Situazione: server con Windows Server 2008 R2 Foundation, il collegamento funziona perfettamente con la versione 2.1 del client RDC per Mac. Una volta attivato il server di licenze Remote Desktop, quando si cerca di collegarsi questo è il messaggio di errore: “L’utente è stato disconnesso dal computer Windows a causa di problemi relativi al protocollo di gestione licenze”.

Possibili soluzioni:

  • scaricare una versione 2.1.2 non definitiva del client Microsoft (link in questa discussione, basta cercare “dropbox”);
  • utilizzare Cord in sostituzione del client Microsoft per connettersi al server.

Script di backup Robocopy v2

15 Novembre 2012

Versione aggiornata e corretta dello script Robocopy segnalato anni fa.

Differenze sostanziali:

  • utilizza una piccola utility esterna (DateX) per recuperare il nome del giorno della settimana (da mettere in \windows o altro percorso presente nella PATH). In questo modo ho una sola operazione da pianificare e non sette passando come parametro il nome della cartella in cui salvare;
  • non ne ho ancora capito il motivo ma Robocopy si impunta se la sorgente è la root di un disco (es. D:). La soluzione è spostarsi nella root del disco stesso prima di lanciare il comando. Ovviamente se dovete salvare una cartella non è necessario farlo (si possono rimuovere le righe 27-29).;
  • la rimozione degli attributi system e hidden serve per le versioni di Robocopy incluse in Windows 7 e Server 2008 (forse anche Vista).
:: Estrae il giorno in formato AAAAMMGG per il nome del file di log
@For /F "tokens=1,2,3 delims=/ " %%A in ('Date /t') do @(
Set Giorno=%%A
Set Mese=%%B
Set Anno=%%C
Set Data=%%C%%B%%A
)

:: Estrae il nome del giorno della settimana sfruttando un'utility
:: Fonte: http://www.westmesatech.com/sst.html
for /f %%d in ('datex -f ddd') do set GiornoSettimana=%%d

Set Sorgente=d:
Set Destinazione=x:\robocopy\%GiornoSettimana%
Set FileLog=x:\registro\Backup%Data%.log

:: /MIR mirror, elimina i file in destinazione
:: /XD esclude una cartella
:: /XJ esclude junction points
:: /R:2 /W:5 attende 10 secondi e riprova 2 volte se la copia fallisce (default 30 secondi, 1 milione)
:: /V verbose output
:: /NP disattiva percentuale di progresso
:: /FFT FAT File Time (2-second granularity)
:: /LOG specifica la posizione del log (default schermo)

Set Opzioni=/MIR /XJ /R:2 /W:5 /V /NP /FFT /LOG:%FileLog%

:: Facendo la copia di una root (es. D:), mi sposto prima di lanciare robocopy
cd %Sorgente%\
%Sorgente%
Robocopy "%Sorgente%" "%Destinazione%" %Opzioni%

attrib -s -h "%Destinazione%"

Disclaimer: questo post non è una marchetta, nessuno mi paga o mi ha pagato per scrivere queste cose 😉 Ogni tanto sono semplicemente in vena di condividere un po’ di esperienza raccolta sul campo.

Come dicevo nell’altro post, la maggior parte del mio lavoro consiste nell’installare e fare assistenza su pc e software in ambiente Windows. Faccio questo lavoro da quasi 13 anni e per lungo tempo l’azienda con cui collaboro si è rivolta al mercato degli assemblatori piuttosto che ai computer di marca. I motivi sono presto spiegati: non mi è mai passato per la testa di mettermi ad assemblare pc direttamente, l’assemblaggio ti consentiva di creare soluzioni ad hoc a costi ragionevoli, avevo qualcuno a cui dare la colpa se le cose non funzionavano a livello di hardware.

