Le strane dinamiche sociali della blogopalla
11 Dicembre 2007
Mentre ero in automobile a godermi la dose quotidiana di coda in tangenziale, avvolto da una spessa coltre di nebbia e coccolato dal suono di chitarre distorte, pensavo alle strane dinamiche sociali della blogopalla. Il fatto di aver dormito poco e male non ha contribuito a migliorare la lucidità del ragionamento.
Nella vita di tutti i giorni una persona è libera d’avere amori, affetti, amicizie, sopportazioni quasi civili, dissapori, inimicizie palesi, scazzi cosmici. Fortunatamente la soluzione è semplice: se una persona ti è indigesta la eviti, stop (sempre che non ti chiami Luttazzi).
La blogopalla no, sembra la versione zuccherosa della casa del Mulino Bianco. Tranne rari catalizzatori di astio, tutti sembrano volersi bene: nessuno parla mai male degli altri, quando lo fa sembra costretto da un plotone di esecuzione e ogni due parole ci mette una frase di scuse, spesso si lamenta senza citare in modo palese l’oggetto della discussione. Porca trota: se uno mi sta sulle balle, perché non devo scriverlo chiaro e tondo? Posso far finta di nulla e occuparmi di altro (di solito faccio così), ma se devo scrivere tanto vale farlo in modo chiaro, senza astrusi giri di parole e passate di lingua.
In realtà c’è anche l’altro lato della medaglia: nell’ultimo anno ho avuto modo di incontrare e conoscere diversi blogger, quasi sempre ho trovato persone simpatiche, affabili, alla mano. A volte apri i loro blog e ti trovi davanti uno squalo, una cattiveria che non avresti mai immaginato. Qui i casi sono due: avete dei problemi con la scelta del registro linguistico e non vi rendete conto di quello che traspare dai vostri post, oppure quando vi mettete davanti ad una tastiera vi trasformate in Mr. Hyde.
Forse varrebbe la pena dimenticarsi del medium e ricordarsi che, da una parte e dall’altra, ci sono pur sempre delle persone: il fatto che di mezzo ci sia una tastiera non dovrebbe cambiare le carte in tavola.
Naymz?
2 Dicembre 2007
Visto che il servizio è online da mesi (vedi post preistorico di Pandemia), qualcuno mi spiega perché proprio questa mattina la mia casella di posta elettronica genera inviti a Naymz con lo stesso ritmo di una coppia di conigli erotomani?
Chi è il responsabile di questa nuova ondata di terrore? Voglio un nome, un colpevole, qualcuno da insultare, parbleu!
E con questo terzo post domenicale si inaugura la categoria socialcazzi.
Downloadblog, come non si scrive un post (di nuovo)
2 Dicembre 2007
Sembra destino che nel fine settimana io debba lamentarmi dei post di DownloadBlog: questa volta l’articolo riguarda l’uscita della versione 2.0.0.11 di Firefox.
Cominciamo dal titolo: Firefox: è già ora di ri-aggiornarmenti di sicurezza.
Tralasciamo il refuso e andiamo al sodo: NON è un aggiornamento di sicurezza ma, come viene definito da Mozilla, uno stability update. Come spiegato in questo post viene corretta una (fastidiosa, imbarazzante, scegliete l’aggettivo che preferite) regressione introdotta in Firefox 2.0.0.10, ma questo non significa che tale versione sia affetta da problemi di sicurezza.
La versione di qualche giorno fa, la 2.0.0.10, benché correggesse alcune importanti falle di sicurezza, non era ancora del tutto completa.
Cosa significa “non era ancora del tutto completa.”!? Hanno venduto l’automobile ma si sono dimenticati la ruota di scorta?
Consigliamo dia aggiornare il prima possibile, e sebbene la procedura avvenga in maniera del tutto automatica, segnaliamo comunque che tutti gli aggiornamento e le release sono disponibili sul sito ufficiale della Mozilla Foundation a questo indirizzo.
Tralasciando il refuso (mi pare di averla già letta ‘sta frase…), quello NON è il “sito ufficiale della Mozilla Foundation”: è il sito di un’associazione italiana che cura la localizzazione dei software Mozilla, stop.
