Onestat ha pubblicato le statistiche sulla diffusione dei browser aggiornate al 18 febbraio 2008. Rispetto a giugno 2007 si rileva:

  • un calo globale del 2,54% per Internet Explorer (83,27%) e una crescita del 1,04% per Firefox (13,76%)
  • in netta controtendenza gli Stati Uniti e l’Australia
  • Firefox in Italia al 19,32% (+0,94%), Internet Explorer al 77,27% (-0,84%)

Peccato manchino le statistiche dei paesi nord-europei come la Finlandia, dove solitamente Firefox gode di percentuali di diffusione altissime.


Habemus 7 mega

18 Febbraio 2008

Questa mattina stavo scaricando una ISO con Firefox quando ho buttato l’occhio sul download manager: 750KB/sec. Uhm, c’è qualcosa che non quadra… si vede che anche Firefox soffre della sindrome del lunedì mattina e spara numeri a caso.

Accedo al pannello di controllo del router e trovo la sorpresa

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Il cambio di velocità è avvenuto durante il week-end in maniera del tutto trasparente (senza down o rallentamenti), l’indirizzo IP è ancora quello della settimana scorsa (Tin.it). Venerdì scorso ho ricevuto una mail con l’attivazione del servizio “Tin.it Mail” (indispensabile per mantenere attivo l’indirizzo @virgilio.it), per cui pare che il passaggio Tin.it->Alice sia in dirittura d’arrivo.

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Disclaimer: lungo rant politico. Se siete interessati alla parte tecnica o tecnologica di questo blog, potete saltarlo tranquillamente a piè pari 🙂

Non avendo seguito il discorso di Veltroni (non ho un paio d’ore da dedicarti, sorry bro!), faccio riferimento alla sintesi in 12 punti di Repubblica.

Primo. Scegliere come priorità infrastrutture e qualità ambientale. No alla protesta Nimby e sì al coinvolgimento e alla consultazione dei cittadini. Sì agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori, ai termovalorizzatori e all’Alta Velocità e al completamento della Tav.

Quarto. “Fare quello che non è mai stato fatto”: ridurre le tasse ai contribuenti leali ai lavoratori dipendenti e autonomi. A partire dal 2009 un punto in meno di Irpef ogni anno per tre anni

Demagogia allo stato brado:

  • il governo Prodi non è stato in grado di imporre queste scelte (vedi alla voce TAV), nemmeno ai propri “amici” in condizioni di emergenza (vedi alla voce Napoli), non capisco in che modo Veltroni conti di riuscirci.
    Se per governare avrà bisogno dell’appoggio di verdi  e sinistra (nimby forever), il primo punto salta. Ammesso e non concesso che il PD riesca a mantenere una linea coerente al suo interno (ve lo ricordate il “programma di governo” sottoscritto da tutte le forze dell’unione? ecco);
  • l’equazione “taglio aliquote IRPEF=meno tasse” è semplicemente ridicola (e demagogica). Abbassi di un punto l’IRPEF e riduci le deduzioni e le detrazioni? A casa mia quello si chiama”aumentare le tasse”, perché alla fine sto pagando più dell’anno precedente. Tu invece lo chiami “ridurre le tasse”. Bon, basta saperlo.

Sesto. Il problema della casa. Aumentare le case in affitto e “costruzione di circa 700 mila nuove case da mettere sul mercato a canoni compresi tra i 300 e i 500 euro”.

Interessante… Chi sarà il proprietario di queste case visto che le diamo in affitto? Lo stato? Un nuovo ente? Come si concilia questo splendido progetto con il punto “controllo della spesa pubblica”?

Settimo. Invertire il trend demografico mediante l’istituzione di una dote fiscale per il figlio. 2500 euro al primo figlio e aiuti per gli asili nido.
Ottavo. L’università. Cento nuovi campus universitari e scolastici entro il 2010.

No, aspetta… Questa devo averla già sentita da qualche parte… Certo, l’avevano fatta quei populisti del governo Berlusconi portandosi a casa una marea di insulti.

Nono. Lotta alla precarietà, qualità del lavoro e sua sicurezza. I giovani precari dovranno raggiungere il minimo di 1.000 euro mensili.

Stesso problema delle case. In che modo il governo conta di arrivare a 1000 euro per i giovani precari? Mettendo soldi di tasca propria? Fornendo incentivi alle aziende? E poi: tutti i giovani precari indistintamente? Come facciamo a valutare il merito e il lavoro che fanno? Li valgono quei mille euro? Perché non so voi, ma pagare 1000 euro un tizio che si gratta allegramente il belìn non è la massima aspirazione di un datore di lavoro (e in generale non è un bene per l’azienda).

Giusto per la cronaca, la settimana scorsa sono stato in un’azienda a conduzione familiare (padre, madre, figlio) che si occupa di nastri trasportatori (lavoro non di concetto e sicuramente faticoso): non sono in grado di trovare un lavoratore degno di questo nome, e in quel caso lo stipendio mensile è quasi una volta e mezzo quello proposto da WV.
Tutti quelli che si sono presentati (tutti italiani) spariscono dopo aver ricevuto il primo stipendio, oppure passano settimane in mutua. Da queste parti il lavoro c’è, bianco e assicurato, spesso mancano i lavoratori per una serie infinita di motivi: i ragazzi al primo impiego vogliono il week-end sempre libero, considerano lo stipendio troppo basso, esigono un lavoro adeguato al proprio titolo di studio, la sera devono poter uscire con gli amici, ecc. ecc. E non crediate che sia la prima storia del genere che sento in questi otto anni.