Quando è saltato il primo assemblatore ci siamo rivolti a Maxdata: computer ottimamente realizzati, a prezzi ragionevoli e con possibilità di richiedere macchine o server personalizzati dalla Germania. Peccato che la filiale italiana sia fallita. Dopo Maxdata sono saltati altri 2 assemblatori, per cui abbiamo (ho) iniziato a guardarmi intorno nel mondo dei computer di marca.

Scartato Acer per l’esperienza con i notebook: non posso perdere ore a disinstallare garbage ogni volta che consegno un computer nuovo al cliente. Speravo che la situazione fosse cambiata ma, a giudicare dal notebook che ho installato ieri mattina, così non è.

Scartato Asus perché i prodotti desktop sono veramente poco significativi (è invece, scorte permettendo, il nostro fornitore principale per i notebook).

Scartato HP dopo una pessima esperienza con un PC “naked” (venduto senza sistema operativo, ho perso qualcosa come 4 ore per riuscire a sistemare tutti i driver).

Scartato Dell perché diventa difficile rivendere un prodotto simile al cliente finale. Personalmente possiedo un desktop Vostro e non me ne posso lamentare, se mai ricomprerò un desktop alla morte dell’attuale, quasi sicuramente non sarà un Dell.

Per curiosità ho provato Fujitsu Siemens e me ne sono innamorato:

  • i computer sono ben realizzati a livello di cablaggio e materiali (principalmente Esprimo P400 o P500, più qualche occasionale server Primergy TX100). Non avendo un’esperienza significativa con i server non me la sento di consigliare Fujitsu anche per quel settore, anche se non posso certo lamentarmi dei server che ho in gestione;
  • la prima accensione (configurazione partizioni, scelta lingua, ecc.) avviene normalmente in tempi umani, anche se varia da modello a modello;
  • non ci sono scelte strane in stile Lenovo: decido io come devi usare i tasti funzione sulla tastiera e dovrai penare per farli funzionare normalmente;
  • la quantità di crapware installato è ridotta al minimo. Tipicamente l’unico software che devo disinstallare è Norton insieme a un paio di barre degli strumenti per Explorer;
  • hanno un simpatico software chiamato DeskUpdate che permette di scaricare e installare tutti gli aggiornamenti di driver e BIOS.

Finora ho dovuto chiamare l’assistenza una volta sola (pc nuovo, alimentatore bruciato dopo 20 minuti) e i tempi sono stati rapidi. Non posso dire lo stesso di HP, ad esempio, che mi ha fatto penare una settimana per avere i dischi di un server completamente fermo (2 dischi bruciati, su un server con 2 dischi).

Prima o poi mi deciderò a provare un notebook di Fujtisu Siemens. In questo periodo sto cercando di farmi una cultura sul mondo degli Ultrabook, se solo avessero un portatile leggero, non troppo costoso e con una risoluzione diversa dal solito 1333×768…


Reduce dall’ennesimo riavvio forzato del router e in pieno spirito natalizio, una domanda facile facile: se tu azienda produci un router (WAG160N) con evidenti problemi – non credo sia una feature isolare i vari dispositivi connessi e rifiutare nuove connessioni wi-fi – che cosa dovresti fare?

a) Risolvere il problema con un aggiornamento del firmware

b) Rilasciare una versione 2 del medesimo router, e che gli utenti della versione 1 si attacchino (il firmware non è compatibile tra le due versioni)

Il problema è noto e diffuso, nonostante questo Linksys non si muove. Un utente neozelandese si è anche preso la briga di documentare in un pdf tutte le comunicazioni intercorse con l’assistenza. La parte più disarmante è questa (il grassetto è mio):

I called Linksys Headquarters in California a couple of days ago. After a little wait, I was told that the firmware does indeed have errors (which probably won’t be fixed anytime soon). The engineer then said he would contact me after he got authorisation to send out a Version 2 router. Apparently, this will solve all my problems because that firmware has been updated with much more bug fixes.

When I asked him why they don’t just release a firmware update for the Version 1, he just kept telling me that the Version 2 would fix my problems. I then asked how often they test their products for errors and if he would take my problem seriously and do something about it – he said that they look at them “all the time” checking for problems and that there wasn’t any firmware beta releases he could send me, and that there was also nothing scheduled to be done for the WAG160N v1.

