Ritorno sull’argomento per segnalarvi un dettagliato articolo del Washington Post in cui vengono messi a confronto diretto i sistemi anti-phishing di Internet Explorer 7 e Firefox 2.

L’idea del test è semplice e, per i più sospettosi, facilmente ripetibile: si prende un gruppo di siti segnalati su PhishTank e si prova a visitarli con il browser.
Per entrambi i browser sono state prese in considerazione le due modalità di funzionamento del sistema di protezione: Firefox con lista locale (impostazione predefinita) e con interrogazione del database Google, Internet Explorer con la consultazione del database Microsoft attivata e disattivata (la richiesta viene fatta in fase di installazione).

Ecco una sintesi dei risultati (pdf completo in inglese):

  • 1040 siti
  • Firefox 2 con lista locale: 820 rilevati (78,85%)
  • Firefox 2 con Google: 848 rilevati (81,54%)
  • IE7 Auto Check OFF: 16 rilevati (1,54%)
  • IE7 Auto Check ON: 690 rilevati (66,35%)
  • Firefox 2 rileva 243 siti non rilevati da IE7
  • IE7 rileva 117 siti non rilevati da Firefox 2

Conclusioni:

  • il sistema off-line di Firefox 2 è decisamente efficiente, altrettanto non si può dire di quello di Internet Explorer 7
  • la modalità off-line di Firefox 2 è superiore a quella on-line di Internet Explorer 7
  • considerando che entrambe le modalità on-line comportano problemi di privacy, è evidente che Firefox 2 ne esce vincitore a mani basse

Detto questo, non resta che citare l’autore dell’articolo:

While I applaud Microsoft and Mozilla for their first efforts, the reality is that — depending on which browser (and setting) you use — anywhere from 20 to 40 percent of the phishing scams are going to sneak past undetected.

Per quanti passi avanti si siano fatti, è evidente che c’è ancora della strada da fare: stiamo parlando di un gap del 20-40% da colmare. Un buon inizio è sicuramente quello di utilizzare i server DNS di OpenDNS 😉


Con questo articolo inauguriamo l’angolo della posta: chi siamo noi per non averne uno? Ce l’hanno Grazia, Chi e Andrea Beggi, possiamo forse noi essere da meno? 😛

Ricevo questo messaggio da un accanito fan di questo blog, talmente accanito che la richiesta è pervenuta come messaggio privato su un forum:

Ho visto un discreto numero di vili macchine, quando il mio sguardo si è posato su un MacBook ita nero, 1,83 con 512 di ram…

Ordunque, ero allettato molto dall’offerta (100 e qualcosa al mese per una decina di mesi) allorquando […] mi sono imbattuto in un articolo su PI che parlava della Sindrome RSS.

Ora, assai mi allettava la possibilità di avere un Mac da poter smanazzare, poterci metere linux e Xp per le bazzecole necessarie ogni giorno, ma… Ci sarà ordunque da temere davvero al riguardo?

Tralasciando la scrittura in stile tardo ‘800 (nel senso di un autore dell’ ‘800 leggermente ritardato :P), facciamo qualche considerazione.

Quello che hai visto è un modello “vecchio”, ossia con processore Core Duo: i nuovi MacBook neri (top di gamma) vengono infatti forniti di serie con 1Gb di Ram e processore Core 2 Duo a 2.0Ghz.
Questo non significa che sia un notebook da disprezzare, anzi: stessa scocca, stesso fascinoso design, il cambio di CPU non aumenta di molto le capacità di calcolo e le prestazioni della macchina.

La sindrome di “spegnimento improvviso” colpisce solo alcuni utenti MacBook, non tutti: trattandosi di una “prima serie” è quasi inevitabile che il modello presenti qualche anomalia. Dal momento che il problema viene comunque risolto in assistenza (probabilmente con sostituzione scheda logica) c’è da pensare (sperare) che gli ultimi esemplari e la nuova serie non siano affetti dal problema.

Veniamo al discorso “Linux e Windows sul MacBook”. Le possibilità sono due: virtualizzazione oppure BootCamp.

Per la virtualizzazione ti serve un software e Parallels ha un costo più che accettabile (69,95€ su AppleStore): il problema è che ti serve molta più ram di quella disponibile (512MB) e le prestazioni sono inferiori a quelle di un sistema non virtualizzato (per quanto mi riguarda sono comunque più che accettabili).

BootCamp: BootCamp è un software in beta, liberamente scaricabile, e non si sa di preciso cosa succederà quando finirà la fase di beta testing.
Probabilmente per avere le funzionalità di BootCamp bisognerà acquistare il nuovo sistema operativo di casa Apple: Leopard (Mac Os X 10.5) è atteso per la primavera del 2007, magari uscirà a gennaio giusto per fare un ulteriore sgambetto a Windows Vista; i costi di acquisto di una licenza Mac Os X sono molto inferiori rispetto ad una licenza di Windows (Tiger costa 129€).

