Di router nati male

31 Agosto 2010

Della mia pessima esperienza con il router WAG160Nv1 della Linksys ho già parlato in passato (per inciso, da allora ho accuratamente fatto in modo di non acquistare o consigliare prodotti della suddetta marca).

La scorsa settimana ero in giro per centri commerciali (mi serviva un pezzo urgente e i fornitori erano tutti chiusi), quando ho intravisto un bundle modem-router+adattatore USB della Belkin (F5D8053+F5D8636-4A). Incuriosito dal prezzo basso e dalle opinioni abbastanza buone lette in rete sul marchio, decido su due piedi di acquistarlo.

Terminata la configurazione (è allucinante che per ogni modifica, per quanto minima, si debbano attendere 20 e passa secondi) non riesco più ad accedere all’interfaccia di amministrazione. A quanto pare la password ha una lunghezza massima, se non ricordo male 10 caratteri, ma il modulo per aggiornarla non tiene conto di quel limite. Ergo: tu inserisci una password di 15 caratteri, lui non dice nulla ma ne tiene buoni solo 10 (e no, non esistono firmware più aggiornati di quello che era già installato).

Il problema fondamentale in realtà è un altro: non c’è stato verso di farlo allineare con il segnale ADSL, né sul mio impianto né su quello del vicino di casa. Per la cronaca, sullo stesso impianto ho provato router 3Com, Zyxel, Netgear, Linksys senza aver mai riscontrato quel tipo di problema.

Frugando in Internet mi sono accorto che il problema dell’allineamento potrebbe non essere dovuto ad un router difettoso ma proprio al modello (soglia di tolleranza al rumore?). Per questo motivo ho preferito sostituirlo con l’unico altro bundle disponibile dalla caratteristiche simili (Netgear DGN2000+WN111v2). In questo caso il router si allinea perfettamente e le prestazioni della rete wireless sono notevolmente migliorate. Questo non toglie che la mancanza di un paio di funzioni mi abbia lasciato sinceramente perplesso:

  • se impostato come server DHCP, non è possibile impostare i DNS assegnati (abitualmente uso quelli di DNS Advantage). L’unica soluzione è cambiare i DNS direttamente nella connessione in modo da non utilizzare quelli assegnati dall’ISP.
  • non è possibile impostare nei port forward una porta esterna diversa da quella interna (assurdo!). In pratica, se hai tre computer da gestire in RDC sei obbligato a impostarli per utilizzare una porta diversa dalla 3389, non puoi usare 3 porte esterne diverse.

L’ideale, come sempre, sarebbe quello di informarsi a fondo prima dell’acquisto via Internet, ma spesso si tratta di problemi così specifici che è quasi impossibile scoprirli senza picchiarci direttamente il naso.


Garmin nüvi 3760T

Prima di iniziare un ringraziamento a Garmin per avermi offerto la possibilità di provare questo nüvi 3760T praticamente in anteprima. Lo sto utilizzando da un paio di settimane nei miei spostamenti in automobile, per cui quella che segue è una rapida sintesi delle prime impressioni d’uso.

Da un lato la sempre maggiore diffusione di smartphone dotati di GPS (es. iPhone o Android), dall’altro la concorrenza interna tra produttori di GPS per automobili ha costretto le case a investire risorse in ricerca e sviluppo, per quanto riguarda il software ma anche per sul fronte design. La prima cosa che stupisce aprendo la confezione sono proprio il design e le dimensioni (spessore di 8,7mm): praticamente sembra di avere in mano un telefono cellulare.

Garmin nüvi 3760T

Una volta acceso, lo schermo non è da meno: risoluzione WVGA, accelerometro che permette di passare dalla modalità landscape a quella portrait, schermo da 4,3″ capacitivo e multitouch. Per chi fosse interessato, sul canale YouTube di Garmin UK sono disponibili alcuni filmati dell’interfaccia mentre sul sito Garmin italiano è disponibile una demo live (Silverlight, sigh…).

Come promesso, ecco una sintesi veloce dei pro:

  • dimensioni e design, apparente solidità dei materiali (“apparente” in quanto due settimane non bastano a verificare se la prima buona impressione corrisponda a realtà);
  • luminosità e dettaglio dello schermo, sensibilità del touch screen;
  • utilizzo di connettori standard USB (micro sul navigatore e mini sul supporto da attaccare al parabrezza);
  • software intuitivo;
  • visualizzazione della velocità istantanea sulla mappa (sorprendentemente precisa) e del limite di velocità della strada che si sta percorrendo. Toccando l’angolo in cui è visualizzata la velocità è disponibile una sorta di computer di bordo con statistiche sul percorso (km percorsi, velocità media, ecc.);
  • zoom della mappa quando si arriva in prossimità di una svolta.

