Mi chiedo quanti dei lettori che lavorano in proprio abbiano già dato un’occhiata ai nuovi studi di settore 2007. Se non l’avete ancora fatto, vi avviso che per il 2007 sarà un’ecatombe.

Dopo aver perso 3 ore per compilare le diverse centinaia di punti del mio studio di settore (TG66U), scopro che secondo l’attuale governo dovrei guadagnare circa 6.000 euro in più all’anno; tecnicamente quei 6.000 euro si chiamano “maggior reddito da dichiarare”, a casa mia si chiamano furto. E non mi vengano a dire che è colpa dei governi precedenti e dei buchi (a proposito, che fine ha fatto il buco?), perché la revisione degli studi di settore è stata fatta dal governo Prodi con un intento preciso: fare cassa, alla faccia dei principi di equità.

Vediamo di capire a grandi linee cosa sono gli studi di settore: alla fine dell’anno ho fatturato una determinata cifra, tolgo i costi e ottengo un utile. Su questo utile vado a calcolare le tasse da pagare (per semplicità lasciamo fuori dal discorso ulteriori detrazioni e deduzioni): nel mio caso l’utile è del 65%.
Lo studio di settore ti sommerge di domande relative al tuo lavoro (quanti clienti hai, valore dei beni strumentali, dove sono situati i clienti, tipo di lavoro, ecc. ecc.) e in base a questi parametri calcola se quanto dichiarato è:

  • congruo: il valore dichiarato è adeguato al valore puntuale calcolato tramite il motore di calcolo Gerico
  • coerente: vengono valutati alcuni indicatori economici e il loro valore deve collocarsi all’interno di un intervallo; un valore superiore o inferiore ai range calcolati porteranno alla non coerenza

Il mio studio di settore non è congruo, per cui lo Stato sostiene che dovrei guadagnare circa 6.000 euro in più: in pratica dovrei dichiarare circa il 15% in più di quello effettivamente guadagnato. A questo punto le strade possibili sono due:

  • adeguarsi pagando le tasse sul maggior reddito da dichiarare. In pratica ammetto la colpa (ho guadagnato più di quello che stavo dichiarando) e mi preparo ad utilizzare il “nuovo reddito” come base per l’anno successivo. Negli anni precedenti l’adeguamento comportava l’impossibilità dell’Agenzia delle Entrate di effettuare un controllo senza ulteriori basi documentali (non potevano controllarmi solo perché avevo scelto di adeguarmi); mi sembra di aver capito che per il 2007 anche questo aspetto sia cambiato ma non trovo riferimenti in proposito.
  • non adeguarsi e prepararsi all’accertamento fiscale (accertamento induttivo)

Dal momento che da queste parti si fattura anche l’aria che si respira si opterà senza indugi per la seconda strada, con la certezza che i simpatici accertatori troveranno comunque qualcosa di non corretto nella mia contabilità. Ammesso che vengano a controllare, visto che gli uffici dell’Agenzia delle Entrate sono già oggi nel caos più totale.

Naturalmente sarò in buona compagnia:

A causa degli indicatori di normalità economica la congruità agli studi di settore molte volte viene a mancare. In molti casi dimezza i contribuenti in regola, gli adeguamenti si aggirerebbero intorno agli 11-12 mila euro. Sono questi i primi dati emersi dalle applicazioni del software Gerico. Anche l’Agenzia delle Entrate promette una certa flessibilità nell’affrontare i singoli casi, prevedendo comunque un elevato numero di interventi di accertamento.

Dalle mie parti, scusate il francesismo, questo si chiama “lavorare con il culo”, attività in cui l’attuale governo eccelle (esempio).

Sinceramente la situazione sta diventando insostenibile: se il clima è questo tanto vale fare il lavoratore a progetto, togliersi dalle scatole contabilità, IVA e dichiarazioni, e cominciare a lavorare in nero.

