Il web 2.0 è partecipazione…
18 Febbraio 2007
… non sfruttamento.
TgCom inaugura una “nuova” iniziativa: 120 secondi, “Diventate reporter di strada: pubblicheremo i vostri video.”
Se volete diventare ricchi e famosi vedere il vostro video in televisione, dovete firmare una liberatoria in cui vi impegnate a cedere in modo irrevocabile e a titolo gratuito l’esclusiva dei video inviati.
Se mai avessi il desiderio di diventare reporter e farmi notare, aprirei un video blog appoggiandomi a YouTube, altro che TgCom.
Tag Technorati: 120 secondi, TgCom
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18 Febbraio 2007 alle 16:40
il problema è che sono ancora in pochi a conoscere quali strumenti il web mette a disposizione per pubblicare i propri contenuti.
noi ci ostiniamo a parlare di blog, podcast e youtube, ma la realtà è che siamo solo una minoranza.
a tutto questo si aggiunge la prepotenza dei media, e oltre al fatto da te citato, ti sei mai chiesto se gli spot “ita**a 1” o i video di “pape**ssima” vengono in qualche modo retribuiti ?
18 Febbraio 2007 alle 17:00
Non so, ho l’impressione che questa iniziativa di TgCom sia un passo avanti, in peggio, rispetto ai due esempi citati: in fin dei conti in quei casi mandi un filmato “idiota”, qui stai cercando di far fare al visitatore il lavoro che dovrebbe fare un professionista (o presunto tale).
Un po’ come se il Corriere della Sera, al posto degli articoli dei giornalisti, pubblicasse solo lettere dai lettori.
18 Febbraio 2007 alle 17:19
Una curiosità, il titolo è tratto dalla canzone di Gaber o è un caso che sia simile?
18 Febbraio 2007 alle 17:52
La citazione è puramente casuale 😉
18 Febbraio 2007 alle 18:11
Come al solito, c’e’qualcuno che vuole trarre profitto dalle tecnologie esistenti (o dalle tendenze attuali). Quasi quasi partecipo con un vido nel quale spiego i blog o youtube, vediamo se lo pubblicano 😉
18 Febbraio 2007 alle 18:54
Piccolo OT: TgCom, TgCom, TgCom, ne sento sempre parlare come se fosse un must dell’informazione online. Ma che ha di così tanto interessante rispetto agli altri siti che fanno informazione? A me sembra la solita solfa gossip oriented del solito gruppo editoriale…
Per tornare al contenuto del post, bhe mi pare ovvio che i grandi media cercheranno di bloccare il fenomeno del citizen journalism tentando di accattare i vari video/audio in cambio di un briciolo di notorietà… Ma non hanno ancora capito, almeno la metà di essi sono già con due piedi nella fossa 😀
18 Febbraio 2007 alle 19:00
Per quanto mi riguarda il TgCom è l’esempio di come non si dovrebbe fare informazione 😉
Eppure confesso che ogni tanto ci faccio un giro per farmi quattro risate…
19 Febbraio 2007 alle 13:23
Ha di buono che è più “leggero” rispetto ai “colleghi” di settore. Ha nei difetti, il fatto di essere troppo distaccato dal succo dell’informazione. Divaga spesso e vomentieri nel troppo Gossip e nella disinformazione di argomenti particolarmente interessanti.
19 Febbraio 2007 alle 15:13
condivido quanto hai scritto, ma vorrei far notare come anche youtube (a meno che la situazione non sia cambiata) faccia accettare un contratto nel quale si devolvono i diritti sui video caricati all’azienda youtube; certo, non chiedono anche l’esclusiva, ma anche lì, il video, diventa di loro proprietà a titolo gratuito…
19 Febbraio 2007 alle 19:52
@Matteo: sinceramente non ho mai letto con attenzione la licenza di YouTube, ma questo punto è fondamentale
Quello che ritengo assurdo non è il titolo gratuito ma l’esclusività.
Credo sia naturale e inevitabile che YouTube abbia dei diritti sul filmato: in caso contrario potrei caricare un video e denunciare YouTube per averlo messo online.
Detto questo, l’alternativa per chi vuole aprire un video blog è complessa: trasmettere video significa avere banda e spazio a volontà, e queste sono cose che costano.
20 Febbraio 2007 alle 08:09
quando ho letto il titolo del post credevo (presuntuosamente) ti riferissi al mio post di qualche tempo fa:
http://profste.blogspot.com/2007/02/web-20-lo-sfruttamento-oggi.html
è curioso come io avessi pensato l’esatto contrario, specialmente dopo aver visto il video citato nel post.
fa comunque riflettere il fatto che quelli di tgcom e altri (vedi i blogger di repubblica/espresso e molti altri esempi) cerchino di salire sul treno del 2.0 senza aver compreso il fenomeno.
20 Febbraio 2007 alle 11:44
già, mi sono spiegato male. sono d’accordo che non è il tgcom il modo con il quale fare citizen journalism, mi ricordavo soltanto di quando si era alzato un polverone pazzesco riguardo all’eula di youtube; in effetti il punto è, come hai detto, l’esclusività del contributo che sembra strano nel web 2.0, mentre forse per il tgcom è qualcosa di normale…
20 Febbraio 2007 alle 16:41
Tu hai assolutamente ragione ma mi sa che in tanti aderiranno alla cosa… sembra che avere i propri 2 minuti di gloria faccia gola ai più mah
20 Febbraio 2007 alle 17:26
TGCOM sfrutta “l’effetto televisione”. In moltissimi vogliono apparire direttamente (come ospiti, come concorrenti o anche solo come pubblico) o indirettamente (Paperissima docet). Per l’editore (Mediaset in questo caso) il tutto si traduce in contenuti dal costo irrisorio (scelta di cosa pubblicare, pubblicazione, hosting e banda) ma con buone prospettive di profitto (pubblicità on-line).