Live 8

3 Luglio 2005

Stamattina sto cercando di recuperare un po’ di arretrati e, visto che non si tratta di lavori particolarmente impegnativi, sono accompagnato dalla televisione su cui passa la registrazione post 22:00 del concerto di ieri sera. Lavorare con un sottofondo di Sting, The Who e Pink Floyd che suonano dal vivo diventa quasi un piacere.

Il concerto è stato emozionante e mi ha riportato alla mente il primo grande concerto che ho visto in TV: era il 1992 e si trattava del tributo a Freddie Mercury.

Qualità del concerto a parte, vedere la diretta su Rai Tre è stato un supplizio:

  • una marea di pubblicità: mai vista tanta tutta assieme su un canale rai, sarà un caso? Dove finiscono quei soldi?
  • un conduttore che non sa NULLA di musica, l’altra che non sa nulla del resto; non c’era nessuno di qualificato per parlare di musica ed esprimere un concetto sul problema contemporaneamente?
  • improvvisazione allo stato puro: espressione ebete dei conduttori per 10 secondi ad ogni ritorno dai collegamenti esterni
  • traduttore che partiva quando voleva (o quando si svegliava?)
  • ospiti in studio che parlano per 5 secondi e vengono brutalmente interrotti per fare sentire tre idioti tatuati
  • collegamenti con altre città sospesi nel bel mezzo di una canzone

Quella che segue è la descrizione di una tipica domenica mattina estiva.

Sveglia alle 6.15, non prevista: il problema è che con l’estate il mio orologio biologico è affidabile quanto Windows 95.

Ok, la sveglia all’alba non è un problema visto che ho in programma di uscire in mountain bike: mi alzo, mi preparo una colazione più abbondante del solito, apro le finestre e vedo che sta per cominciare a piovere… porca pupazza!!!
Dopo un attimo iniziale di sconforto, mi convinco che il meteo non riuscirà a privarmi della mia unica uscita settimanale; d’altro canto, la pioggia significa meno autisti della domenica dotati di bicicletta.

Come direbbe Trapattoni, a questo punto apro una parentesi: durante il weekend le piste ciclabili si popolano di autisti della domenica che abbandonano l’auto e si dotano di moderni velocipedi. Li riconosci facilmente: girano in branco, anche se solo in due riescono ad occupare una pista di 4 metri di larghezza. Le specie più pericolose sono gli “uomini con il cappello” e le “signore attempate”, spesso mescolate a pensionati super abbronzati e depilati che usano questi tratti rettilinei per organizzare la loro personale cronometro col destino.

Come spesso Trapattoni dimentica di fare, chiudiamo la parentesi. Finisco la colazione ed inizio la vestizione, degna di un cavaliere della tavola rotonda: pantaloncini da ciclista, fascia del cardiofrequenzimetro Polar, maglietta traforata in perfetto stile tamarro, maglietta da ciclista a maniche corte, l’indistruttibile cellulare Siemens Me45 per chiamare l’ammiraglia, calze, scarpe con sgancio rapido. Quando mi muovo per la casa sembra che stia passando una compagnia di ballerini di flamenco ubriachi.

A questo punto decido che l’iPod Shuffle si è meritato la sua prima uscita sportiva e gli metto la tuta (aka custodia sportiva); la Eos 350D si impunta perché vuole venire anche lei, peccato che sia leggermente in sovrappeso per l’uscita, per cui se ne resta a casa. Sono riuscito a spuntarla solo perché le ho promesso che a breve arriverà il primo obbiettivo, un Canon 50mm f1.8, anche se non le ho svelato che costa pochissimo…

Sono le 7.30 ed esco di casa sotto un cielo carico di pioggia, l’iPod Shuffle è il compagno di viaggio ideale: a cosa serve un display se il lettore è sotto la maglietta?
Unico appunto: shuffle una cippa! L’oggetto è dotato di una consapevolezza superiore a quella di certa gente che gira ultimamente in televisione: alla prima salita seria, dopo una serie di mp3 tranquilli, mi ha fatto partire Run to the hill degli Iron Maiden, inducendomi a pedalare come un forsennato e facendo suonare al cardio il bolero di Ravel. Sulla seconda salita, è partita Diggin’ the grave dei Faith No More: messaggi subliminali?

Alle 9.30 rientro a casa sotto un bel temporale.

Insomma, una tipica domenica mattina…

Nota a margine: questo post non è il frutto dell’abuso di sostanze stupefacenti/alcool; secondo alcuni studiosi, la causa più probabile del delirio è la respirazione in eccesso di ossigeno unita alla lontananza dal pc.


[OT] Disma Music Show

25 Aprile 2005

Nella giornata di sabato ho visitato la fiera degli strumenti musicali Disma e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.

La prima impressione è stata ottima: il centro fiera di Rimini è decisamente accogliente, molto più moderno di quello attuale di Milano (mi dicono che quello nuovo è un’altra storia) e nemmeno paragonabile a quelli di Brescia.

Purtroppo mancavano molte marche(Gibson e Marshall su tutti) e distributori (BackLine, Echo); molto curato lo stand Mogar ma poco interattivo a differenza degli stand Yamaha, Roland e Casale Bauer, dove era possibile provare gli strumenti.

Peccato anche per quella infornata di bambini sfigati, che non sapevano nemmeno da che parte prendere in mano una chitarra ma rimanevano per ore davanti ad una pedaliera.

Molto coraggioso lo stand Yamaha: ti permettevano di provare strumenti del valore di oltre 3000 euro.

La cosa più bella è stata passeggiare in mezzo a gente che normalmente vedi solo sulle riviste: Solieri, Cifarelli, Radius, Cesareo e Faso di Elio e le Storie Tese, i ragazzi di Accordo.it.

Una menzione particolare allo stand Manne: per prima cosa ti trovi di fronte ad uno degli endorser del marchio che ti spiega le chitarre e te le fa provare. Ad un certo punto stavo provando quella che sarà sicuramente la mia prossima chitarra, quando si è avvicinato il sig. “Manne” in persona (in realtà si chiama Andrea Ballarin) per chiedermi come mi trovavo con la chitarra.

In definitiva me ne sono andato ma il mio cuore è rimasto accanto ad una Manne Taos Flame top; sto già cercando di vendere due delle mie chitarre per farle spazio.