Concorso su YouTube organizzato dal grande Milan Polak (già che ci sono ne approfitto per provare la nuova modalità “iframe” di YouTube).

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Sono trascorsi quasi due mesi dall’ultima volta in cui ho scritto su questo blog, alla faccia dei buoni propositi di riprendere un ritmo decente di pubblicazione, per cui mi sembra opportuno fare un riassunto di quello che è successo. Sono le 7 di un sabato mattina e sono sveglio dalle 5, quindi non aspettatevi un filo logico o strutture grammaticali del tutto coerenti 😉

Mozilla e Mozilla Italia

Sul fronte Mozilla la novità più evidente della settimana è stata (finalmente) il rilascio della beta7 di Firefox 4. A margine si possono segnalare diverse release di sicurezza per il ramo 3.6, le beta di Firefox Mobile, pecore di fuoco e pecore nere.

Mozilla Italia ha invece sequestrato gran parte del mio tempo libero (e non) delle ultime due settimane. Dopo diversi anni su un Virtual Private Server di DreamHost abbiamo trovato un server dedicato managed a costi ragionevoli e senza limiti di banda (grazie a Iacopo), per cui adesso forum e sito girano su un AMD Athlon 64 X2 3400+ con 4 GB di RAM e 2 dischi da 320 GB. Il beneficio, soprattutto per il forum con i suoi 300MB di database MySql, è stato da subito evidente.

Il passaggio dei dati è stato indolore (ssh+zip/mysqldump+wget, 10 minuti e passa il dolore), il vero problema è stato configurare la baracca:

  • per far funzionare WordPress su un sistema Plesk bisogna litigare con i permessi. L’utente che fa girare Apache (www-data) non è in grado di scrivere sui file (il proprietario è l’utente con accesso ftp), quindi WordPress non è in grado di caricare allegati, scrivere sull’.htaccess e compagnia bella. Per far funzionare l’aggiornamento automatico bisogna aggiungere i parametri del server FTP wp-config.php.
  • problemi analoghi con Simple Machines Forum.
  • per chiudere in bellezza, alcuni plugin di WordPress (Wp Super Cache e WP-DBManager) e SMF salvano diversi percorsi assoluti da correggere manualmente a trasferimento avvenuto.

Chitarre

Ho venduto due delle mie chitarre (Ibanez RG 7 corde e serie S) e acquistato il Blackstar HT-1R (combo valvolare da 1W). Sono rimasto talmente impressionato dal suono del piccoletto, soprattutto collegato alla 2×12″ Marshall, che ho deciso di provare a vendere buona parte del mio rack per passare ad una piccola testata valvolare con send/return per gli effetti: considerando la botta di volume dell’HT-1, basterebbe anche la HT-5 (5 Watt). Per chi fosse interessato, qualche link è disponibile nella pagina dell’usato.

Visto che ultimamente trascorro parecchio tempo su YouTube e non possiedo una videocamera, ho una mezza idea di acquistare lo Zoom Q3HD per registrare.

Socialcazzi

Contrariamente alle previsioni, qualche settimana fa ho deciso di cancellare definitivamente il mio account Friendfeed. Per qualche settimana l’ho utilizzato per poter cercare tra miei contatti, un giorno ricordo di aver letto tali infamità (si parlava di politica) che la prima reazione è stata quella di cancellare completamente il mio profilo. Onestamente non rimpiango quella decisione, sicuramente nessuno sentirà la mia mancanza 😉

Varie ed eventuali

A tempo perso e per necessità sto sviluppando una piccola applicazione in ufficio per la gestione dei clienti. Per semplificare la manutenzione (mi basta un editor di testi decente) e fare un po’ di pratica, ho deciso di prendere la strada della web application abbandonando l’idea di scrivere un’applicazione tradizionale:

  • visto che sono su sistemi Windows, sfrutto la semplicità di installazione di EasyPhp per avere un sistema WAMP.
  • ho preferito usare sqlite rispetto a MySql. Se siete in vena di esperimenti, la pagina di riferimento per PHP 5.3.3 è questa, mentre un buon strumento di gestione freeware è SQLite2009 Pro Enterprise Manager.
  • visto che l’applicazione verrà utilizzata internamente da due persone, ho deciso di sviluppare l’applicazione per Firefox 4 e sfruttare le funzioni relative ai form HTML5. Se è il vostro settore, vi consiglio di dare un’occhiata alla validazione automatica dei campi e al campo datalist.

