Alba Marina Romea

Partiamo con una premessa rapida e indolore, altrimenti ‘sto discorso non si capisce: io sono un orso. Non nel senso che sono un plantigrade, è che non sono particolarmente sociale. Quando possibile mi piace coltivare i miei hobby in solitaria: la fotografia e la mountain bike sono due esempi calzanti.

È evidente che il fare tutto da solo comporti vantaggi e svantaggi: puoi muoverti secondo i tuoi tempi e fare quello che preferisci, ma non hai termini di confronto e occasioni per crescere. Per quanto riguarda la fotografia me ne sono reso particolarmente conto durante quest’ultimo BarCamp, dove gli utenti consapevoli di reflex abbondavano.

Lo pseudo-fotografo è un autodidatta. Uno che ha comprato la sua prima reflex, quella che usa tuttora, un paio di anni fa senza avere alcuna base teorica o pratica sulla fotografia. I passi avanti sono arrivati attraverso il classico percorso “prova, cerca di capire dove hai svaccato e ritenta”: così si spiegano le 9200 foto fatte dalla mia EOS 350D.

Sabato con Palmasco e Samuele si discuteva dell’uso dello zoom per i ritratti: personalmente sono convinto che uno zoom medio-lungo sia perfetto per questo tipo di fotografia, stacca il soggetto dallo sfondo e ti permette di cogliere espressioni meno “artefatte”. Palmasco sostiene l’esatto contrario: un ritratto fatto da distanza ravvicinata è più naturale, e l’ambiente deve essere visibile per dare un’ambientazione alla fotografia.

Di sicuro lo zoom ti rende pigro, muovi l’anello sulla lente quando invece dovresti muovere te stesso. Basta vedere Palmasco fotografare per rendersi immediatamente conto di questa banale ma sacrosanta verità. Diceva Robert Capa:

Se le tue foto non vanno bene, vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza

Bisognerebbe poi discutere dell’importanza dell’inquadratura e della post-produzione (cosa in cui il buon Samuele abbonda sempre 😛 ): praticamente un incontro dedicato solo alla fotografia, dallo scatto alla post-produzione 😉

Piccola postilla tecnica: io sono un maniaco del micromosso. Quando faccio fotografie di paesaggi o macro (e il soggetto non si muove), questo è il mio setup:

  • macchina rigorosamente su cavalletto (Manfrotto)
  • impostazione su priorità di diaframma (AV su Canon)
  • blocco dello specchio attivato (sulla 350D è nelle funzioni personalizzate)
  • timer per evitare vibrazioni legate al pulsante di scatto (potrei usare un telecomando ma non mi sono ancora deciso ad acquistarlo)

Altro consiglio pratico: a meno che stiate facendo un reportage, la luce migliore per scattare fotografie è quella dell’alba o del tramonto 😉

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12 commenti/trackback a “Quattro chiacchiere sulla fotografia”

  1. Fabrizio scrive:

    Se in poco più di 2 anni sei diventato così bravo a fotografare, allora qualche speranza ce l’ho anch’io! 😉

    Meglio il tramonto comunque: evita le levatacce! 😉

  2. flod scrive:

    Ok, però questa foto sull’Adriatico al tramonto mica la puoi fare 😛

  3. neon scrive:

    Come le lumache escono con la pioggia i fotografi escono con il crepuscolo 🙂

    Anche il grande Leonardo aveva capito che la luce giusta è proprio quella.

  4. wolly (paolo Valenti) scrive:

    Quando ancora fotografavo prediligevo i ritratti.

    Le macchine che usavo erano tre, una Nikon FM , una Nikon F3 e un Hassemblad.
    L’ultima la usavo solo per foto molto particolari.
    Le prime due erano i miei cavalli di battaglia.
    I migliori risultati per i ritratti li ottenevo con un 85 mm o con un 105mm fotografando non proprio al tramonto ma molto vicino per avere una luce calda ma non invasiva. (La maggior parte delle mie foto erano in B/N che poi sviluppavo e stampavo come volevo)
    IL discorso dello “staccare” il soggetto dal fondo o di non farlo lo risolvevo usando il diaframma riducendo o aumentando la profondità di campo.
    L’uso di quei due obiettivi mi garantiva di mantenere le giuste proporzioni anche da vicino.
    La luce rimane comunque il protagonista principale dei ritratti, raramente scattavo foto frontali quasi sempre leggermente spostato per giocare con le ombre sul viso.
    Frontalmente scattavo quando facevo dei contro luce ma in quel caso mi servivano degli assistenti con dei piani bianchi per illuminare il volto altrimenti sarebbe venuto scuro (qualche volta ho usato anche il flash ma il risultato era meno naturale).
    I ritratti in controluce , con il viso illuminato da pannelli erano di grande impatto soprattutto se il soggetto aveva i capelli chiari, si otteneva un effetto spettacolare con il volto circondato da una bordo chiaro e luminoso che contrastava con il fondo e il chiaro del viso.