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185 commenti/trackback a “Studi di settore 2007: il furto”

  1. manu scrive:

    Elisa, probabilmente si tratta ti mettersi nei panni di chi si trova senza lavoro soprattutto con i tempi che corrono…pero’ e mi spiace dirlo…i miei ex dipendenti non sanno nulla e pensano che io mi sia fatta i soldi…..ma fa niente, non mi cambia nulla sentirmi dire grazie. andro’ diritta in Paradiso, mettiamola cosi’! mi raccomando tu provale tutte le strade, sono cifre che magari si riducono e riesci ad affrontare! auguri per la tua vita imprenditoriale, magari scrivi cosi’ sapro’ com’è andata

  2. elisa scrive:

    Cara Manu,
    lo so che spesso o quasi sempre i dipendenti la pensano così, anzi a volte pensano pure che prima li hai fruttati per farti i soldi poi hai chiuso per goderti le tue ricchezze (???!!…)
    Io non sono ancora sicura che strada prenderò anche perchè ad una certa età non si ha più le forze per combattere. Se avessi guadagnato come credono loro, a questa età dovrei essere benestante..Invece le mie vicine di casa casalinghe mogli di operai in pensione stanno molto meglio di me…
    Gli studi di settore stanno uccidendo il Paese, altro che crisi! Gli studi di settore hanno preparato la strada alla crisi in Italia, ed invece di rimediare, questi governanti, continuano con questa distruzione. A questo punto credo che sia tutta una cosa studiata a tavolino per farci diventare sempre più poveri così potranno dominarci meglio.
    Ciao, Elisa

  3. elisa scrive:

    L’art.53 della Costituzione:

    ” Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.”

    Questo quando l’Italia era un Paese che si sforzava di essere democratico e voleva crescere. Ora siamo precipitati nel baratro.

  4. daniele scrive:

    Il vero problema, secondo me, è che noi non abbiamo mai unito le forze (parlo di commercianti, piccoli imprenditori) per far valere le nostre forze. E’ nella nostra indole lavorare soli e subire ingiustizie, orari massacranti, gioie (ogni tanto), e forse è per questo che la nostra categoria non si è mai “ribellata” agli studi di settore ma li ha accolti a malincuore.. vi ricordate lo sciopero degli autotrasportatori? quanto caos? solo in quel modo potevano far notare alla nazione intera quanto era importante la loro categoria. Perchè noi non abbiamo mai fatto qualcosa del genere? sarei il primo a chiudere le serrande…gli operai per una minima cavolata scioperano e tra l’altro è anche accettato dalla Costituzione… fin quando pagheremo e ci indebiteremo per pagare (la peggior cosa che una persona è tenuta a fare)…rimaniamo sempre polli da spennare.

  5. elisa scrive:

    Se si organizzerà uno sciopero, anch’io sarò la prima a parteciparvi, e penso che saremmo veramente in molti a chiudere le serrande perchè è veramente esasperante e disumano quello che stiamo subendo. Però ci vuole qualcuno che sappia organizzare e far sapere a tutti. Su questo non ci aiuteranno sicuramente i media, loro hanno sempre parole di accusa verso i piccoli imprenditori, anzi di odio direi…

  6. elisa scrive:

    Volete sapere come è andata a finire? Che mi sono indebbitata per pagare quello che lo stato pretende, non ho le forze finanziarie e fisiche per farmi valere. . Non so proprio se ce la farò, ho paura per la casa dove abito…Anche se è un piccolo e modesto appartamento, è mio e me lo sono sudato in tanti anni. Almeno voi giovani fate qualcosa, ribellatevi a tanta ingiustizia se non volete finire come me.

  7. manu scrive:

    Spero Elisa che tu possa farcela davvero, ti auguro un futuro tranquillo e con delle soddisfazioni. in bocca al lupo e crepi…..

