Nei commenti all’articolo citato nel precedente post, un anonimo scrive

Ed ancora una volta PI s’è dimenticato (?) dell’esistenza di Mozilla Italia. La domanda la pongo alla redazione (se vorra rispondere ovviamente…): come mai ultimamente non menzionate mai Mozilla Italia in occasione del rilascio delle nuove build delle applicazioni mozilla.org? In fondo se esistono in italiano è solo merito del lavoro svolto dai membri (e non) dell’Associazione Supporto e Traduzione Mozilla (lo stesso dicasi per la traduzione italiana di Mozilla Europe)….

Risposta della redazione

Lo citeremmo volentieri, come del resto abbiamo sempre fatto in passato, se il sito MozillaItalia.org funzionasse ancora… Emozioni! Update: ok, risolto il mistero… Era rimasto nel file hosts l’indirizzo di un vecchio sito temporaneo

A questo punto mi sono chiesto se stavo leggendo una delle principali testate online che si occupa di informatica oppure il giornalino del circo Togni 😕
Poi ho letto la risposta successiva:

Con la nostra connessione si arriva ad una pagina predefinita con il logone di “IdleServ Web Hosting” 🙂 E’ cosi’ da almeno un mese, forse più…

Morale della favola: siamo ancora in ballo con i favolosi DNS di TopHost!

Ricordo a tutti che è possibile usare il dominio www.mozillaitalia.net in caso di problemi con il dominio .org

Edit: il problema di Punto Informatico era dovuto al file hosts, una volta tanto i maledetti DNS non c’entrano nulla; certo è che ci han fatto un figurone 😉


Ringraziamo ancora una volta la redazione di Punto Informatico per aver scritto un intero articolo sull’uscita di Thunderbird 1.5 riuscendo a non citare nemmeno una volta Mozilla Italia.

Grazie.

P.S. In queste occasioni mi viene voglia di fare un po’ di Google bombing verso PI; non è per vantarmi ma credo che riuscirei a fare un discreto danno 😛


Stavo leggendo un po’ degli insulsi commenti alla notizia di Punto Informatico quando ho trovato questo

[…]Da italiano però noto con una punta di dispiacere che tra tutti i link per i download del browser PI ha dimenticato di menzionare Mozilla Italia (http://www.mozillaitalia.org ) che, oltre ad essere la comunità ufficiale italiana di traduzione e supporto dei software “gecko based” è anche ufficialmente riconosciuta da Mozilla.org in qualità di Associazione Italiana Supporto e Traduzione Mozilla.[…]

a cui hanno risposto il solito paio di fenomeni

Sarebbe vero se non fosse che proprio PI vi linka di continuo 🙂 Io sono arrivato da voi da qui 🙂

non facevi prima a scrivere alla redazione ? cioe vi linkano un giorno si ed uno no, anche nella rece di pi se non ricordo male linkavano solo voi e allora … se di svista si tratta tutta sta lagna è un po ridondante scusa ciao costruiamo non piangiamoci addosso, consigliamo con un sorriso non facciamo i soliti italiani piagnoni 😀
pi mi sembra uno dei pochi giornali che parla di firefox e opensource tutti i giorni…. l orgoglio nazionale di mozillaitalia è salvo anche grazie a siti come pi – – – o basta una piccola svista e diventano cattivi 😀

Cari anonimi commentatori, provata a guardare gli ultimi articoli relativi a Firefox: trovate qualche link a Mozilla Italia? Io no.
I link sono spariti da quando è possibile scaricare le versioni localizzate direttamente dai siti Mozilla, senza attendere i tempi di upload dello staff l10n (l’unico è quello per il download a partire dalla scheda di Firefox); peccato che il lavoro venga sempre fatto dalle stesse persone 😉


Riconoscimento dei meriti

2 Dicembre 2005

Ringraziamo Punto Informatico per aver scritto un intero articolo sull’uscita di Firefox 1.5, riuscendo a non citare nemmeno una volta Mozilla Italia.

Firefox 1.5 può essere scaricato in diverse lingue, tra cui l’italiano, da Mozilla.org e Mozilla-Europe.org.

In fin dei conti Firefox è disponibile in italiano per meriti divini, non certo grazie al lavoro di Mozilla Italia.


Internet Explorer 6

23 Dicembre 2011

Da qualche tempo medito di alleggerire e ottimizzare il tema WordPress di Mozilla Italia, lavorando soprattutto sul fronte immagini, in modo da ridurre il consumo di banda e velocizzare il caricamento della pagine.

