Ultimamente mi capita abbastanza spesso di pensare al mio lavoro, alle inesistenti prospettive di crescita personale e lavorativa e, perché no, di risolvere tutto provando ad emigrare all’estero. E ogni volta mi rendo conto di avere una preparazione e un’esperienza difficilmente inquadrabili e rivendibili. In fin dei conti da lì arriva il nome di questo blog (che a settembre ha compiuto 8 anni): tecnicamente (pun intended…) sarei un tecnico informatico, sprovvisto di un’istruzione specifica, che si occupa di installazione di computer e assistenza software. Di fatto mi trovo a fare di tutto e di più, uno pseudotecnico insomma.

Ripensandoci qualche minuto mi sono reso conto che, oltre al lavoro abituale di assistenza, nell’ultimo anno ho:

  • sviluppato un gestionale interno in php+sqlite, litigato con VirtualBox per trasferirlo da EasyPhp a una macchina virtuale Debian;
  • pubblicato 3 siti + un piccolo restyling in corso;
  • sviluppato un plugin per WordPress (solo perché ero stufo di modificare a mano dei file…);
  • sviluppato diverse applicazioni web php+mysql (ad es. un sistema di registrazione ingressi/uscite e uno di “monitoring dei poveri” per server linux/windows);
  • litigato con C++ e C# rispettivamente per lettura carta regionale dei servizi e lettura impronte digitali;
  • lavorato sulla traduzione di Firefox, Firefox Mobile e (da poco) Firefox OS.

Il tutto probabilmente realizzato con criteri che farebbero inorridire un esperto del settore (non vi dico i casini quando passo da un linguaggio all’altro, il compilatore vorrebbe sputarmi in un occhio). Certe volte mi chiedo che cosa farò da grande, poi guardo la carta d’identità e mi viene un po’ di magone, soprattutto con i tempi che corrono.


Script RoboCopy

22 Ottobre 2008

Visto che tutte le volte mi dimentico dove l’ho salvato, a futura memoria faccio un copia/incolla dello script di base per Robocopy che uso per il backup su dischi esterni.

@For /F "tokens=1,2,3 delims=/ " %%A in ('Date /t') do @(
Set Giorno=%%A
Set Mese=%%B
Set Anno=%%C
Set Data=%%C%%B%%A
)

Set Sorgente=*** percorso cartella di origine ***
Set Destinazione=*** percorso cartella di destinazione***
Set FileLog=*** percorso cartella di log***\Backup%Data%.log

:: /MIR mirror, elimina i file in destinazione
:: /XJ esclude junction points
:: /R:5 /W:15 attende 15 secondi e riprova 5 volte se la copia fallisce (default 30 secondi, 1 milione)
:: /V verbose output
:: /NP disattiva percentuale di progresso
:: /LOG specifica la posizione del log (default schermo)

Set Opzioni=/MIR /XJ /R:5 /W:15 /V /NP /LOG:%FileLog%

Robocopy "%Sorgente%" "%Destinazione%" %Opzioni%

Note:

  • non è indispensabile installare l’intero Windows Resource Kit, è sufficiente estrarre l’eseguibile (robocopy.exe) usando 7zip;
  • lo script elimina nel percorso di destinazione file non più presenti nel percorso di origine (mirror);
  • l’output è verbose, per cui i file di log tendono ad essere corposi (e non vengono sovrascritti, visto che ogni log contiene la data nel nome del file);
  • nello specifico non mi interessa escludere delle cartelle, per cui non ho preso in considerazione un’ulteriore variabile.

Se avete suggerimenti per migliorare lo script, dite pure 😉

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Il lavoratore autonomo

11 Ottobre 2008

In clamoroso ritardo – guarda caso per colpa di ritmi di lavoro allucinanti, giusto oggi pomeriggio mi sono imposto di prendere una pausa – mi collego al post di Federico sulla situazione (e la disorganizzazione) del lavoro autonomo in Italia. Lo spunto è interessante, e mi piacerebbe davvero che ne uscisse qualcosa di utile (e sarei grato a tutti, commentatori compresi, se non la si buttasse in politica con simpatie e antipatie varie).