  8. Gianvito scrive:

    salve a tutti, mi sta capitando in questo periodo di avere a che fare con la famosa ADE, per quanto riguarda gli studi settore del 2005. Inutile scrivere qui la mia opnione personale sugli studi di settore, e non mi importa neanche di che colore era il governo che gli ha istituiti, visto che è perfettamente in linea con la maggior parte di voi (non sono risucito a leggere tutti i Vs. commenti).

    Come voi credo che sia uno strumento a dir poco fasullo e inutile anche per poter controllare se ognuno di noi evade o meno …

    Mentre leggevo i Vs. commenti, i sentimenti erano di sollievo in un primo momento (aver compagno al duol scema la pena), ma subito dopo ricordavo le cifre a 5 zeri che mi stanno chiedendo …vi assicuro che il sollievo va a farsi fottere.

    non voglio limitarmi a lamentarmi …. ma voglio proporre qualcosa di significativo, almeno credo,

    PREMESSA:
    credo fortemente che il popolo sia sovrano, e non ci si può fidare dell’attuale classe dirigente politica sia essa di destra, centro o sinistra, solo che molte volte il popolo pecca di organizzazione, e in questo potrebbe aiutarci lo strumento internet. Strumenti come scioperi servono solo ad alzare polveroni ma non servono a risolvere i problemi, perché nessuno ti ascolta… quindi gli unici due strumenti che io sono riuscito ad inviduare per farci ascoltare sono i seguenti.

    PRIMA PROPOSTA:
    potremmo avviare una class action (N.B. non sono avvocato, quindi non sto tirando l’acqua al mulino mio :)))) ), tutti insieme contro lo stato…. chiedendo ovviamente l’abrogazione degli studi di settore, la sospensione immediata dei controlli sugli studi di settore e ovviamente il rimborso di quanti hanno gia pagato, rovinandosi totalmente.

    SECONDA PROPOSTA:
    potremmo avviare un’iniziativa di legge popolare… ho letto l’iter e non mi sembra poi così difficile farlo…(servono solo 50.000 firme… sono sicuro che riusciremmo a raccoglierne molte di più ) e ovviamente qualcuno che ci istruisce la proposta di legge…

    vi sembrano proposte da poter essere prese in considerazione? che ne dite?

    vi saluto per il momento e spero di avere i Vs. feedback al più presto

  9. daniele scrive:

    Beh.. è una proposta dopo le centinaia di proteste in questo blog.. Io avevo proposto lo sciopero proprio perchè, in Italia, i polveroni servono ad aprire gli occhi alla gente, comne fu quello degli autotrasportatori nel 2007, sulle quote latte siamo ormai abituati 🙂

    Riguardo le tue proposte andrebbero anche bene, se non fosse per il fatto che tramite referendum abrogativo non si possono abrogare norme fiscali 🙂 quindi quella strada non è da percorrere.

    Altro problema, è che gli studi di settore riguardano solo una fetta di imprenditori/professionisti e non tutti, ed i privati non sanno di cosa stiamo parlando, anzi sono i primi a darci colpe non nostre, solo perchè abbiamo lo status di imprenditori, che ancora non riesco a capire quale vantaggio ti dia..

    Io sono disposto ad aderire a qualsiasi iniziativa ma sono propenso a creare confusione e sopratutto disagi, solo in questo modo si combatte la mentalità italiana.

    A presto

  10. Gianvito scrive:

    “Articolo 71 della costituzione

    L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.

    Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.”

    non sto parlando di referendum abrogativo … sto parlando di legge popolare. penso che la cosa sia diversa… cmq in questi giorni farò le dovute ricerche con qualche amico avvocato.

  11. daniele scrive:

    credo che la situazione non cambi di molto, comunque prova a sentire il parere di un esperto e facci sapere.

