Ipse dixit

17 Luglio 2008

Ormai (per fortuna) ho una visione della blogosfera abbastanza personale… scrivo quando ho voglia, seguo solo chi mi interessa e non mi faccio (più) scrupoli ad abbandonare chi non ha più contenuti interessanti da offrire.

Amen 🙂

Citazione tratta da “Il ritorno del figliol prodigo”.

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Di blog e diffamazione

10 Giugno 2008

Sergio Sarnari, conosciuto ai tempi del barcamp marchigiano, scrive un post in cui parla delle sue disavventure con una ditta di arredamenti: il tono del post è civile, si tratta in fondo della cronologia quasi asettica degli avvenimenti.

In questi casi la società tirata in ballo ha due possibilità:

  • risolvere il problema del cliente, magari perdendoci qualche euro (esempio). Alla fine la spesa sarà inferiore a quella di una campagna pubblicitaria, il risultato quasi sicuramente superiore: con buone probabilità hai una persona, sul web e nella vita reale, che parla bene di te e del tuo lavoro e ne hai una in meno che si lamenta;
  • adire le vie legali, ritenendosi diffamata.

Valutando pro e contro, mi sembra evidente quale delle due strade sia più conveniente (ammesso di non chiedere 400.000€ come risarcimento, cercando anche di capire come venga formulata tale cifra), ma evidentemente non tutti la pensiamo allo stesso modo.

P.S. a tempo perso consiglio la lettura della parte Perry Mason di questo post, e spero vivamente che Sergio abbia verificato per bene che l’autore dell’ultimo commento sia chi sostiene di essere 😉

P.P.S. forse è davvero il caso di comprare mobili da Ikea e scrivere solo cazzate sui blog (più gente, più commenti, meno sbattimento)


Post iWordCamp

12 Maggio 2008

Matt

Ok, eccoci al tanto atteso (ma quando mai?) resoconto post barcamp: questa volta cercherò di non dilungarmi come mio solito.

Prima considerazione: è la prima volta che sfrutto i parcheggi di scambio dell’ATM (Cascina Gobba) e uso la metro per raggiungere la destinazione (Triennale). In totale ho speso la misera cifra di 4,10€ per lasciare la macchina parcheggiata nove ore e farmi un’oretta di metro: ma chi te lo fa fare di metterti in macchina in mezzo al traffico di Milano?

Dopo un giro turistico all’interno del Castello Sforzesco (Maurizio ci teneva molto, eravamo in anticipo e abbiamo deciso di accontentarlo) e aver constatato che trovare un milanese a Milano è impresa impossibile, soprattutto se ne cerchi uno con nozioni minime di viabilità locale, si arriva a destinazione.

Ora, non starò a descrivervi il piacere di rivedere un sacco di belle persone, incontrarne di nuove (compreso un tenero codice fiscale™ che litiga con le connessioni, mica roba da tutti i giorni), e non vi parlerò nemmeno della sensazione di vuoto che ti sale il giorno dopo (i barcamp danno assuefazione, sappiatelo). Ci tengo a ringraziare ancora Wolly per l’organizzazione (provateci voi a organizzare un barcamp da soli, poi ne riparliamo), e Ma.tt per la presenza e la disponibilità: considerato il carattere di altri ragazzi prodigio del web 2.0, Matt Mullenweg è veramente un gioiello (peccato solo che usi Nikon).

L’iWordCamp è stato sicuramente un barcamp atipico:

  • niente striscioni, magliette, badge o gadget assortiti. Questo dimostra, alla faccia di chi parla di gente affamata di tramezzini e gadget, che il successo di un barcamp non si misura con il numero delle cazzabubbole che si portano a casa o con i soldi offerti dagli sponsor;
  • la mancanza dei badge non si è fatta sentire, forse perché ormai si riesce ad associare quasi sempre un nick a un viso (io ne ho mancati comunque un paio, mi rifarò la prossima volta);
  • niente pranzo organizzato: basta scegliere un luogo a poca distanza da diversi punti di ristoro (Parco Sempione), e nessuno ne sentirà la mancanza;
  • speech all’aperto e all’ombra: secondo me è davvero la soluzione definitiva, quella che ti fa esclamare «Mai più senza!». Seduti su comodi divanetti disposti ad anfiteatro, sotto l’ombra di un tendone, con la persona che parla nel mezzo (si è sentita solo la mancanza di un microfono, ma se uno voleva ascoltare poteva farlo tranquillamente). In realtà qualcosa di simile era già stato fatto al RomagnaCamp, con due problemi: il sole a picco nel pomeriggio e l’andirivieni di persone (d’altronde eravamo in spiaggia, non si potevano sopprimere i bagnanti rumorosi). Gli stessi divanetti sono serviti nel pomeriggio per il couch-speech di Andrea – che la prossima volta è pregato di indossare una camicia che non faccia andare in palla gli esposimetri 😛 – e per rilassarsi facendo quattro chiacchiere.