Questo è tutto, più o meno. Nei prossimi giorni vedrò anche di ricominciare ad usare la macchina fotografica.

P.S. a lato trovate un piccolo antipixel per il Torino Best Soundtrack Award, interessante iniziativa segnalata dal desaparecido Matteo “etere” Aversano 😉


Le foto servono per distrarre l’ascoltatore più attento 😛

Per chi fosse interessato a noiosi dettagli tecnici:

  • la chitarra entra diretta in un Digitech GSP1101, il suono viene registrato via USB con GarageBand;
  • il filmato è stato generato con iPhoto+iMovie HD.

A proposito di Frudua: è finalmente online il nuovo store, dove ho già inserito la mia recensione della chitarra, ed è online anche un altro sito (segnalatomi direttamente da Galeazzo) dedicato a quella brutta razza dei bassisti 😉


Frudua GFF Mix

Canon EOS 40D, Canon 24-70mm ƒ2.8, treppiede

È arrivata la nuova bimba 🙂

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Torno rapidamente sull’argomento G.A.S. per mostrarvi quello che, quasi sicuramente, sarà il mio prossimo acquisto in ambito chitarristico.

Come spiegato nel post precedente, sto cercando di vendere la mia 7 corde (praticamente inutilizzata) per sostituirla con uno strumento più versatile e meno cattivo. Qualche tempo fa ho letto su Internet dell’iniziativa Frudua Direct Deal di Galeazzo Frudua e l’idea mi è sembrata subito interessante.

Piccola digressione: per chi non conoscesse il nome Frudua, basti pensare che la sua Carved Pro è stata uno dei miei sogni nel cassetto dai tempi di Andrea Braido in tour con Vasco Rossi (credo fosse “Gli spari sopra”), peccato che il costo di uno strumento simile sia improponibile per un musicista non professionista (o non milionario).

Le chitarre in questione sono costruite in Corea (NdPT: tutta la produzione di chitarre economiche si è spostata dalla Corea alla Cina negli ultimi anni). Per citare Frudua stesso:

Le Frudua Direct Deal sono in pratica, chitarre costruite, liuteristicamente parlando, con criteri di liuteria sia nella manodopera, che nelle soluzioni che nel legno e siccome sapete bene che è il legno che suona la mia scommessa è fornire questa qualità ad un prezzo che è circa 1/3 di quello che dovrebbe essere se fossero strumenti importati.

Considerato che ho visto chiedere quasi 1500€ per una Strato American Deluxe in configurazione HSS (e non parliamo del costo di una Gibson Les Paul), preferisco spendere 800€ per una chitarra di questo tipo (perdendoci quasi sicuramente in rivendibilità):

L’unico altro difetto è l’impossibilità di provarla dal vivo, visto che per tenere bassi i costi si evita il canale produttore-distributore-negozio. Molti storceranno il naso all’idea di acquistare una chitarra “a scatola chiusa”, rimane il fatto che una delle chitarre a cui sono più affezionato (Ibanez serie S) l’ho ordinata senza aver mai avuto la possibilità di provarla 😉

Per chi fosse interessato, c’è un canale su YouTube con almeno un centinaio di video (chitarre, bassi, amplificatori) e per fine settembre dovrebbe essere disponibile anche il Frudua Store.


G.A.S.

10 Agosto 2010

[DISCLAIMER: se hai abbastanza istinto masochista da continuare a leggere e non sai di preciso come sia fatta una chitarra, ti consiglio di dare un’occhiata a quella sottospecie di glossario in fondo all’articolo]

Qualunque chitarrista (e probabilmente fotografo) conosce bene la sigla G.A.S., acronimo per Gear Acquisition Syndrome. In parole povere la mania di circondarsi di un numero spropositato di chitarre e puttanate diavolerie (effetti, amplificatori, casse, pedali, rack, cavi, plettri, ecc. ecc.). Essendo il budget limitato, G.A.S. è spesso sinonimo di permuta 😛

Fortunatamente non sono mai stato attratto dagli amplificatori, probabilmente l’anello più costoso della catena insieme alle chitarre. Visto il periodo di cazzeggio, ho deciso di fare un elenco di tutte le cazzabubbole legate al mondo della chitarra che mi sono passate tra le mani in questi 18 anni.