    In ogni caso fotografare è bellissimo e solo provando e riprovando si scopre il proprio gusto.

    caio

  5. capemaster scrive:

    il ritratto lo preferisco con un tele.
    non gli stai addosso come con un 50e si sentono meno sotto scacco…

    digli di farlo in ascensore, un ritratto.

  6. franto scrive:

    anche io preferisco i ritratti a distannza per il semplice fatto che da lontano le persone non si accorgono di essere sotto scacco (o sotto scatto 😀 ) per cui non hanno una delle due opposte reazioni me entrambe da me odiate..

    1. mettersi in posa
    2. cercare di nascondersi

  7. Keper scrive:

    Preferisco di gran lunga il ritratto con un tele, non a caso quello ritenuto più adatto è un 135mm.
    Nella fotografia il soggetto è fondamentale(non sempre però è sullo stesso piano) e il fatto di staccarlo dallo sfondo sfumando permette una maggior caratterizzazione, preferisco profondità di campo per le foto di paesaggi, soprattutto montani.
    Considera che amici mi hanno detto che nelle riviste specializzate i professionisti usano dire la frase “taglia taglia e taglia ancora” per indicare che il contorno del soggetto è spesso sopravvalutato.

    Concludo con una banalità che ho scoperto è spesso sconosciuta, l’uso dei terzi. Se nell’inquadratura si scompone l’immagine in terzi (solitamente le reflex digitali permettono di impostarne la mascherina) e si mette il soggetto o parte del soggetto su un terzo o meglio su un incrocio dei terzi, la foto risulterà meno banale e più accattivante.(E’ una regola che nasce dalla pittura non con la fotografia!)
    Ne è uno splendido esempio la foto da te pubblicata con il sole sul terzo di sinistra (e forse nell’incrocio con il terzo basso)

  8. calca scrive:

    i ritratti col 28
    http://www.flickr.com/groups/wideangleportraits/

    a parte questo gruppo, è piacevole fare
    i ritratti col 28, è un modo diverso di vedere il soggetto.

  9. marchino scrive:

    A questo punto ci starebbe bene un PhotoCamp…

  10. robie06 scrive:

    io per ritratti “costruiti” preferisco di gran lungo il 50ino f1.4 (spettacolare) però soprattutto quando sono con i miei amici mi paicerebbe avere il 70/200 per prendere quelle espressioni che difficilmente escono fuori davanti un obiettivo.

    Ti dirò anche, fino ad aprile era autodidatta poi sono finito a fare un corso di fotografia nel negozio dove di servo per le stampe e per gli acquisti. Beh mi è stato molto ma molto utile per capire molte cose soprattutto nella composizione e nel capire determinate tipologie di foto. Diciamo che per ora ho fatto la grammatica, a ottobre proseguirò questo cammino per imparare “la sintassi”.

    Per quanto riguarda la post produzione, a parte il Crop e qualche piccolo ritocco se ho sbagliato l’esposizione di 1/2 stop lo faccio altrimenti passo avanti, se poi è proprio uno scatto da NG (non come lo casci) la mando ad un amico esperto di PS.

    Per il telecomando infrared, l’ho preso su enjoyyourcamera. € 14.50, veramente molto utile

  11. Daniele scrive:

    Io ho avuto fortuna.

    Quando andavo alle medie avevo due docenti, un ingegnere meccanico e un matematico. Questi due personaggi eravano (e lo saranno ancora) molto “avanti”. Si erano sbattuti un sacco per ottenere nella mia scuola media un laboratorio di computer (si parla del periodo 84-86) con C64 e quel lettore di floppy costosissimo che c’era, e un sottoscala adibito a camera oscura.

    Il secondo ci servi per fare un corso di fotografia su reflex, sviluppare i rullini con gli acidi e stampare su carta fotografica. Da lì a poco mi presi la prima reflex.. una Pentax P30. A confronto delle attuali macchine digitali c’è un mare. Lente fissa, niente esposimetro, niente AF.

    Apprezzo ora tutto sbattimento.

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  1. pseudotecnico:blog » Fotografia: la priorità di tempo
    [...] scritto nel post della settimana scorsa, nella grande maggioranza dei casi scatto con la macchina impostata su priorità di…

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