Concludendo, credo ci sia molto da imparare da questo barcamp milanese 😉

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Questa mattina ho finito di caricare su Flickr tutte le fotografie dell’iWordCamp (124 foto).

Giusto per avere una versione alternativa, ho caricato un video su YouTube realizzato con iPhoto+iMovie e circa metà delle fotografie pubblicate. La musica di sottofondo è rilasciata sotto licenza Creative Commons (Meant to be, Rob Costlow)


Steve Ballmer

Le presentazioni

Dopo una rapida presentazione di Marco Montemagno (foto) – visto per la prima volta e decisamente bravo, peccato solo per quella gag iniziale del “si alzi in piedi chi…” – e un’introduzione intramuscolare di Pierpaolo Taliento (Microsoft Italia), arriva sul palco Steve Ballmer.

Subito un momento di sollievo: ho fatto lo sborone e non ho preso le cuffie per la traduzione simultanea, per fortuna l’inglese di Ballmer risulta comprensibile (potete verificarlo nel video girato da Elena, peccato che non si senta il Beggi mormorare «Ohhhh, arriva Godzilla!» alla caduta della goccia).

La prima impressione è di avere di fronte una persona carismatica, non particolarmente ricercata nei modi e nella gestualità (per capirci, dimenticatevi Steve Jobs), sa gestire il pubblico – vedi telecomando incantato su una slide e battuta alla prima domanda “facile” di Montemagno– ma non sembra riuscire a coinvolgerlo fino in fondo.
La presentazione viene fatta a braccio e in costante movimento, forse il tutto è un po’ troppo uniforme e privo di pause, le slide sono decisamente poco attraenti (per il futuro consiglierei una lettura di Presentation Zen).

Il leitmotiv del keynote di Ballmer è “cambiamento e convergenza”: Internet is evolving (convergenza di content, community e commerce), software is evolving (pc model, internet model, mobile, enterprise), stiamo entrando nella “Software+services generation”. Per chi frequenta abitualmente la rete poco di nuovo sotto il sole, ma non dimentichiamo che il target di quella presentazione non erano certo gli sparuti blogger presenti in sala.

Più interessante la parte di Q&A: alla domanda di Montemagno «Perché volete comprare Yahoo?» la risposta verte sulla pubblicità. Il futuro dell’advertising – destinato a cambiare radicalmente nei prossimi anni – è dare la risposta giusta alla persona giusta nel momento giusto (“give the right answer to the right person at the right time”, in parole povere pubblicità mirata e contestuale). Per questo tipo di pubblicità è necessario raggiungere una massa critica: acquisire Yahoo! è la strada più veloce per raggiungere tale posizione.

Al momento attuale Google è il leader indiscusso del settore advertising, Microsoft vuole acquisire Yahoo! per avere una “funny and good competition”. In sostanza si acquisisce Yahoo! per rafforzare la posizione di Microsoft sul fronte dell’advertising (e in questo caso dove starebbe il valore aggiunto per l’utente?): se l’acquisizione riesce ok, in caso contrario Microsoft va avanti da sola.

Se questa è la prospettiva spero sinceramente che Yahoo! (e in particolare Flickr) resistano all’offerta di Microsoft 😉

In definitiva Ballmer ammette che per chiudere il gap con Google non bisogna intervenire su e-mail e IM ma su “search” e “advertising” (e i due elementi sono strettamenti connessi, visto che la ricerca è una delle maggiori fonti di “advertising revenue”).

Lo spunto più interessante della mattinata è proprio sulla ricerca: secondo Ballmer nei prossimi 10 anni ci saranno più innovazioni nel settore “search” che non in molti altri campi. Negli ultimi 5 anni la ricerca non si è innovata, l’interfaccia utente è sempre la stessa anche se ci sono più contenuti indicizzati e cambia la tipologia dei contenuti stessi (ad esempio le mappe). Il punto focale è quello di migliorare e competere attraverso l’innovazione. Personalmente ho l’impressione che Google si stia già muovendo da tempo in questa direzione, e Microsoft debba svegliarsi se non vuole perdere il treno.