Garmin nüvi 3760T

Ed ecco i contro rilevati finora:

  • mancanza di una custodia per riporre e proteggere il navigatore quando non è in uso;
  • pulsante di spegnimento/accensione (visibile in alto a destra nella foto qui sopra). Personalmente lo trovo piuttosto scomodo da utilizzare e avrei preferito un pulsante meno “incassato”. C’è anche da dire che il navigatore si accende e si spegne automaticamente quando è collegato all’alimentazione dell’auto, per cui alla fine lo si utilizza molto meno del previsto;
  • mancanza di un’uscita jack per le cuffie. Considerando le dimensioni del navigatore, è quasi automatico portarlo con sé in un percorso a piedi. Perché non prevedere un’uscita cuffie per evitare di annunciare al mondo il proprio percorso o essere costretti ad azzerare il volume?

Non ho ancora sfruttato il ricevitore FM per il traffico, integrato nel cavo di alimentazione, né l’accoppiamento bluetooth con il mio HTC Hero. Stando al sito Garmin non dovrebbe essere compatibile, sicuramente farò qualche prova nei prossimi giorni 😉


Bike, sweat and GPS

23 Maggio 2009

mappa

Per colpa di un post di Giovy, da questa mattina sono iscritto a EveryTrail. Il maniaco compulsivo che c’è in me sarà molto soddisfatto di poter tenere traccia di tutti i tragitti e km fatti in bicicletta (via Garmin Edge 305).

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Adios De Mauro Paravia

15 Dicembre 2008

Probabilmente l’avrete già letto un po’ ovunque in queste ore (esempio): da ieri il dizionario De Mauro Paravia si è trasformato in un dizionario dei sinonimi e dei contrari.

Questo cambio di rotta mi coinvolge sia come assiduo frequentatore di quel sito sia come responsabile della localizzazione italiana di Firefox, dal momento che il plugin di ricerca per il De Mauro Paravia è incluso nell’esigua dotazione di default della versione italiana (Google, Yahoo!, eBay, De Mauro, Wikipedia).

Vedo che il dizionario risulta “fuori catalogo” nella pagina per gli acquisti online, quindi si spiega la frase sulla “storia editoriale”:

Il sito si rinnova: la versione online del Dizionario italiano De Mauro Paravia, la cui storia editoriale si è conclusa nei mesi scorsi, lascia ora il posto a un altro grande strumento per la conoscenza e l’uso della lingua italiana: il Dizionario dei sinonimi e contrari De Mauro Paravia.

Cosa dire? Hanno fatto la loro scelta, e sicuramente la pagheranno in termini di visite e visibilità (passata la polemica di questi giorni).

La prima conseguenza è che vale la pena cercare delle alternative per sostituire quel plugin, e Garzanti non è una soluzione valida (è richiesta la registrazione).

Se avete suggerimenti, sono in ascolto, tenendo conto che:

  • deve trattarsi di un dizionario “serio”;
  • il sito deve supportare la ricerca attraverso un plugin di tipo OpenSearch;
  • deve riuscire a supportare il carico di accessi generato da un plugin di ricerca distribuito con tutte le versioni di Firefox in italiano;
  • deve esistere un responsabile in grado di firmare una liberatoria per l’utilizzo del servizio.

Sounds easy, doesn’t it?

Promemoria fastidioso #2: hai già risposto al sondaggio Firefox nel tuo paese? Un’indagine dimostra che chi non risponde a questi sondaggi è soggetto ad attacchi di alopecia fulminante

UPDATE ORE 18

Grazie all’intervento lato server del gentilissimo webmaster di demauroparavia.it (grazie Franco!), il search plugin di Firefox è tornato a funzionare come prima: è stato corretto un problema di redirect su alcune parole e le richieste provenienti dal plugin vengono automaticamente girate su old.demauroparavia.it.


Samsung NC10

27 Novembre 2008

Ieri pomeriggio il fornitore ha consegnato il Samsung NC10: colore blu (esteticamente meglio del previsto), tastiera nera ben dimensionata, trackpad un po’ anoressico, custodia in simil-velluto nero che in realtà serve solo a non fargli prendere polvere (bisognerà andare alla ricerca di qualcosa di più sicuro), ottimo monitor.