    A presto

  12. manu scrive:

    Buongiorno a tutti,
    non ho piu’ l’azienda che avevo, proprio per gli studi di settore (se volete perdere del tempo guardate la mia storia nei messaggi precedenti)e quindi in teoria ed in pratica..non sarei interessata. Pero’ se mi è possibile partecipero’ in queste iniziative per cercare di cambiare qualcosa di assolutamente ingiusto. Io purtroppo non ho avuto scelta e oggi sono una EX imprenditrice…
    un augurio a tutti

  13. elisa scrive:

    Salve Gianvito,
    i giornali, i media, sono un potere…Hanno il potere di far condannare le persone oppure di far conoscere la verità.I media quando parlano dei piccoli imprenditori di solito lo fanno accusandoli di essere ladri evasori delinquenti e la causa dei mali del nostro paese. Se qualcuno raccontasse la verità a tutti, già sarebbe qualcosa…L’opinione pubblica deve essere messa al corrente dell’ingiustizia e menzonia che subiamo, tanto per cominciare. Che ne pensi?

  14. Gianvito scrive:

    salve a tutti ragazzi,
    purtroppo brutte notizie … non è praticabile ne la prima strada ne tantomeno la seconda.
    In questi giorni ho avuto diversi incontri con amici commercialisti, avvocati, ho anche qualke amico che lavora all’ADE.
    Sembriamo destinati ad essere soppressi.
    Elisa! sono d’accordo con te e sto sinceramente valutanto di fare un tentativo con la stampa.
    Mi dispiace, davvero, per tutti noi. Ma la cosa che più mi dispiace è vivere in un paese, dove non esiste lo stato di diritto di un cittadino “normale”.
    ci sentiamo presto!!! spero con notizie migliori

  15. daniele scrive:

    allora sciopero 🙂 a settembre quando tutti meno se lo aspettano.. io posso occuparmi lato web, è la mia professione…

  16. Elisa scrive:

    Salve,
    ci sono novità? Io sono sempre più disperata. Voi tranquilli?

  17. daniele scrive:

    elisa…mi dispiace per la tua soluzione ma penso che la maggior parte delle persone che sono qui, come me, alla fine hanno pagato. Ci stiamo solo “sfogando” in questo blog, ma alla fine ogni storia è diversa ma il finale è lo stesso.

    Tieni duro…

  18. elisa scrive:

    Grazie Daniele per l’incoraggiamento. Purtroppo ho solo iniziato a pagare e mi rimangono ancora tante rate; a questo si aggiungono pure le imposte dell’ultimo anno,e non sono poche, mi hanno preteso di più e allora mi sono adeguata visto che tanto Loro vogliono e pretendono così, sennò sarà peggio per me. Ho chesto un prestito e ne dovrò chiedere un’altro…Sto lavorando per pagare su soldi mai avuti! Non posso chiudere perchè altrimenti come farò a pagare? E poi chi mi comprerebbe l’attività, chi è il fesso che si mette in proprio adesso? Perchè invece non controllano il tenore di vita, c/c e che auto e casa possiedo?? Perchè non applicano il redditometro, molto più democratico e veritiero? Non è l’artigiano che esporta i soldi all’estero. Questo non è uno Stato democratico, lo sai cosa è? Preferisco non scriverlo.

  19. manu scrive:

    io come vi ho scritto giorni fa non ho piu’ niente, speriamo che non pretendano dell’altro che non ho.. perchè i controlli credo che li facciano anche per gli anni subito dopo a quello “incriminato” e poichè le acque non sono state migliori, non sono comunque congrua e coerente….auguri

  20. daniele scrive:

    Mi dispiace molto per le vostre situazioni…anche io ci sono passato ma è andata bene (relativamente) sono riuscire a diminuire di molto, ma solo perchè sono riuscito a dimostrare con tutte le fatture di acquisto e di vendita il mio buon operato (erano circa 2800 fatture!), in ogni caso ho pagato lo stesso, molto meno del previsto, altrimenti avrei chiuso anche io.
    Riguardo gli studi di settore, dobbiamo però darci qualche consiglio in più..ad esempio io in genere non “scarico” prodotti di basso valore anche se usati a livello professionale, per intenderci i PC li acquisto come privato perchè pesano moltissimo sul calcolo degli studi di settore (teoricamente 1 postazione in più equivale a maggior fatturato)…in genere per i prodotti strumentali meno si ha meglio è, questo aiuta di molto.
    Altra cosa: molti di voi hanno attività aperte da anni (io 10) avete mai chiesto al vostro commercialista lo storico di tutti i prodotti che avete caricato sulla ditta in questi anni? io lo faccio in ogni anno e molto spesso trovo accessori, prodotti che non uso più perchè dismessi (realmente).. anche quelli incidono e magari avete in carico ancora un monitor comprato 10 anni fa e buttato via perchè rotto..provate a controllare!