Stamattina, complice la mancanza di sonno e la necessità di tenere le mani occupate per non scorticarmi vivo, ho deciso di dare un’occhiata alle statistiche del sito, in particolare per capire se là fuori ci sono ancora dei malati di mente che navigano con Internet Explorer 6. Risultato:

Il 12,90% degli utenti che utilizza Internet Explorer è ancora fermo alla 6 e rappresenta il 6,49% delle visite totali. Forse la fine del mondo ce la meritiamo…


Anche se normalmente mi riprometto di non parlare di politica, certe volte è proprio impossibile starsene zitti. Ormai è un dato di fatto: siamo governati da una cooperativa di incapaci.

A prescindere dal colore del governo, tranne rare eccezioni il ministro non conta nulla, non sono il merito o le competenze a fargli guadagnare il posto ma il colore della tessera: il vero lavoro viene fatto da consulenti e “specialisti” che operano lontano dalle telecamere, il ministro ci mette la faccia e se ne prende i meriti (e da bravo italiano quasi mai le colpe).

Il problema fondamentale è che nell’attuale governo anche gli “specialisti” mostrano limiti evidenti.

Faccio qualche esempio, ma potrei tediarvi per ore 😉

  • decreto Bersani-Visco sull’IVA degli immobili: retroattività di due anni (anche se la retroattività è vietata dallo Statuto dei diritti del contribuente), aziende obbligate a restituire l’IVA. Il governo stima un gettito di 1.8 miliardi, AssoImmobiliare fa notare che l’esborso sarebbe di circa 30 miliardi di euro, dietro-front del governo già al 14 luglio (altro articolo interessante): in fin dei conti si è trattato di un innocente arrotondamento…
  • DL 262/2006, modifica della gestione delle auto aziendali: il decreto colpisce indistintamente aziende da 100 dipendenti e ditte individuali (indeducibilità totale dei costi per auto ad uso promiscuo), operai con 1000 euro di stipendio mensile e persone che quei soldi li guadagnano in un giorno (auto aziendali fornite al dipendente).
  • nuove scadenze per UNICO 2007: 770 entro il 31 marzo (in questo caso a partire dall’UNICO 2008), presentazione telematica delle dichiarazioni entro il 31 luglio.
    Chi ha elaborato queste scadenze non è mai entrato in uno studio commercialista: attualmente le scadenze per il tematico sono al 31 ottobre e i software aggiornati con le nuove normative normalmente arrivano a maggio!
    Se volete imporre queste scadenze dovete anche fare in modo che le normative siano pronte leggermente prima del 31 dicembre oppure evitare di rivoltarle come un calzino ogni singolo anno.
  • obbligo invio telematico F24: inizialmente previsto dal 1° ottobre, all’ultimo momento hanno spostato il termine al 1° gennaio 2007 per i soggetti con partita IVA e mantenuto la scadenza solo per i soggetti IRES. I più colpiti sono ovviamente i piccoli, artigiani che ignorano l’uso del computer e dell’home-banking e che dovranno pagare il commercialista o la banca per adempiere a questi obblighi.
  • obbligo per i professionisti di avere un conto corrente riservato all’attività, impossibilità di ricevere pagamenti in contanti superiori ad un determinato importo: non vi farò l’esempio della vecchina senza conto corrente/carta di credito/assegni, mi limito a far notare che basterà fare una fattura con importo X e prendere il resto in contanti, oppure non fare del tutto la fattura.
  • obbligo allegato clienti/fornitori: nuovi costi per il commercialista e di conseguenza per il contribuente.
  • anti-riciclaggio: professionisti (DL 141) e operatori non finanziari (DL 143) sono obbligati a tenere un registro delle transazioni superiori a 12.500 euro (archivio unico informatico) e segnalare le attività sospette. Praticamente il ruolo di controllo che spetterebbe allo Stato viene trasferito a costo zero (per lo stato) sulle aziende (costo software e gestione).

Ultima considerazione: le aliquote IRPEF tanto sbandierate sono l’ultima cosa da prendere in considerazione. Se guardate quelle percentuali e vi ritenete soddisfatti (toh! guarda… risparmio il 2%!) non avete capito un beneamato: alla fine ci troveremo tutti con meno soldi, alla faccia degli scaglioni 🙁