Cosa faccio per vivere

Mi presento: mi chiamo Francesco e sono un alcolista lavoratore autonomo.

Ho iniziato a lavorare nel 1999 tenendo corsi di informatica all’interno di aziende. Negli anni sono passato attraverso le figure di co.co.co. (collaboratore coordinato e continuativo), dipendente con contratto a tempo indeterminato, di nuovo collaboratore e infine ditta individuale (da luglio 2004).

Quando mi chiedono “Che lavoro fai?” ho sempre qualche problema a rispondere, per cui taglio corto dicendo “il consulente”. Il mio lavoro principale consiste nel fare installazione e assistenza hardware e software, ma questo non toglie che occasionalmente mi occupi di sviluppo (piccole applicazioni in ambiente Windows) e siti web. Se proprio dovessi sintetizzare, vendo competenze più che beni materiali.

Ho la fortuna di avere un committente che mi garantisce un discreto numero di ore settimanali e allo stesso tempo mi offre flessibilità sufficiente per seguire i miei clienti: grazie a questo lavoro passo buona parte del tempo a stretto contatto con commercialisti e ragionieri, per cui posso anche sentire diverse campane sulle questioni fiscali.

Detto questo, non ho competenze in materia fiscale e non ho mai fatto un’ora di ragioneria nella mia vita, quindi i commenti sono a disposizione (con un ringraziamento anticipato) per correggere tutte le castronerie che avrò scritto da qui alla fine del post 😉

La giungla

Se hai deciso di metterti in proprio, preparati al caos: consulta 10 consulenti diversi, probabilmente otterrai 11 risposte diverse alla stessa domanda (perché almeno uno dei consulenti vorrà fornirti un’alternativa). Il problema non è la scarsa preparazione dei consulenti, quanto l’arretratezza di un sistema che si rifiuta di riconoscere (e inquadrare) professioni atipiche come quelle legate al mondo dell’informatica.

Verrai messo di fronte a scelte che non comprendi a fondo (quale codice attività usare, ditta artigiana oppure no, ecc. ecc.), per cui devi necessariamente rivolgerti ad un consulente di fiducia. Io ne ho scelto uno giovane, che mi desse la sensazione di essere costantemente aggiornato e che, soprattutto, non reagisse come la mucca che guarda passare il treno quando gli parlavo di siti web, e-mail e compagnia bella.

Preparati a pagare, tanto e spesso. Nel mio caso si comincia a pagare a febbraio (fissi dell’INPS e INAIL) e si finisce a dicembre con l’acconto dell’IVA: in totale ho contato 16 deleghe F24 per il 2007.

Non ho potuto aderire a regimi agevolati, per cui sono in contabilità semplificata. Incredibile ma vero, la contabilità me la tengo da solo: per un maniaco dell’ordine e della precisione come il sottoscritto, è fondamentale avere tutto sempre sotto controllo. Questo significa che non reagisco come il sopracitato bovino quando il commercialista mi parla di liquidazioni IVA o percentuali di ammortamento, e soprattutto non scopro all’ultimo minuto quanto devo pagare.

Vi assicuro che tenere una contabilità semplificata è operazione alla portata di tutti (con un inquadramento iniziale da parte del consulente), soprattutto per dei privilegiati come noi che non hanno bisogno di un consulente per gestirsi il computer. Per una ditta individuale le operazioni si riducono a poche tipologie: le fatture di vendita sono tutte identiche (meglio dettagliare in modo adeguato i conti di ricavo, per evitare di riprendere in mano tutto per gli studi di settore), per le fatture di acquisto è sufficiente stare attenti all’IVA e alla deducibilità di alcune operazioni (sostanzialmente spese auto e telefoniche), per i beni strumentali basta un minimo di manualità con Excel. Poi arriva la fattura intracomunitaria, e in quel caso il diritto alla bestemmia è sancito dalla costituzione.