Veniamo alle conclusioni: un MacBook nero prima generazione può essere un ottimo acquisto, molto dipende dal prezzo. Nelle previsioni di spesa considera da subito un aumento di ram ad almeno 1GB (meglio ancora 1.5GB): saranno soldi spesi bene 😉


Nei giorni scorsi sul blog di html.it è apparso un articolo relativo proprio a questo argomento, la personalizzazione del dizionario di Firefox 2, con un link ad un interessante articolo in inglese.

Tutte le parole aggiunte dall’utente al dizionario (tasto destro sul lemma evidenziato -> Aggiungi al dizionario) vengono salvate in un file, persdict.dat, situato all’interno della cartella del profilo. Nonostante l’estensione .dat si tratta di un comune file di testo con una struttura semplicissima: un lemma per ogni riga.

Per l’utente questo significa che è possibile:

  • eliminare facilmente delle parole inserite per errore: basta modificare il file cancellando la riga sbagliata
  • scambiare il proprio dizionario personalizzato con altri utenti: basta scambiarsi il file e sostituire quello esistente
  • fare modifiche di massa: si apre il file persdict.dat e si inseriscono tutti i termini
  • integrare dizionari esistenti

Riguardo all’integrazione dei dizionari esistenti, nel tutorial viene indicato come aggiungere a Firefox il dizionario di Microsoft Word: basta copiare il contenuto del file “custom.dic” nel file persdict.dat

Anche gli utenti Mac possono integrare il dizionario personalizzato già in uso in Mac Os X: il file del dizionario si trova nel file ~\Libreria\Spelling\it (nel caso di dizionario inglese sarà “en”, “fr” per il francese, ecc. ecc.).
Piccolo problema: il dizionario di Firefox è un file di testo con una sola parola per riga, quello di Mac Os X usa un formato decisamente “strano”.

Alla fine con Google ho trovato questo script Perl che genera un file con il formato in questione. Premesso che non conosco assolutamente Perl, questo script creato con Google e un po’ di copia/incolla sembra funzionare:

#!/usr/bin/perl
$zerobyte = pack("B8", 0);
open (IN, "< it") || die "Impossibile aprire il file it\n\n";
open (OUT, "> persdict.dat") || die "Impossibile creare il file persdict.dat\n\n";
while ($r = <IN>) {
$r =~ s/$zerobyte/\n/g;
print OUT $r;
}
close(IN);
close(OUT);

Basta creare un file converti.pl con il codice indicato, copiare il file it (il file del dizionario) in una cartella insieme con lo script, da terminale posizionarsi nella cartella ed eseguire perl converti.pl: al termine dovrebbe apparire un file di testo (persdict.dat) correttamente formattato.


Sfondi multi schermo

11 Novembre 2006

Se tra i lettori c’è qualche fortunato utente con configurazione multi-monitor (tipicamente dual display), sicuramente saprà quanto è difficile trovare uno sfondo adeguato per personalizzare il proprio desktop.

Non sottovalutate mai la scelta dello sfondo: un desktop anonimo è notoriamente causa di scarsa produttività, quasi quanto avere una porcona disinibita o un’eroina manga con la sesta di reggiseno che vi tiene d’occhio tra il cestino e la cartella dei documenti (senza contare che questo non aumenterà sicuramente il vostro appeal agli occhi del gentil sesso) 😛

Detto questo, ecco un paio di link utili per sfondi ad alta risoluzione:

  1. www.mandolux.com: immagini stupende, molte realizzati appositamente per configurazioni multi display
  2. www.deviantart.com: nella sezione wallpaper è presente una categoria multi display (purtroppo un po’ scarsina sulle altissime risoluzioni).

Questo è il mio attuale desktop: 3360×1050 (dual 20″ wide, ossia 2 monitor con risoluzione 1680×1050)

scrivania.jpg

Dalle parti di Mozilla…

8 Novembre 2006

… sono duri di comprendonio 🙁

Praticamente non hanno imparato nulla dal caos che si è verificato con l’uscita di Firefox 2.0.

ff1508.png

I server ftp contengono già la release 1.5.0.8 di Firefox (comprensibile, anche se sarebbe ora di trovare una soluzione); stavolta per peggiorare la situazione hanno deciso di attivare l’aggiornamento automatico per le versioni 1.5.0.x senza uno straccio di annuncio ufficiale sui siti Mozilla (che sicuramente arriverà nelle prossime ore tenendo conto del fuso orario).

Questo a casa mia si chiama “confondere gli utenti” 🙁

Piccola nota: ho appena provato a scaricare la 1.5.0.8 in italiano e, per il momento, non c’è traccia di major update.

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iTunes 7 introduce la sospirata funzionalità di backup e ripristino della libreria! Tutti in coro cantiamo alleluja!

itunes.jpg

È domenica mattina, finalmente trovi il tempo di testare questa mirabolante novità e scopri che il backup/restore è previsto solo su CD o DVD. Ma state scherzando? Fate gli iPod da 80GB e non prevedete un backup su un hard-disk esterno? Dovrei usare una ventina di DVD? Vi hanno fatto frequentare una scuola speciale per generare simili colpi di genio?

Alla fine tocca andare alla vecchia: backup completo della cartella iTunes su hard-disk di rete 😡

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