Se vi state chiedendo perché mi ostino a leggere quel blog, la risposta è semplice: finché ci scrivono persone come queste, in grado di produrre articoli documentati e scritti a modo, varrà ancora la pena di fare lo slalom tra le vaccate.
WordPress 2.3.1
17 Novembre 2007
Dopo un numero di backup del database imbarazzante, degno di un paziente affetto da disturbo ossessivo-compulsivo, ho appena terminato l’installazione di WordPress 2.3.1: tutto sembra funzionare correttamente, segnalatemi eventuali problemi nei commenti 😉
Unico malfunzionamento rilevato lato amministrazione: il malefico errore wp_post2cat doesn’t exist causato dal plugin Google Sitemaps (per risolvere è bastato aggiornarlo alla versione 3.0.2).
Le dinamiche del nano-publishing (aka le vaccate di downloadblog)
17 Novembre 2007
Situazione A: sul mio blog scrivo una notizia errata, uno o più lettori mi segnalano la castroneria nei commenti, correggo e ringrazio.
Situazione B: su un blog di nanopublishing viene pubblicata una notizia palesemente errata, uno o più lettori segnalano la castroneria, assordante silenzio.
Conclusioni:
- la qualità di un nano-blog non dipende dalle dimensioni del network e dalla bontà della piattaforma quanto dalla validità degli autori
- qualità e successo (popolarità) non sempre vanno di pari passo
- scrivere su un blog significa anche seguire le discussioni che nascono dai propri post, in caso contrario tanto vale chiudere i commenti
Blogosfera (effetto pagina bianca su scrivener)
11 Novembre 2007
Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto a bruciapelo: “Cosa ne pensi dei blog ultimamente?” In modo stranamente istintivo ho risposto: “Ultimamente ne ho un po’ piene le balle”.
Passano i giorni e il malessere non si affievolisce, peggiora.
La sensazione è quella di trovarsi in una colossale assemblea di condominio, dove le persone che urlano riescono immancabilmente a sovrastare tutte le altre. La vecchia signora acida del terzo piano attacca con una lamentela qualsiasi e tutti si uniscono, fino a quando le voci si confondono in un unico fastidioso e incomprensibile vociare. Tu stai zitto, fuso in modo innaturale a una sedia di plastica quasi sicuramente made in China: hai la buona abitudine di parlare solo quando hai qualcosa di interessante da dire e non ti è mai piaciuto il ruolo della pecora nel gregge. L’unico risultato che ottieni è che qualcuno ti guarda di traverso, cercando di capire i “reali” motivi del tuo ostinato e assordante silenzio.
Ogni tanto vien voglia di ricominciare a scrivere per quattro gatti, senza che le persone riescano ad associare le cose che stanno leggendo alla tua faccia. Senti il formicolio nelle mani, il bisogno di dare un taglio netto alla parte social. Hai voglia di sparare a zero su quei quattro stronzi che si alzano alla mattina con il bisogno fisiologico di controllare la propria posizione sulla classifica dei blog, il loro pagerank, gli introiti accumulati durante la notte (perché prima di andare a dormire una controllata la danno comunque), i link in ingresso.
Senti crescere la voglia di prendere il tuo feed reader, liberarlo dalle erbacce a colpi di napalm. Insomma, tutto fuorché un lavoro di precisione: se ci saranno vittime innocenti sarà per una buona causa.
Poi ti fermi, rifletti e ti rendi conto che grazie a ‘sto cavolo di blog hai conosciuto persone vere, belle. Che forse vale la pena continuare a scrivere in questo piccolo web-monolocale per non chiudere la porta in faccia a queste opportunità. Forse vale la pena salvare il lato umano del blog, ammesso che questa espressione abbia un senso.
A quel punto metti da parte il napalm e dai comunque una sforbiciata qua e là, che hai bisogno di vedere un’ombra di cambiamento e dare una minima soddisfazione al tuo lato sanguinario.
Chissà, la prossima volta potrebbe essere la volta del napalm. Comunque vada sai di non essere solo.