà essere presente la dicitura “incluso Eco-contributo RAEE”.

Il consumatore, a fronte di un prezzo leggermente superiore, potrà acquistare un AEE e restituire il vecchio elettrodomestico senza preoccuparsi dello smaltimento. L’aumento va da 0,14€ per gli apparecchi di illuminazione a 16€ per frigoriferi e congelatori.

In realtà il regime transitorio (durata 120 giorni) è partito dal 1° settembre 2007, peccato che pochi ne parlino e la chiarezza in materia sia poca.
Il termine del periodo transitorio era il 1° gennaio 2008, ma il decreto “mille proroghe” (21 dicembre 2007) «sospende l’obbligo della distribuzione commerciale di ritirare il prodotto dismesso dal consumatore a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto». Altri 90 giorni di attesa, a meno di ulteriori proroghe: 60 giorni per la pubblicazione di un decreto semplificativo, 30 giorni perché l’obbligo di ritiro entri in vigore.

Nel frattempo, in una circolare del 24 dicembre inviata a tutti i negozi di una grande catena di franchising, leggo questa frase molto invitante 😕

in base alla normativa vigente, che deve essere evidentemente modificata/integrata, costituirebbe illecito per il negozio con rilievi penali, accettare, stoccare e trasportare i prodotti usati oggetto di normativa consegnati dagli utenti finali

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In queste settimane il mio feed reader propone continuamente post sull’arrivo a gennaio del nuovo sub-notebook Apple: basta leggere nella stessa frase le parole “Steve Jobs” e “keynote” che immediatamente risorgono dalle ceneri tutti i rumors possibili e immaginabili. In fin dei conti si tratta solo di un mese di pippe mentali (MacWorld, 15 gennaio 2008), niente in confronto a quelle fatte per l’iPod Touch.

Veniamo al dunque:

  • secondo Apple Insider si tratterà di un MacBook Pro con display LED da 13,3″. A questo punto mi piacerebbe capire come sia possibile definire “ultra-portable” un notebook con un display simile; personalmente preferirei un 12″ wide ad alta risoluzione.
  • secondo Jim Goldman della CNBC, che conosce uno che conosce un tizio che ha un cugggino che frequenta le fabbriche nello sperduto oriente, il nuovo notebook avrà un display LED da 12″, hard-disk a stato solido, spessore ridotto del 50% rispetto agli attuali MacBook Pro e verrà venduto nella fascia dei 1500$

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Visto che siamo in periodo di regali, provo a descrivere il MacBook Pro che vorrei (lo chiamerei Giacomo, in alternativa MiniBook Pro):

  • Intel Core 2 Duo U7600. Se Leopard gira sul mio G4, non credo abbia problemi con questo ultra low voltage
  • display 12,1″ wide LED,  risoluzione 1280×800 (God bless spaces and virtual dekstops)
  • hard-disk ibrido, i dischi SSD hanno un costo al megabyte ancora eccessivo
  • lettore ottico slim (vedi il Toshiba Portégé R500, con lettore da 7mm), che l’ultra-portable è bello ma se devi portarti dietro un lettore esterno è finita la pacchia. Certo che da quelli di Think Different, che hanno rimosso il floppy quando tutti gli ridevano dietro, ci si può aspettare di tutto…
  • tastiera non plasticosa come un MacBook Pro che si rispetti

A proposito di memorie a stato solido, è di pochi giorni fa la notizia di prototipi di hard-disk NAND da 2.5″ con capacità di 512GB: costi e tempi di arrivo sul mercato non pervenuti.


The EMail Standards Project

8 Dicembre 2007

La notizia è vecchia di un paio di settimane ma non ha avuto particolare diffusione, considerando che nessuna delle fonti “tecniche” che seguo tramite feed l’ha riproposta.

We all know that email clients aren’t consistent in their support of Web standards. Crafting an HTML email that renders correctly on most email clients is a delicate process which typically involves extra coding and a lot of guesswork. Up until now, we’ve begrudgingly accepted life this way… but a new effort aims to change that!

