Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto a bruciapelo: “Cosa ne pensi dei blog ultimamente?” In modo stranamente istintivo ho risposto: “Ultimamente ne ho un po’ piene le balle”.

Passano i giorni e il malessere non si affievolisce, peggiora.

La sensazione è quella di trovarsi in una colossale assemblea di condominio, dove le persone che urlano riescono immancabilmente a sovrastare tutte le altre. La vecchia signora acida del terzo piano attacca con una lamentela qualsiasi e tutti si uniscono, fino a quando le voci si confondono in un unico fastidioso e incomprensibile vociare. Tu stai zitto, fuso in modo innaturale a una sedia di plastica quasi sicuramente made in China: hai la buona abitudine di parlare solo quando hai qualcosa di interessante da dire e non ti è mai piaciuto il ruolo della pecora nel gregge. L’unico risultato che ottieni è che qualcuno ti guarda di traverso, cercando di capire i “reali” motivi del tuo ostinato e assordante silenzio.

Ogni tanto vien voglia di ricominciare a scrivere per quattro gatti, senza che le persone riescano ad associare le cose che stanno leggendo alla tua faccia. Senti il formicolio nelle mani, il bisogno di dare un taglio netto alla parte social. Hai voglia di sparare a zero su quei quattro stronzi che si alzano alla mattina con il bisogno fisiologico di controllare la propria posizione sulla classifica dei blog, il loro pagerank, gli introiti accumulati durante la notte (perché prima di andare a dormire una controllata la danno comunque), i link in ingresso.

Senti crescere la voglia di prendere il tuo feed reader, liberarlo dalle erbacce a colpi di napalm. Insomma, tutto fuorché un lavoro di precisione: se ci saranno vittime innocenti sarà per una buona causa.

Poi ti fermi, rifletti e ti rendi conto che grazie a ‘sto cavolo di blog hai conosciuto persone vere, belle. Che forse vale la pena continuare a scrivere in questo piccolo web-monolocale per non chiudere la porta in faccia a queste opportunità. Forse vale la pena salvare il lato umano del blog, ammesso che questa espressione abbia un senso.

A quel punto metti da parte il napalm e dai comunque una sforbiciata qua e là, che hai bisogno di vedere un’ombra di cambiamento e dare una minima soddisfazione al tuo lato sanguinario.

Chissà, la prossima volta potrebbe essere la volta del napalm. Comunque vada sai di non essere solo.

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12 commenti/trackback a “Blogosfera (effetto pagina bianca su scrivener)”

  1. Giovy scrive:

    Mmm… queste parole mi pare di averle già sentite: http://snipr.com/1ru0k. Non posso che essere d’accordo con te, Francesco.

  2. flod scrive:

    @Giovy
    Vero solo in parte: ultimamente si litiga poco ma il livello scende, costantemente 😉

  3. catepol scrive:

    bel post concordo con te…
    ricordiamoci che ci son sempre dietro bele persone più delle volte e non numerini di pagerank…

    🙂

  4. DElyMyth scrive:

    … Che poi e’ uno dei motivi per cui due anni fa quasi chiusi…
    E le persone sono il motivo per cui ad aprile ti dissi di venirmi a prendere a roncolate sotto casa se avessi di nuovo chiuso.
    Beh, mi arrogo il diritto di fare lo stesso io con te.
    Se chiudi, trovero’ dove abiti, e ti verro’ a prendere a roncolate a casa 😛

    (ricorda che c’e’ chi ti vuole bene)

  5. capemaster scrive:

    Il napalm lo puoi sempre usare sul monster, vuoi mettere? 😛

    Ne abbiamo tutti piene le tasche, però è vero che la spinta dopo qualche tempo è rappresentata dalle persone che hai conosciuto, non dai pagerank.

  6. Andy scrive:

    Io sinceramente me ne sbatto, leggo la mia trentina di feed, scrivo quello mi va di scrivere, e vivo internet come mi piace!

  7. iacchi scrive:

    Io la penso esattamente come Andy. Perché farsi il sangue amaro per queste cose, come se non lo fosse già abbastanza per tutto il resto?
    Uno si tiene strette le persone amiche, vecchie e nuove, e che il resto faccia quello che vuole.

  8. xlthlx scrive:

    in effetti stavo per scrivere la stessa cosa degli ultimi due commenti…non ti curar di loro, ma guarda e passa. no?

  9. flod scrive:

    “Non ti curar di loro ma guarda e passa”. È quello che sto facendo, altrimenti avrei già chiuso la baracca da mesi e mi sarei rinchiuso in un eremo 😉

    Il problema è che ogni tanto la scimmia ti sale al punto che devi darle un po’ di sfogo, altrimenti rischi di scoppiare.

  10. markingegno scrive:

    Se la cosa ti puo’ rincuorare non sei solo.

    Con la piccola differenza che nel mio caso la mia parte social non e’ cosi’ invasiva, anche perche’ non e’ cosi’ popolata come la tua.
    😉

  11. JeKo scrive:

    Argh… sarà mica la temutissima crisi del terzo anno? 😉
    Parola d’ordine: sfoltimento… via la fuffa dal feed reader, via i social networks inutili/inutilizzati… riappropiarsi della propria identità e della propria privacy… e aprire la serie “il fotografo del giovedi” 😀

  12. Keper scrive:

    Non capisco perché vivo il blog in altro modo.
    Per me è un modo per esprimere pensieri, consigli e idee a chi ha la voglia di ascoltarli oppure a chi passa da me per caso.
    Dall’altro lato è un modo per ascoltare gli altri e la parte social mi interessa relativamente, non è che non abbia piacere nel contatto, ma sono realista e penso che nella vita il tempo dedicato alla famiglia e ai pochi amici sia molto più importante.

    Soprattutto ho deciso di scrivere solo quando ho voglia (sono un maledetto pigro) senza curarmi dell’effetto che fa. Pensa che questo peggiormaento della blogosfera non l’ho neanche notato.

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