Chitarre

La mia prima chitarra è stata Rusty, una Ibanez RG570 (catalogo Ibanez) made in Japan del ’93. La chitarra, hardware dorato a parte, è ancora in buone condizioni ed ha ricevuto un paio di humbucker nuovi giusto qualche mese fa (Di Marzio Tone Zone e Air Norton in versione zebrata).

La seconda chitarra, la prima acquistata con il sudore della mia fronte, è stata una Ibanez RG7-420BP, sette corde made in Japan del ’99 (catalogo Ibanez) . Ben presto ho sostituito i pick-up originali con dei Di Marzo (Tone Zone e Air Norton). Alla fine è risultata una delle chitarre che ho meno utilizzato, motivo per cui ho in programma di venderla per sostituirla con qualcosa di più versatile.

Terza chitarra: Ibanez S1540 (si nota il trend?), made in Japan del 2002 (catalogo Ibanez). Sto valutando se venderla visto che non la uso praticamente più, ma trattandosi di una chitarra splendida sono decisamente restio all’operazione.

Quarta chitarra: Ibanez Joe Satriani JS1200, made in Japan del 2005 (catalogo Ibanez). Tra tutti i modelli signature, continuo a considerarla quello con il rapporto prezzo/prestazioni più elevato in casa Ibanez.

Quinta chitarra: Peavey HP Special CT USA. La prima chitarra “seria”, non costruita in estremo oriente e con tastiera in acero.

Chitarre possedute e date in permuta:

  • Squire Starfire, semiacustica in stile Gibson 335. In assoluto uno dei peggiori acquisti mai fatti: pagata eccessivamente, usata poco e venduta per due lire (mercato praticamente nullo per questo modello). Data in permuta per la Joe Satriani.
  • Ibanez RG-1520, made in Japan nel 2005 (catalogo Ibanez). Acquistata come muletto per esibizioni dal vivo, data in permuta per la Peavey.

Dopo 18 anni posso dire con certezza di prediligere modelli con manico bolt-on e non verniciato.

Chitarre acustiche

La mia prima chitarra acustica è stata una Ibanez AE (non ricordo il modello preciso né l’anno), venduta ad un amico per passare ad una Ovation made in Korea (Elite CS-247), a sua volta data in permuta per acquistare l’attuale Taylor 412CE. A meno di furti/rotture, non vedo cambi di acustica all’orizzonte.

Rack

Come dicevo sopra, non sono mai stato attratto dagli amplificatori, in compenso ho sempre avuto parecchio interesse per i multieffetti a rack (un settore sempre più di nicchia). Attualmente la catena nel mio rack è la seguente:

  • il segnale entra in un preamplificatore Rocktron Piranha (due valvole 12AX7);
  • nel loop effetti del Piranha c’è un T.C. Electronics G-Major;
  • il segnale esce in stereo dal Piranha ed entra in un BBE Sonic Maximizer 482;
  • il segnale del BBE esce in stereo verso un Marshall Valvestate 8008;
  • casse Marshall 1936 e 1922 (entrambe con 2 coni da 12″).

Per registrare via USB utilizzo un Digitech GSP1101, acquistato usato l’anno scorso.

Confesso di aver pensato spesso ad un finale valvolare, ma delicatezza/peso/costo mi hanno sempre fatto desistere.

Nel corso degli anni sono passati diversi pezzi per questo rack:

  • Preamp Rockman XPR. Distorsioni tipiche da anni ’80, suoni puliti assolutamente spettacolari (credo lo abbia usato anche Steve Vai da qualche parte su Passion and Warfare).
  • Marshall JMP1. Non ci sono mai andato d’accordo, suoni ok fino al crunch ma non mi è mai piaciuto sulle distorsioni.
  • Alesis Midiverb IV. Sostituito egregiamente dal G-Major.
  • Zoom Digitech Valve DSP9150. Dato in permuta per il Piranha, la qualità del suono era decisamente buona per il prezzo (ne ho intravisto uno usato a 90€ l’altro giorno da Musical Box).

