Whistler – 3 del mattino circa

Che la sfiga fosse in agguato avrei dovuto intuirlo già domenica mattina: alle 11.30 Bin Laden decide di fare il check-in online dei nostri voli dal sito KLM, ma a quanto pare non c’è verso di trovare la mia prenotazione. Dopo 3 chiamate al servizio di assistenza telefonica – rigorosamente in inglese, non sperate di trovare un operatore che parli italiano – si capisce che il problema è legato al sistema e sarò costretto a fare il check-in al banco. Poco male.

Lunedì mattina: parto con ampio anticipo e vengo premiato da 9 km di coda sulla A4. Son cose.

La fila per l’accesso ai gate di Malpensa ha qualcosa di dantesco: a ogni curva credi di essere arrivato, subito dopo al diradarsi della folla scopri che hai ancora mille chilometri da fare prima di arrivare al controllo. Più che una coda sembra un intestino.

Ad Amsterdam, all’imbarco per il volo diretto a Vancouver, subiamo una perquisizione in piena regola. Visto che di dormire in quel rumore non se ne parla, la scelta di un posto accanto al finestrino mi premia con delle spettacolari immagini della Groenlandia, della regione dei laghi e delle montagne rocciose (non aspettatevi fotografie, tirar fuori zaini e cazzilli su un volo del genere significa ricevere insulti in almeno quattro lingue diverse).

Arrivato a Vancouver l’amara sorpresa: il rullo si rifiuta di rullare la mia valigia (a un certo punto ho pure pensato a un attacco di sclerosi, ché io e quel trolley mica siamo amici di vecchia data), al banco informazioni KLM una tizia fuori come un balcone mi avvisa che la valigia è in ritardo e arriverà domani alla stessa ora. Sperém.

Due ore e mezza di bus (50 posti per 5 persone) e arriviamo all’hotel. Quel poco che ho visto di Vancouver nel tragitto di uscita dalla città si riassume in: edilizia spesso dall’estetica discutibile, traffico non indifferente (una macchina bloccata sul ponte ha generato chilometri e chilometri di coda), semafori ovunque, limiti di velocità ridicolmente bassi. Notevole anche il numero di case in vendita, quasi quasi ci faccio un pensierino per i ponti lunghi 😛

All’hotel ci attende una camera singola con tanto di salottino, cucina e vasca da bagno, e il primo incontro dei mozilli (decisamente alcolico, con chitarrista jazz che suona dal vivo e tavoli con praticamente qualunque cosa da mangiare, chiedere al piccolo Bin per referenze). Il numero di persone presenti è talmente alto che è difficile riconoscere qualcuno, solo una botta di fortuna mi ha permesso di trovare Giorgio “NoScript” Maone e Marco Bonardo al primo colpo.

Visto che dopo circa 26 ore senza vedere un letto mi ritrovavo con due occhi come due palloni da calcio per campi innevati, alle 22 ho salutato il gruppo italiano e me ne sono tornato in camera per una doccia – che in realtà non è una doccia, è un insulto alla logica di qualsiasi interfaccia utente mai concepita – e una dormita. Inutile dire che dopo 3 ore mi sono ritrovato di nuovo sveglio, a quanto pare l’orologio biologico è rimasto affezionato all’aria di casa.

Domani mattina alle 8 appuntamento con gli altri italiani per la registrazione e la colazione, poi dalle 9 si comincia 😉

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6 commenti/trackback a “Firefox Summit 2008 – giorno #0”

  1. miki64 scrive:

    Bel commento.
    Ma mi ha incuriosito, più di tutto, la doccia malcostruita…

  2. dafi scrive:

    E ancora non sai niente!! Sei a Milanoooo
    Smile you are on candid camera

  3. Gioxx scrive:

    Bene così, con la speranza che domani l’orologio biologico ti lasci un attimo in pace 😛

  4. prometeo scrive:

    Così impari a non volere aiutare Bin Laden col talk…
    Ti hanno costretto a parlare inglese comunque, testone!!!
    Ma con tutta questa fortuna, hai mai pensato di fare un salto a Lourdes? 😛

  5. flod scrive:
  6. mak77 scrive:

    ma la cosa veramente fica è che essendo l’autostrada bloccata per 12 giorni il tuo bagaglio lo daranno in pasto agli orsi! azz

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