Visitando il sito dell’EMail Standards Project si scopre che GMail ha un “poor support”,  mentre Thunderbird ha un “excellent support”per gli standard HTML. Per i più curiosi c’è anche un apposito Acid Test: nella pagina di valutazione del singolo client è possibile visualizzare il risultato del test nella sidebar di sinistra.

Questo è l’obiettivo del progetto

Our mission is to drive the use and support of web standards in email, working with email client developers to ensure that emails render consistently. This is a community effort to improve the email experience for designers and readers, and we’d love your help.

Nel frattempo io continuo a leggere e inviare le e-mail in formato solo testo 😛

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Addio Dell XPS M1330

24 Agosto 2007

Questo è il testo della mail che ho inviato la settimana scorsa al mio commerciale Dell nel tentativo di smuovere l’ordine dell’XPS M1330:

Salve XXX,
le scrivo per avere informazioni sul mio ordine XXX (codice cliente XXX) per un notebook Dell XPS M1330. So che è in ferie, spero comunque che leggerà questa mail al suo rientro: la mia precedente mail con richiesta di informazioni ha ricevuto una risposta automatica ma non sono stato più contattato da nessun commerciale.

La situazione sta diventando ogni giorno più assurda e frustrante: dall’iniziale stima di consegna del 20 luglio siamo passati al 14 agosto, a metà della settimana scorsa siamo passati al 26 settembre! Fine settembre significa tre mesi dopo l’ordine (29 giugno), tre mesi per ricevere un notebook che ho già pagato!

Il giorno in cui ho confermato il mio ordine l’idea era quella di avere un notebook da utilizzare per il mio lavoro, non di fare un prestito a tasso zero di 1700 euro e rotti in favore di Dell (perché, se fosse sfuggito, l’addebito dell’importo sulla carta di credito è avvenuto nel mese di luglio).

A questo punto gradirei una risposta precisa a tre domande:

1. è possibile avere informazioni affidabili sulla data di consegna del mio ordine? Se le uniche informazioni che avete sono quelle presenti nello Stato dell’ordine online, ne prenderò atto.
2. come si giustifica il fatto che in giro per il mondo ci siano persone che stanno ricevendo il “mio” notebook (con mio intendo stesse caratteristiche) avendo ordinato settimane dopo il sottoscritto? Incapacità gestionale di Dell oppure volontà di privilegiare alcuni mercati?
3. come intende comportarsi “concretamente” Dell per compensare i clienti che si trovano nella mia situazione? Stiamo parlando di 3 mesi nel mercato dei computer e della tecnologia, non di 3 mesi del mercato dell’automobile: in 3 mesi il prezzo di processori/ram/hard-disk scende, vengono presentati nuovi modelli che fanno diminuire il prezzo di quelli più vecchi, per quale valido motivo dovrei aspettare 3 mesi per ricevere un notebook quando posso cancellare il mio ordine, smetterla di mangiarmi il fegato e probabilmente cercare un fornitore alternativo?

Sono consapevole che lo sfogo di un piccolo cliente, peraltro al suo primo acquisto di un notebook Dell, non significhi molto per un’azienda di queste dimensioni; sono altresì convinto che lei non abbia colpe in tutta questa ridicola situazione.

Stabilito questo, se le risposte alle tre semplici domande che ho posto non saranno soddisfacenti, la mia intenzione è quella di chiedere l’annullamento dell’ordine e il rimborso immediato dei soldi addebitati sulla mia carta di credito: in futuro, memore di questa esperienza, valuterò con attenzione la possibilità di ordinare nuovamente prodotti Dell, soprattutto se appena presentati sul mercato.

Cordiali saluti.

Nel frattempo la situazione è diventata sempre più assurda:

  • non esiste alcuna informazione attendibile sui tempi di consegna dei notebook: ad alcune persone il notebook è stato spedito nonostante il giorno prima il commerciale parlasse di svariati componenti in backorder
  • negli USA c’è chi ordina il 10 agosto e riceve il notebook (rosso e con display LED) in meno di 10 giorni, chi riceve uno sconto di 400$ (su 2200$) per il ritardo (e l’ha ordinato il 1° di agosto, un mese dopo il sottoscritto). Altri hanno avuto uno sconto del 10% e di 190$ (per poi scoprire che, con lo sconto di 190$ il prezzo era esattamente quello che avrebbe ottenuto rifacendo la stessa configurazione sul sito Dell).
  • situazioni analoghe le potete leggere nelle oltre 900 pagine di questa discussione sul forum Notebook Review: sembra che i primi ad ordinare stiano subendo i maggiori ritardi (ho letto date di consegna spostate ai primi di ottobre per persone che hanno ordinato il 3 di luglio!)