Gli studi di settore

Quello che penso degli studi di settore l’ho già scritto più volte su questo blog, per cui non mi dilungo. SI tratta di un modello teorico che stabilisce, in base a parametri fuori dal mondo, quanto dovresti dichiarare. Una scatola nera che, dati in ingresso i dati della tua attività, non si limita a dirti “Sei un imprenditore di merda, datti all’ippica”, piuttosto spara sentenze del tipo “Avresti dovuto guadagnare Xmila euro in più quest’anno, se non l’hai fatto è perché stai imbrogliando quindi ti faccio pagare le tasse anche su quello che non hai dichiarato”. Non fa una piega.

I pagamenti e le delusioni

Fastidi e delusioni del lavoro autonomo:

  • mediamente il cliente paga a 30 giorni fine mese (per chi non è pratico: fatturo oggi, il cliente dovrebbe pagare il 30 novembre), nel caso di lavori più grandi anche a 30/60/90. La forma di pagamento più comune è il bonifico bancario, visto che la ricevuta bancaria non è una strada praticabile per la maggior parte delle piccole aziende;
  • se non hai massa critica sufficiente, il fornitore pretende pagamento cash al ritiro oppure anticipato. Se sei fortunato puoi pagare con carta di credito, almeno sposti l’incasso al mese successivo;
  • vieni trattato come un paria dal sistema bancario e finanziario. Per il finanziamento sull’acquisto dell’auto (la rata corrisponde a un decimo del mio fatturato mensile), hanno chiesto la firma di mio padre (pensionato) come garanzia. Mi è stato rifiutato un leasing per l’acquisto di un computer perché una ditta individuale non fornisce le stesse garanzie di una società: avrei potuto richiedere una valutazione fornendo dichiarazione dei redditi e compagnia bella, ma visto l’importo ho preferito evitare ulteriori perdite di tempo;
  • il sistema fiscale italiano non prevede la presunzione d’innocenza, casomai il contrario;
  • l’IVA viene pagata mensilmente o trimestralmente (pagandoci sopra degli interessi), quindi spesso ti ritrovi a pagare l’IVA per importi che non hai ancora incassato (e che potresti non incassare per mesi);
  • l’INPS prevede dei fissi belli sostanziosi, ossia quote che paghi a prescindere dal fatto di aver guadagnato qualcosa durante l’anno.

Ironia della sorte, giusto in questo periodo devo cercare di recuperare un cliente che pare sparito dalla faccia dalla terra (cellulare e linee staccate, non risponde alle e-mail, la sede è troppo lontana per andare a cercarlo armato di randello nodoso): alla fine, recuperare quei soldi mi costerà più di quello che avevo fatturato.

Conclusione

Non rimpiango la scelta di lavorare in proprio, fosse solo per la libertà di azione che mi garantisce. Se fosse solo una questione economica probabilmente non converrebbe: a parità di ore lavorate i guadagni non sono superiori a quelli di un lavoro dipendente, anzi, e le garanzie sono inesistenti.

Detto questo, mi piacerebbe avere un minimo di tutela in più da parte di uno stato che mi considera solo come un salvadanaio senza fondo.

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Cambio lavoro

6 Giugno 2008

E mi rilancio professionalmente nel settore prostituzione: mi rimangono solo da decidere il colore della parrucca e la zona da battere frequentare.

Probabilmente è l’unico modo per risolvere a monte il problema degli studi di settore (UG66U nel mio caso): ho un utile del 57%, secondo Gerico 2008 sono coerente e ho una “normalità coerente”, ma essendo NON CONGRUO dovrei adeguarmi dichiarando un maggior ricavo di 14.000€, pari a un +35% del mio intero fatturato per l’anno 2007 (ché si sa, l’economia tira da bestia negli ultimi anni).

Nel dubbio comincio a preparare il lanciafiamme da usare in sede di accertamento.


No, non sono in ferie. In compenso sono talmente distrutto che potrei tranquillamente fare la controfigura di un tappetino da bagno nelle scene pericolose (fetish estremo?).