  21. Albert08 scrive:

    Mi spiace dirvelo, ma quelli che vengono qui a lamentarsi e dire che non c’è nulla da fare, evidentemente hanno solo voglia di regalare i soldi allo Stato.

    Come devo dirvelo che dal dicembre 2009 anche la Cassazione – A SEZIONI UNITE! – ha dato ragione ai contribuenti, stabilendo che gli studi di settori hanno solo valore di presunzione semplice, sono solo un parametro indicativo, ma non sono un mezzo di prova, quindi è l’AGE a dover dimostrare che il contribuente ha percepito più di quanto indicato dagli studi.

    Quindi anzichè piangere inutilmente fareste bene a fare ricorso, anche perchè più contribuenti fan ricorso, meno si azzardano ad alzare la cresta, e a fare i prepotenti.

  22. elisa scrive:

    A proposito di tasse:notizie di questa settimana.
    Roma – Italia al primo posto in Europa per peso delle tasse sulle imprese. Il peso complessivo di tributi nazionali e locali e dei contributi sociali è del 68,6%, il più alto tra i Paesi europei e tra i più alti al mondo. La media europea è del 44,2% e quella mondiale del 47,8%. È quanto emerge dallo studio “Paying Taxes 2011” realizzato dalla Banca Mondiale e dalla società di consulenza PwC (PricewaterhouseCoopers). Su 183 Paesi esaminati dal dossier, l’Italia risulta al 167esimo posto, ovvero tra i Paesi in cui complessivamente è più pesante il carico del prelievo. A pesare particolarmente sono le tasse sul lavoro che rispetto al tasso complessivo del 68,6% rappresentano il 43,4% del carico.

    In burocrazia 285 ore l’anno Un’impresa in Italia impiega 285 ore l’anno per adempiere ai propri doveri fiscali, oltre 60 ore in più della media europea. È quanto calcola lo studio “Paying Taxes 2011” realizzato dalla Banca Mondiale e dalla società di consulenza PwC (PricewaterhouseCoopers). In Europa solo cinque Paesi hanno meccanismi più complicati mentre il minor numero di ore per pagare tasse e contributi si registra in Lussemburgo (59 ore). Se si considerano tutti i 183 Paesi del mondo analizzati dal dossier della Banca Mondiale e PwC, l’Italia occupa la 123esima posizione, calcolando che ai primi posti figurano i Paesi dove la burocrazia è più snella. A conti fatti, senza contare le notti, un’azienda italiana impiega mediamente quasi 24 giorni per essere in regola con tutti i pagamenti all’erario e agli istituti di previdenza.

  23. elisa scrive:

    Hanno reso noto quello che noi purtroppo sapevamo già fin troppo bene. Anche se questi dati non considerano tutto quanto ci rapinano con gli studi di settore…
    Ma che bel Paese democratico!
    L’hanno reso noto ma non troppo…( la tv ne ha parlato? e se si, per quanto tempo?)
    Un saluto a tutti.

  24. Luca scrive:

    Il baratto e’ l’unica forma che lo stato non puo’ tassare.Forse attraverso internet sarebbe piu’ facile.