Personalmente sono giunto ad una conclusione: Dell sta consegnando i notebook a chi ha una data di consegna prevista entro la fine di agosto (in questo modo evita di spostarla nuovamente). Chi, come il sottoscritto, ha ordinato alla fine di giugno e ha un ESD a fine settembre ritorna allegramente in coda (con tanti saluti alla priorità garantita dalla data dell’ordine).

Dopo aver valutato le alternative con il commerciale (che personalmente ritengo l’unica parte salvabile di tutta questa storia), ho deciso di annullare l’ordine per il Dell XPS M1330 e ordinare un Latitude D630.

Alla fine ho cercato di tirar fuori il più possibile da questi due mesi di rotture e credo di aver trovato un compromesso vantaggioso: perdo un po’ di portabilità, lo schermo WLED e un design più curato (meno “aziendale”), in compenso ho una macchina dalla prestazioni sicuramente superiori e una consegna prevista entro il 10 settembre (mi scuserete se tolgo le mani dalla tastiera mentre lo scrivo).

Faccio gli auguri a tutti quelli che hanno in ordine o hanno intenzione di ordinare un Dell XPS M1330: io non ci voglio più nemmeno pensare 😉


crazyegg.pngL’altro giorno leggevo di Crazy Egg su ProBlogger e ho deciso di fare una prova al volo di questo servizio: Crazy Egg permette di visualizzare graficamente il comportamento dei visitatori e, sulla base dei dati raccolti, cercare di migliorare l’usabilità del proprio sito.

È possibile attivare un account free con alcuni limiti rispetto ai piani a pagamento: l’utente può controllare contemporaneamente quattro pagine per un massimo di 5000 contatti mensili. Per attivare il monitoraggio delle pagine basta creare un nuovo criterio di controllo e inserire il codice JavaScript risultante nella pagina.

criterio.png

Ci sono quattro diversi tipi di visualizzazione.

Overlay

Viene messo accanto ad ogni link un segnaposto con alcune informazioni utili: numero di clic, percentuale sul totale, provenienza dei visitatori che hanno usato quel link.

overlay.png

List

Un elenco dei clic con la possibilità di esportarli in formato CSV

list.png

Heatmap

La classica (e affascinante) mappa di calore 😛

heatmap.png

Confetti

Sicuramente la modalità di visualizzazione più interessante: ogni clic è rappresentato da un punto colorato ed è possibile scegliere tra diverse viste (referer, sistema operativo, dimensione della finestra).

confetti.png

Particolarmente affascinante l’opzione “time to click”, ossia li tempo trascorso prima che il visitatore utilizzi un determinato link.

Conclusioni

Sull’utilità e sulla qualità del servizio ci sono pochi dubbi. Per il momento l’ho attivato solo sulla index di questo blog (per un giorno e mezzo), per cui i risultati sono decisamente limitati.

Un paio di cose che balzano all’occhio:

  • i link misteriosi attirano ovviamente l’attenzione del visitatore (link su termini come “questo” o “quello” senza far capire il contenuto del link)
  • la maggior parte dei visitatori non utilizza il titolo del post per andare alla pagina con i commenti ma il link con il numero dei commenti in fondo al post (non l’avrei dato per scontato)
  • se l’immagine è di dimensioni accettabili (esempio), praticamente nessuno ci fa clic sopra per ingrandirla
  • con l’opzione “time to click” si scopre che la maggior parte dei link interni viene ignorata per i primi secondi: in altre parole prima leggono il post e poi eventualmente aprono i link. Fanno eccezione i link misteriosi, gli unici a ricevere clic nei primi secondi.
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