Dodicesimo. L’innovazione. Portare la banda larga in tutta l’Italia, garantire a tutti una tv di qualità, superare il duopolio tv e correggere gli eccessi di concentrazione delle risorse economiche.

Questo punto è il tipico esempio della politica fuffa style – e al momento a destra la situazione non è migliore. Se stai facendo una dichiarazione di intenti, perché non elenchi una serie di punti precisi? Faccio un esempio: eliminazione del canone RAI, eliminazione della pubblicità da uno dei 3 canali RAI, sostegno alle comunità locali non raggiunte da banda larga (come, dove, quando e perché), ecc. ecc. No, si parla di “tv di qualità”. Perché? Perché probabilmente Walter e i suoi colleghi non hanno la più pallida idea di cosa sia il digital divide.

Sinceramente, non capisco perché tanta gente sia andata in brodo di giuggiole per questo discorso, a me sembra la solita fuffa.

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Stavolta lo sfondo l’ho scelto per bene 😉

Primi fiori dell’anno del pesco rosa.

Pesco rosa

Canon EOS 40D, Sigma 150mm ƒ2.8, treppiede


Retromeme

16 Febbraio 2008

Di solito questo blog costituisce un capolinea per i meme (arrivano e cadono nell’oblio), l’equivalente 2.0 del cimitero delle balene, ma questo invito di Alberto era impossibile da ignorare 🙂

Una rapida ambientazione: sono nato nel 1977, padre tecnico in SIP e madre sarta, nessun particolare influsso tecnologico o universitario, un fratello maggiore di cinque anni che per qualche strano motivo non ha mai nutrito particolare interesse per i computer.

Il primo oggetto vagamente tecnologico che ricordo è pong: manopoline argentee, televisore in bianco e nero con plastica di un colore arancio psichedelico inguardabile.

Il primo computer è stato un Commodore 64 con lettore rigorosamente a cassette: ancora ricordo lo stupore, di ritorno da una colonia estiva, nello scoprire l’esistenza di un lettore di floppy disk! Impossibile determinare il numero di joystick distrutti, in particolare grazie a Decathlon nelle sfide con il fratello: per acquisire velocità bisognava smanettare rabbiosamente la leva a destra e sinistra, con il risultato che la maggior parte dei joystick ti rimaneva in mano dopo un paio di mesi 😛

In effetti il C64 è stato il mio primo vero computer, quello sui cui ho iniziato a “programmare”: mi piazzavo in sala, con il C64 attaccato al televisore, e litigavo con GOTO e numeri di linea. Ancora ricordo i LOAD, i tempi biblici e i rumori che uscivano dal lettore, il cursore lampeggiante sotto la scritta READY – a quel tempo le schermate blu con caratteri bianchi non erano un brutto segno.

Alle scuole medie ho avuto la fortuna di incontrare un professore di matematica veramente avanti per i tempi: frequentavo una classe sperimentale con il tempo prolungato, uno dei laboratori facoltativi era quello di informatica e c’erano alcuni C64 dove il professore in questione ci insegnava a realizzare piccoli programmi – al tempo aveva realizzato un simil Arkanoid, con sprite e compagnia bella.

Dopo il C64 è arrivato il primo pc IBM compatibile, regalato dal cugino (per anni il mio spacciatore ufficiale di tecnologia): un Amstrad PC-1512 (512kb di ram, mica fuffa), poi sostituito da un PC-1640 e da molti altri negli anni a venire (386, 486, Pentium 133, ecc. ecc.).

Concludendo, se dovessi scegliere il mio primo computer, sicuramente sarebbe il Commodore 64 🙂


Foto originale di bostonjal

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Firefox 3 e la sicurezza

16 Febbraio 2008

Uno dei settori di Firefox 3 in cui si è intervenuti più pesantemente è senza dubbio quello della sicurezza: da un lato si è cercato di rendere più evidenti le informazioni relative al sito che si sta visitando, dall’altro è stata completamente modificata la gestione dei certificati.

Qualche esempio: informazioni visualizzate facendo clic sulla favicon nella barra degli indirizzi.

Sito web non verificato

sicurezza0.png

Sito web https #1

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Sito web https #2

sicurezza2.png

Sito web https #3

sicurezza3.png

L’ultimo esempio si riferisce al sito dell’Agenzia delle Entrate per la gestione telematica delle dichiarazioni (Fisconline o Entratel): la prima volta che si visita quella pagina appare questa finestra

 certificati.png

Quando si cerca di aggiungere un’eccezione:

certificati2.png

Anche la finestra di installazione delle estensioni è stata modificata in modo da sottolineare l’aspetto della sicurezza.

installazione.png

Ricordo che Firefox 3 è attualmente arrivato alla versione Beta 3, la Beta 4 uscirà probabilmente ai primi di marzo: a fine febbraio c’è il FOSDEM e molti localizzatori saranno fuori sede (ahimè non il sottoscritto), quindi dubito che verranno rispettati i tempi previsti (string freeze 21-25 febbraio).

P.S: Notare la trasparenza della barra degli indirizzi 😉