Dopo Ballmer è il turno di tre case study: Fiat, Eni e Intesa San Paolo. Purtroppo le tre presentazioni sono sotto tono: quella con argomenti più interessanti è quella di Fiat, peraltro con slide di ottima fattura, peccato che il relatore legga dei fogli con la stessa grinta di un bradipo assonnato. Nel pomeriggio 3 sessioni del percorso “Creative”, con la terza relativa a Silverlight che mi ha ufficialmente steso.

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Mix Essentials

L’invito e l’organizzazione

Un paio di settimane fa ricevo una mail da Zeno di Digital PR, conosciuto ai tempi dei test con il Nokia N95: si trattava di un messaggio informale – spedito alle 23 di un venerdì sera – in cui mi avvisava dell’evento di Milano con Steve Ballmer e mi chiedeva se fossi interessato a parteciparvi.

In passato ho ricevuto svariati inviti simili, anche da altre agenzie di PR, puntualmente declinati: lavorando in proprio non è semplice perdere 2-3 giorni lavorativi per eventi simili, magari di breve durata. In questo caso ho fatto un’eccezione cercando di spostare appuntamenti e tenendo buoni i clienti, visto che ascoltare il CEO di Microsoft dal vivo non è un’opportunità che si presenti tutti i giorni.

Se non fosse chiaro, elaboro il concetto: non si trattava di un invito formale, non c’era bisogno di mantenere la cosa segreta, non venivano richiesti post o marchette, peraltro si trattava di un evento a cui ci si poteva iscrivere liberamente attraverso l’apposito modulo sul sito dedicato – e alcuni dei blogger presenti partecipavano proprio come creativi, business o developer.

Essere presente come “blogger” piuttosto che “vattelapesca” aveva dei vantaggi (ad esempio l’accesso alla conferenza stampa, cosa che purtroppo mi è sfuggita, o una zona riservata della platea), ma sinceramente non capisco perché farne un caso:

Mi fossi atteggiato da blogger purista mi sarei un po’ arrabbiato se mi avessero impedito di parlarne, ma si sa no? Ognuno fa quello che gli pare.

A dirla tutta, visto che abbiamo anche parlato della cosa direttamente in loco, non capisco da dove Antonio abbia tirato fuori questa cosa dei veti di Microsoft. Ho l’impressione che o non ci siamo capiti (o io non mi sono spiegato), oppure lui non abbia voluto capire. Dell’invito di Digital PR e dell’evento non ne ho parlato perché non ne vedevo la necessità né l’utilità, non certo perché qualcuno mi ha impedito di farlo.

Chi è stato all’evento di Milano ha potuto verificare una cosa: erano presenti centinaia di persone dei più svariati settori, l’evento era di dimensioni notevoli, l’organizzazione precisa e professionale. Siamo sicuri che una manifestazione simile avesse bisogno dei post di quattro blogger per ottenere visibilità? Ancora una volta ho l’impressione che si stia sopravvalutando clamorosamente la blogopalla.

Quello mangia a scrocco, si fa la passeggiata, ma bene che vada ne parla poco e male sul suo Blog, quindi che lo inviti a fare? Che Relazioni Digitali e Pubbliche sono queste?

Io mi sono fatto quattro ore di macchina tra andata e ritorno, ho perso un giorno di lavoro e non ho mangiato a sbafo. Nonostante questo sono contento di esserci stato (per la cronaca ci sarei andato anche senza la targhetta “blogger”), di aver avuto la possibilità di ascoltare Steve Ballmer dal vivo, di aver rivisto e salutato un po’ di persone. Forse la mia presenza non ha giovato granché alle pubbliche relazioni di Microsoft, ma non credo ne abbiano poi così bisogno.

Digital Pr ha invitato i fantomatici 20 senza riflettere sul fatto che a loro di MS non importa nulla (ed infatti una buona parte erano col mac in bella mostra..), il che significa che oltre a perpetrare un’arbitrarità fastidiosa nella scelta dei partecipanti, non si sono ricordati che quelle persone, di fare informazione sull’evento, non erano per nulla interessate!

Mi piacerebbe capire come fai a conoscere i miei interessi o quelli degli altri blogger 🙂

Su Steve Ballmer e la sua presentazione torno in un secondo post per non mescolare un post sensato (spero) con le solite beghe condominiali della blogopalla.