Ultimamente mi capita abbastanza spesso di pensare al mio lavoro, alle inesistenti prospettive di crescita personale e lavorativa e, perché no, di risolvere tutto provando ad emigrare all’estero. E ogni volta mi rendo conto di avere una preparazione e un’esperienza difficilmente inquadrabili e rivendibili. In fin dei conti da lì arriva il nome di questo blog (che a settembre ha compiuto 8 anni): tecnicamente (pun intended…) sarei un tecnico informatico, sprovvisto di un’istruzione specifica, che si occupa di installazione di computer e assistenza software. Di fatto mi trovo a fare di tutto e di più, uno pseudotecnico insomma.

Ripensandoci qualche minuto mi sono reso conto che, oltre al lavoro abituale di assistenza, nell’ultimo anno ho:

  • sviluppato un gestionale interno in php+sqlite, litigato con VirtualBox per trasferirlo da EasyPhp a una macchina virtuale Debian;
  • pubblicato 3 siti + un piccolo restyling in corso;
  • sviluppato un plugin per WordPress (solo perché ero stufo di modificare a mano dei file…);
  • sviluppato diverse applicazioni web php+mysql (ad es. un sistema di registrazione ingressi/uscite e uno di “monitoring dei poveri” per server linux/windows);
  • litigato con C++ e C# rispettivamente per lettura carta regionale dei servizi e lettura impronte digitali;
  • lavorato sulla traduzione di Firefox, Firefox Mobile e (da poco) Firefox OS.

Il tutto probabilmente realizzato con criteri che farebbero inorridire un esperto del settore (non vi dico i casini quando passo da un linguaggio all’altro, il compilatore vorrebbe sputarmi in un occhio). Certe volte mi chiedo che cosa farò da grande, poi guardo la carta d’identità e mi viene un po’ di magone, soprattutto con i tempi che corrono.


5 commenti/trackback a “La non specializzazione (train of thought)”

  1. Titto scrive:

    Beh, l’esperienza all’estero sarebbe qualcosa da fare a prescindere, non solo per una prospettiva lavorativa, ma anche solo per esperienza personale.

    Detto questo, penso che quello che sai fare sia comunque qualcosa che può facilmente essere speso ovunque. D’altro canto, però, è vero che specializzarsi su qualcosa aiuta ad aprirsi una strada.
    Magari tra tutto quello che sai fare c’è già qualcosa che, opportunamente sviluppato, potrebbe fare la differenza. Basta capire cos’è!

    Un bocca al lupo!

  2. miki64 scrive:

    Quoto Titto.
    Per me avresti ben altre (migliori) prospettive in un’altra nazione, da qui i cervelli fuggono proprio perché non vengono valorizzati.
    E poi vedi la cosa in maniera diversa: se ottieni i risultati non grazie all’esperienza effettiva o ai canoni classici, hai in te la voglia di risolvere i problemi ed un grande spirito di adattamento, tutte qualità che all’estero non sarebbero che apprezzate.
    miki (uno che non ha mai fatto il passo di andare via e che se ne è pentito, mentre sta inculcando nel figlio l’idea che il suo futuro NON è in questo paese bello ma troppo schiavo di nepotismo, clientelismo, raccomandazioni e improvvisazioni).
    Ciao.

  3. theo scrive:

    Non sei il solo a sentirti così amico Orso

  4. miki64 scrive:

    Mi scuso per la forma italiana utilizzata, fa schifo… (maledetta fretta)… Ma credo che si capisca lo stesso quello che intendevo esprimere.
    Tra le altre cose, qui in Italia un lavoratore autonomo non so quali certezze abbia di una futura pensione di vecchiaia almeno decente (io, dipendente, non ci spero più)…

Trackback e pingback

  1. pseudotecnico:blog » Consiglio desktop: PC Fujitsu Siemens
    [...] dicevo nell’altro post, la maggior parte del mio lavoro consiste nell’installare e fare assistenza su pc e software [...]

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