Amplificatori (non a rack)

L’unico amplificatore che possiedo è un modello per chitarra acustica (SR Jam 150 Plus). Ultimamente ho una certa curiosità verso combo/testate da studio in classe A (Cicognani Brutus, Peavey Mini Colossal e simili), ma ho l’impressione che resterà solo interesse “platonico”.

Glossario

Non mi ero mai reso conto di quanta fuffa terminologica si accumuli nella testa di un chitarrista…

hardware
In generale tutta la parte “non legnosa” di una chitarra elettrica tradizionale (ponte, meccaniche, controlli di tono e volume, ecc.).

humbucker
Su strumenti elettrici le vibrazioni delle corde vengono “raccolte” (trasformate in impulsi elettrici) da bobine magnetiche chiamate pick-up. Il single coil, come dice il nome stesso, è costituito da un singola bobina. L’humbucker è costituito da una coppia di bobine in controfase, ed è in grado di fornire un’uscita maggiore e meno rumore (“buck the hum”).

In generale su una chitarra si trovano due o tre pick-up, per cui si parla di “configurazione”. La configurazione tipica di una Stratocaster è SSS (tre single-coil partendo dal ponte), quella di una Ibanez è HSH (due humbucker con single coil centrale). Sulla chitarra è presente un selettore per scegliere quali pick-up attivare, i più comuni sono a 3 o 5 posizioni (ad ogni posizione corrisponde un gruppo di pick-up diversi).

bolt-on
Il manico (neck) può attaccarsi al corpo (body) della chitarra in 3 modi:

  • bolt-on: attaccato con delle viti, tipico delle Fender Stratocaster, spesso si parla di “manico avvitato”. Il numero classico di viti è 4, ma se non possono trovare tranquillamente anche 5 o 6.
  • set-in: manico incastrato e incollato al corpo, tipico delle Gibson, spesso si parla di “manico incollato”.
  • neck-through: il manico e la parte centrale del corpo della chitarre sono costituiti da un pezzo unico di legno. La parte restante del body viene incollata al manico. Molto più frequente trovare questo tipo di attacco su un basso rispetto a una chitarra.

Sul manico è incollata la tastiera (fretboard): i legni più comuni sono il palissandro (rosewood) e l’acero (maple), ma ci sono tantissime varianti (ad esempio l’ebano).

semiacustica
A differenza delle chitarre elettriche solid body, la chitarra semiacustica presenta dei “buchi” nel corpo (camere tonali), tipicamente visibili attraverso buche ad effe (come quelle dei violini). L’utilizzo più comune delle chitarre semiacustiche è in ambito blues e jazz.

loop effetti, testata, combo, cassa
Il segnale della chitarra entra in un preamplificatore (preamp), passa da un amplificatore di potenza (power amp) e prosegue verso una cassa (cabinet) con dei coni (speaker). Gli speaker da chitarra più diffusi sono da 12 pollici e vengono utilizzati in configurazione 1×12″, 2×12″ oppure 4×12″. Il produttore più famoso di speaker è probabilmente Celestion.

Un amplificatore può essere combo (include tutti i componenti in un unico oggetto), oppure il cabinet può essere separato dalla testata (head). Nella testata troviamo sia il preamplificatore che l’amplificatore di potenza, entrambi gli stadi possono essere a valvole o a transistor. Nel caso del rack anche il preamp e il poweramp sono separati.

Alcuni effetti, come il wah-wah e il compressore, possono o devono essere messi prima del preamplificatore. Altri effetti, come delay e chorus, devono invece intervenire sul segnale già preamplificato. A questo serve il loop effetti: in pratica il segnale viene deviato verso degli effetti, elaborato e poi girato sul percorso originale verso l’amplificatore di potenza. Se proprio volete, immaginatelo come una sessione di trucco&parrucco del suono. Per evitare di complicarvi ulteriormente le idee, eviterei di parlare di loop seriale e parallelo 😉

Se volete approfondire, Wikipedia (meglio quella inglese) è a vostra disposizione.

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