Negli ultimi due giorni mi sono occupato del trasloco di uno studio associato (dottori commercialisti): se non avete mai provato l’ebbrezza di togliere una decina di computer vecchi e nuovi dagli scatoloni, rifare a mano tutti i cavi di rete da muro a computer, sdraiarvi in mezzo alla polvere per tirare fili e ciabatte, fare avanti e indietro dall’armadio con i patch panel per capire quali prese di rete attivare, reinstallare decine di software, il tutto schifosamente da solo e su due piani di uno studio di 220mq, la prossima volta vi porto.

Visto che le giornate non risultavano abbastanza piene, oggi hanno finalmente concluso il trasferimento del dominio di un cliente: come al solito il tecnologico NIC non ha ricevuto il fax inviato il 20 dicembre con la richiesta di cambio mantainer, mentre sullo stesso maledetto fax hanno ricevuto la richiesta del 24 dicembre.
L’indirizzo del sito del cliente non lo darò nemmeno sotto tortura: è praticamente l’anticristo del wed-design, l’apoteosi del codice anni ’90, gronda di tabelle, font e mappe sulle immagini. Per darvi un’idea di massima vi basti sapere che per spostare il sito su un server con Windows 2003 ho dovuto litigare con CDONTS/CDOSYS e con una connessione a database Access via ODBC, il resto mi sono rifiutato di toccarlo: sul preventivo ho scritto “lo sposto così com’è, visto e piaciuto, se volete cambiare una virgola si fa tabula rasa e si riparte da zero”.

A proposito: se con Aruba ottenete un errore ADODB.Fields error ‘800a0bb9’ usando CDOSYS, dovete copiarvi le prime due righe indicate in questa pagina 😉



Dopo la beta 2 prosegue il lavoro di pulitura della localizzazione italiana di Firefox 3, forse mi chiudono un bug mentre un altro morirà nell’indifferenza (come avviene di solito agli “insetti” creati dal sottoscritto).

Nel frattempo, via Virgin Radio, ho scoperto con piacere questa canzone di Bruce Springsteen, autore che non ho mai particolarmente apprezzato: il riff della chitarra è stupendo nella sua semplicità, è uno di quei riff per cui ti chiedi “ma ci voleva tanto a pensarci prima!?”.
Cercando il video su YouTube scopro che il vecchietto ha un suo canale su ValvolaTu e pubblica i testi sul suo sito. Com’è avanti… Voi ce lo vedete Venditti a fare ‘ste robe? 😛

I just want to hear some rhythm

I want a thousand guitars
I want pounding drums
I want a million different voices speaking in tongues


Cronaca di un recupero dati

14 Novembre 2007

Martedì 6 novembre: spedito l’hard-disk via corriere, destinazione Roma

Mercoledì 7 novembre – ore 15:45: avviso di ricevimento dell’hard-disk (via e-mail e SMS)

Venerdì 9 novembre
– ore 7.45: il laboratorio ha completato l’esecuzione dell’immagine binaria del disco
– ore 10.35: ricevo il preventivo per il recupero dei dati
– ore 12.00: effettuo il bonifico e confermo il preventivo

Lunedì 12 novembre – ore 15:20: il dvd contenente una copia dei dati è stato spedito tramite corriere SDA

Mercoledì 14 novembre – ore 11:30: il corriere consegna il pacco

La ditta che ha effettuato il recupero si chiama Riparafiles srl ed è stata consigliata da un amico. Per quanto mi riguarda l’esperienza è stata più che positiva: preventivo gratuito e in tempi rapidi, velocità e serietà nei contatti via e-mail, assolutamente nulla di negativo da segnalare.

Nota sul preventivo: ho ricevuto un elenco di tutti i file recuperabili e mi è stata offerta la possibilità di fare un recupero selettivo (fisso+costo al megabyte) oppure un recupero completo (con costo al megabyte inferiore). Nel mio caso ho preferito un recupero completo visto che i dati erano relativamente pochi e quasi tutti significativi: in ogni caso il costo è stato ampiamente inferiore al budget preventivato dal cliente 😉

A proposito di SDA: ma vi sembra normale far chiamare un numero a pagamento per scoprire che CAUSA F.M. significa “causa di forza maggiore”?

sda.png