Non si tratta della posizione ufficiale di Linksys, ma del discorso di un ingegnere riportato a sua volta da un utente su un forum, quindi l’affidabilità è quella che è. Resta il fatto che il problema è presente da mesi e di aggiornamenti del firmware per risolverlo non se ne sono visti (l’ultimo è dell’8 giugno 2009).

È davvero un peccato, perché il WAG160N sarebbe un ottimo dispositivo senza questo problema. Linksys è ovviamente libera di gestire i propri clienti nel modo che ritiene più opportuno, ma se questa è la loro filosofia hanno perso un cliente (con annessi consigli per gli acquisti, amici e clienti).


Il mio PowerBook, Gandalf, è in panne ormai da qualche settimana: praticamente ha deciso di suicidarsi subito dopo il ritorno dal WaveCamp, mentre con alimentazione a batteria scrivevo questo post lungherrimo (Dio benedica l’autosave di WordPress).

Sintomi:

  • mentre stavo lavorando senza alimentatore il PowerBook si è spento improvvisamente
  • la batteria, premendo l’apposito tasto, segnala la presenza di circa il 50% di carica
  • il notebook funziona solo con l’alimentatore collegato: se il notebook è acceso e si toglie l’alimentazione si spegne tutto, senza alimentatore non si avvia
  • la batteria non si carica nonostante il LED acceso color arancio sullo spinotto dell’alimentatore

Ovviamente in queste settimane le ho provate tutte:

  • reset di P-RAM e PMU (che in passato avevano risolto problemi di mancato caricamento della batteria)
  • avviare il PowerBook, metterlo in stop e togliere l’alimentazione (per alcuni ha funzionato riuscendo a scaricare completamente la batteria)
  • mi sono recato nel negozio Apple di Brescia. A parte il leggero fastidio di sentirsi trattare come un reietto nel momento in cui ho parlato di PowerBook G4 penultima generazione (“eh, ma è vecchio quello lì! Cosa vuoi riparare?”), mi è stato consigliato di provare a cambiare la batteria
  • ho comprato una batteria nuova (129€, mica bruscolini), il che mi ha permesso di scoprire che il problema NON è la batteria

Visto che il PowerBook in questione ha ancora 6 mesi di AppleCare, prima di buttare ulteriori soldi (79€) in un nuovo alimentatore ho deciso di provare a portarlo in assistenza nel negozio di cui sopra. La prima volta l’avevo portato da MOS80 a Verona (ottimo servizio), ma l’idea di farmi 200km per portare in assistenza un notebook in garanzia non mi ispira molto. Speriamo bene…

Questa è la triste finestra di Informazioni sul reparto energetico del mio PowerBook (notare il numero ridicolo di cicli di ricarica della batteria, quella originale era stata sostituita in quanto potenzialmente esplosiva)

batteria.png


Ieri pomeriggio ho messo le mani sul notebook del fratello: si tratta di un portatile di fascia economica, un Packard Bell con un paio di mesi di vita che qualche settimana fa ha improvvisamente deciso di aver lavorato abbastanza (nessun segno vitale premendo il tasto di accensione).

Spedito in assistenza è stata sostituita la scheda madre ma, al ritorno dalla vacanza, la scheda Wi-Fi non funziona più: nella Gestione periferiche tale scheda non risulta neppure presente.

Dopo aver verificato che nel BIOS non esistono opzioni per abilitare/disabilitare la scheda, decido di provare ad aprire il notebook e verificare la presenza di questa benedetta scheda (giusto per evitare di far girare l’Italia al portatile per un altro paio di settimane).

Questa è una fotografia della scheda Wi-Fi “invisibile” estratta dallo slot. Notate nulla di strano nel cerchietto rosso?

scheda.jpg

Sono senza parole…un genio 🙁

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