  25. elisa scrive:

    Ciao Daniele,
    visto che mi sembri un po’ esperto, ti chiederei un consiglio riguardo il costo del personale dipendente. Tu sai in che proporzione pesa per gli sds? Se io, non essendo più giovanissima quindi poco produttiva e non riesco a guadagnare quanto lo stato mi pretende, potrei avere un’altra dipendente che lavori per me così io posso continuare la mia attività, dato che non potrei chiudere poichè il fisco mi ha ingiustamente indebitata?
    Ringrazio anticipatamente..

  26. Daniele scrive:

    Ciao
    L’esperienza è la somma delle fregature 🙂 per questo sono esperto eheh. A parte gli scherzi, sul personale ti consiglierei di andarci con cautela, considera le spese di un contratto, anche un semplice part time e vedrai che non ti conviene (se non strettamente necessario). In ogni caso ti posso consigliare, come spesso ho fatto, di farti stampare dal commercialista l’elenco dei cespiti ovvero tutti i bene che durante anni di attività hai messo in carico all’azienda. Vedrai che molti si saranno rotti, gettati via o non più utili e depenna il superfluo. Se la tua attività ha molti anni, ne avrai da depennare!

  27. elisa scrive:

    Io e la mia socia siamo veramente stufe di questi soprusi. Ma quanto credono che guadagnamo con ‘stì benedetti tagli di capelli? Abbiamo il salone in un paesino, mica in una metropoli!
    (Scusate lo sfogo!)

  28. Manu scrive:

    Salve a tutti, sono la ex imprenditrice che ha scritto piu’ volte. Volevo informarvi che il ricorso che avevo fatto è stato accettato, ora vediamo l’evolversi della faccenda….intanto pero’ non ho piu’ l’azienda…
    un saluto a tutti

  29. elisa scrive:

    Scusa Manu, ti hanno accettato il ricorso? dopo quanto tempo? Ha dovuto comunque sostenere delle spese? E l’ADE nel frattempo ti ha preteso comunque dei soldi?
    Ciao

  30. Manu scrive:

    ciao Elisa,
    il ricorso è stato accettato dopo 10 mesi, per le spese ci sono state quelle dell’avvocato per il resto chiedo dettagli perchè ho incaricato un commercialista di fiducia. mi sembra di ricordare che stiamo aspettando notizie speriamo il piu’ positive possibili riguardop la cifra (comunque qualcosa la devi tirare fuori….
    appena so ti dico.

  31. Giorgio scrive:

    SVEGLIA GENTE!!!
    TUTTI A ROMA IL 10 SETTEMBRE!!!
    http://www.facebook.com/event.php?eid=153858391345185

  32. michele scrive:

    faccio notare che l’italia è afflitta da una grande piaga: i liberi professionisti.
    Ti lamenti degli studi di settore??
    Ti lamenti che le tasse sono alte?
    Beh, ricorda: il 40% di 0 è 0.
    Le fatture e le tasse sono spesso viste come optional….
    Frase tipica del libero professionista al cliente:
    “Sono 120 euro con la fattura… 100 euro senza”.
    E sembra quasi un favore… il cliente paga meno (non paga l’IVA), ma il professionista non paga le TASSE sul reddito!!
    (100 euro pulite in tasca)
    Prima di prendersela con lo Stato bisognerebbe farsi l’esame di coscienza.

  33. Da scrive:

    Ecco!!!! È arrivata la sentenza di un operaio….

  34. flod scrive:

    Michele, non hai veramente idea di cosa stai parlando (a partire dal “libero professionista”) 😉

    Se vogliamo parlarne facciamolo, ma smettiamola di scrivere di cose per sentito dire.

  35. Luca scrive:

    Diamo la possibilita’ a tutti di chiudere il cerchio,
    come per le aziende, io operaio con famiglia devo avere la
    possibilita di detrarre le fatture, come fossi una azienda.
    Ecco cosi che, al meccanico, al muratore, all’elettricista chiedo la fattura perche posso detrarla come spesa, come fa una qualsiasi azienda quando si serve di un’esterno e cosi via.
    Quindi mi conviene chiederla per abassare il mio reddito imponibile.

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