Confesso di essere rimasto abbastanza stupito ieri sera aprendo Google Reader e trovandoci un articolo di questa lunghezza su Engadget. Sono abituato a brevi presentazioni o recensioni di prodotti, non certo a editoriali in stile Ars Technica.

Visto che l’argomento Firefox OS mi interessa, mi sono messo a leggerlo e, paragrafo dopo paragrafo, sono rimasto stupito dalla confusione e dalle imprecisioni raccolte dall’autore.

Firefox OS is yet another mobile platform built entirely on HTML5 that treats websites as apps.

Le applicazioni sono scritte in HTML5, non sono i siti web che diventano un’applicazione. Come sia arrivato l’autore a questa conclusione mi sfugge. Praticamente tutto l’articolo è basato su questa premessa, dando vita a risultati imbarazzanti.

But, unlike Mountain View’s product, Mozilla has focused exclusively on mobile sites that are rarely as fast, stable or functional as their desktop counterparts.

Ancora ‘sta storia dell’app che in realtà è un sito (lento, perché lo dice il sig. Facebook).

This poses significant problems for the fledgling OS since it relies on constant connectivity to deliver information.

Le app possono essere “pacchettizzate” e caricate sul telefono, nessun bisogno di connettività. Se così non fosse, come potrebbero funzionare la rubrica o qualunque altra parte dell’interfaccia di Firefox OS?

Sure, some services can cache data locally for offline use, but that’s a feature of HTML5 that has yet to be widely embraced by devs.

Giusto, perché le applicazioni non sono App ma siti web (lenti), quindi sono i siti web a dover sfruttare il local storage, non le app. Sempre più confuso.

More important though, is the total cost of ownership. A device that relies on the web to feed it every sliver of an application, right down to its individual UI elements, will inevitably suck down a significant amount of data.

L’apice della confusione. Anche la UI deve essere scaricata da Internet.

and if the phone is going to literally be nothing more than a portal to the web, then it’s going to be a tough sell for those that have to subsist on a very strict data diet.

Ribadiamo il concetto nel caso in cui non fosse stato abbastanza chiaro.

Mi chiedo solo perché Engadget abbia sentito il bisogno di bocciare una tecnologia che non è ancora nemmeno disponibile sul mercato, allontanandosi dall’abituale linea editoriale e prendendo una cantonata di queste dimensioni. Spero in una risposta ufficiale da Mozilla, non fosse altro per chiarire la confusione in testa all’autore dell’articolo.


2 commenti/trackback a “La cantonata di Engadget su Firefox OS”

  1. deckard scrive:

    Tu ti chiedi soli perché Engadget abbia sentito il bisogno di bocciare una tecnologia che non è ancora nemmeno disponibile sul mercato, allontanandosi dall’abituale linea editoriale e prendendo una cantonata di queste dimensioni.
    Uhm per seminare paura, incertezza e dubbio a fronte di un possibile e temibile concorrente in ambito telefonia mobile ?
    A parte questo ho smesso di farmi domande nel 1969 e ho deciso di rimanere in attesa del ritorno di Cthulhu.

  2. gialloporpora scrive:

    devono aver fatto confusione perché il sito definisce di fatto un app, un dominio, un’app.
    Di fatto devono essere di due categorie:
    statiche fanno riferimento al server solo per gli aggiornamenti.
    dinamiche che interagiscono col server.

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