Tempo di accenderlo per vedere l’effetto che fa il logo di Windows XP su un 10″ e ho installato Ubuntu 8.10 tramite il sempre ottimo UNetbootin: al momento non funziona tutto al primo colpo (ad esempio scheda di rete e gestione luminosità), per ulteriori informazioni vi consiglio la lettura di questi due post e l’abbonamento al feed di questo blog (in inglese).

In realtà la prima operazione è stata quella di sostituire il banco di RAM da 1GB con un banco da 2GB (ho usato un Kingston KVR667D2S5/2G). Per l’accesso all’unico slot di memoria disponibile è presente uno sportellino a prova di imbecille sul fondo del netbook, ma i casi sono due: o io sono l’imbecille, oppure quello che ha progettato ‘sto coso fa uso smodato di sostanze psicotrope. Una volta rimossa la vite che blocca lo sportellino non basta sfilare il coperchio. No, bisogna esercitare forze di natura e direzione sconosciuta per sbloccare due piedini a incastro posti su entrambi i lati lunghi del coperchio. Ad oggi non so, né voglio saperlo, come ho fatto ad aprire quel maledetto coperchio senza trovarmene in mano un pezzo.

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Netbook 2009

17 Novembre 2008

Causa vendita dell’eeePc, in questi giorni mi sto informando sui netbook attualmente in vendita e sui modelli che dovrebbero arrivare a breve sul mercato.

La prima considerazione, a distanza di nove mesi dall’arrivo del rivoluzionario eeepc, è che il settore è decisamente vivo:

  • dopo un primo momento di monopolio (Asus) tutti i grandi marchi sono arrivati con un proprio prodotto (Acer, Samsung, Toshiba, Dell, HP, MSI e altri);
  • la maggior parte dei negozi online, che si tratti di vendita al dettaglio o B2B, prevede una categoria “netbook” o “ultramobile”. Segno che il mercato “tira”, alla faccia della crisi economica.

C’è da dire che la configurazione di questi netbook non è particolarmente varia: display da 8.9″ o 10″, processore Atom N270, hard-disk SSD con Linux oppure hard-disk tradizionale con Windows, supporto Wi-Fi e in alcuni casi Bluetooth. Tra qualche mese, probabilmente, la configurazione standard prevederà anche la presenza di un modem 3G integrato.

Sul fronte notizie, Asus ha promesso per il 2009 una progressiva eliminazione dei netbook con schermo inferiore a 10″ e un netbook da 200$, mentre AMD ha annunciato le nuove CPU per il settore mobile. Peccato che abbia anche dichiarato di non essere interessata al settore netbook quanto a quello dei thin notebook (in stile MacBook Air).

Sul fronte modelli disponibili o in arrivo:

  • Hp, dopo il pessimo esordio del Mini-Note 1233, dovrebbe iniziare a vendere un paio di prodotti interessanti: Hp Mini 1000 e Hp Mini 700;
  • Samsung ha in catalogo quello che sembra attualmente il netbook migliore (NC10, in vendita a 399€ su MediaWorld), non fosse altro per la batteria a 6 celle e Bluetooth di serie. Peccato che in Italia non sia disponibile (per il momento?) il colore nero.

Dell merita un ragionamento a parte: da qualche settimana è in commercio anche in Italia il Dell Mini 9, un netbook Linux dalla caratteristiche piuttosto standard. Il vero problema è che, per il mercato italiano, non è possibile personalizzarlo in base alle proprie esigenze, quindi viene meno l’unico motivo valido per preferirlo ad altri netbook.

Sul mercato giapponese e da pochi giorni su quello USA, è disponibile il Dell Mini 12. A mio modo di vedere, per caratteristiche e prezzo, si tratta più di un thin notebook che di un netbook, ma questo non toglie che il prodotto sia decisamente interessante: schermo da 12″ con risoluzione pari a quella di un notebook da 15″, processore Atom Z530 (con TDP inferiore rispetto al N270), possibilità di montare una batteria a 6 celle, hard-disk non SSD, prezzo ragionevole considerando le alternative sui 12″ (il modello base dovrebbe essere intorno ai 500€).

Come ammazzare un prodotto notevole e, allo stato attuale, privo di concorrenti in quella fascia? Basta montarci Windows Vista Home Basic… A breve dovrebbero comunque arrivare versioni con Windows XP e Linux, in Italia non è ancora dato sapere quando sarà disponibile: secondo alcuni siti a novembre, secondo il mio commerciale ci vorranno mesi (per il momento è già in vendita in Germania e Francia, solo con Vista).